Previsto un nuovo pacchetto di aiuti a “tre binari” per i titolari di partita Iva che svolgono attività d’impresa, arte o professione, nonché per gli enti non commerciali e del terzo settore. Farà leva su uno stanziamento complessivo superiore ai 15 miliardi
Mario Draghi: “Per la prima volta, accanto al criterio del fatturato si usa anche l’utile, che è molto più giusto. Ma ovviamente ci vorrà più tempo. La seconda novità è l’arco temporale, che ora abbraccia e include 370mila nuove partite Iva”
A dare positiva risposta alle richieste delle associazioni del settore, anche ulteriori misure per l’abbattimento dei costi fissi e il sostegno all’economia. Tra queste, l’esenzione della Tari per gli esercizi commerciali e le attività economiche colpite dalla crisi
Partite Iva: un nuovo giro di aiuti a “tre binari”
Come sottolineato in una nota ufficiale, le misure previste si articolano su sette principali linee d’intervento: sostegno alle imprese, all’economia e abbattimento dei costi fissi; accesso al credito e liquidità delle imprese; tutela della salute; lavoro e politiche sociali; sostegno agli enti territoriali; giovani, scuola e ricerca; e misure di carattere settoriale. Per quanto riguarda il primo punto, come anticipato, l’esecutivo Draghi ha dato il via libera a un nuovo pacchetto di aiuti a “tre binari” per i titolari di partita Iva che svolgono attività d’impresa, arte o professione, nonché per gli enti non commerciali e del terzo settore. La misura prevede infatti una replica dei contributi a fondo perduto previsti dal primo decreto sostegni, rivolti alle partite Iva con specifiche classi di ricavi che abbiano subito un crollo del fatturato di almeno il 30% tra il 2019 e il 2020. La seconda componente invece si basa sul calo medio mensile del fatturato tra il 1° aprile 2020 e il 31 marzo 2021, mentre la terza “avrà una finalità perequativa e si concentrerà sui risultati economici dei contribuenti, anziché sul fatturato”, scrive il Consiglio dei ministri, tenendo conto anche dei ristori già ottenuti tra il 2020 e il 2021. Tre strade che, come illustrato dal premier in occasione della conferenza stampa di presentazione del decreto, prevedono dunque due novità: “Per la prima volta, accanto al criterio del fatturato si usa anche l’utile, che è molto più giusto. Ma ovviamente ci vorrà più tempo. La seconda è l’arco temporale, che ora abbraccia e include 370mila nuove partite Iva”, spiega Draghi.
Le misure contro i costi fissi: stop alla Tari
A dare positiva risposta alle richieste delle associazioni del settore anche ulteriori misure per l’abbattimento dei costi fissi e il sostegno all’economia. Tra queste, si segnala il credito d’imposta per canoni di locazione e affitto di immobili a uso non abitativo per il periodo che intercorre tra gennaio e maggio 2021 (esteso fino a luglio 2021 per le imprese del settore alberghiero e turistico, agenzie di viaggio e tour operator), che farà leva su uno stanziamento complessivo superiore agli 1,8 miliardi di euro. Inoltre, è stata introdotta l’esenzione della Tari per gli esercizi commerciali e le attività economiche colpite dalla pandemia, prorogato il contributo per il pagamento delle bollette elettriche diverse dagli usi domestici fino a luglio, e accresciuta la dote del Fondo per l’internazionalizzazione delle imprese, del Fondo per gli operatori del turismo invernale e del Fondo per sostenere le attività connesse con eventi e matrimoni e i parchi tematici rispettivamente di 1,6 miliardi, 100 milioni e 120 milioni di euro. Infine, è stato istituito un Fondo per il sostegno delle attività economiche chiuse, che porta in pancia 100 milioni di euro, differito il blocco delle attività dell’Agente della riscossione fino al 30 giugno 2021, e rinviata a gennaio 2022 l’entrata in vigore della “plastic tax”.
Via libera alla proroga della moratoria sui prestiti
Sul fronte dell’accesso al credito e liquidità delle imprese (che prevede lo stanziamento di circa nove miliardi), è stata estesa al 31 dicembre 2021 la moratoria sui prestiti e “sono prolungati e rimodulati gli strumenti di garanzia emergenziali previsti dal Fondo di garanzia per le pmi e da Garanzia Italia di Sace”, si legge nella nota. Confermato anche lo stanziamento di due miliardi di euro a favore della patrimonializzazione delle imprese, con l’introduzione di un regime transitorio straordinario della disciplina dell’Ace per gli aumenti di capitale fino a cinque milioni, “con la possibilità di trasformare il relativo beneficio fiscale in credito d’imposta compensabile per il 2021”. Ampliata la platea di coloro che potranno utilizzare in compensazione nel 2021 il credito d’imposta per gli investimenti effettuati nello stesso anno nei beni “ex super ammortamento”, ai soggetti con ricavi superiori ai cinque milioni. Prevista un’agevolazione fiscale temporanea per facilitare gli apporti di capitale dalle persone fisiche in startup e pmi innovative e condotto a due milioni di euro il limite annuo dei crediti d’imposta compensabili o rimborsabili (che farà leva su uno stanziamento di 1,6 miliardi). Tra le altre cinque linee di azione, si segnala infine la novità relativa alla norma “anti licenziamenti”, con la proroga di due mesi (fino al 28 agosto) del blocco per le imprese che utilizzano la cassa covid fino al 30 giugno.
Confcommercio: “Passi avanti, ma riaprire per ripartire”
Positiva la reazione di Confcommercio, specialmente con riguardo all’ampliamento “delle tipologie d’intervento e al loro almeno parziale rafforzamento”. Quanto ai parametri d’accesso, si sottolinea invece la presenza ancora di “rigidità sulla misura delle perdite di fatturato e sul tetto massimo dei ricavi”. Considerato “giusto” l’intervento sui costi fissi con il credito d’imposta sui canoni di locazione commerciali e i contratti d’affitto, ma secondo la confederazione ne “andrebbe estesa” la durata. Sul fronte-credito, evidenziato invece come “la proroga della moratoria sui prestiti bancari sino alla fine dell’anno” riguardi “la sola quota capitale” e che “l’allungamento della durata dei finanziamenti garantiti si accompagna alla riduzione della copertura della garanzia pubblica”. Due soluzioni, dunque, che andrebbero “riviste”. Confesercenti, dall’altra parte, riconosce come il testo abbia recepito molte delle proprie proposte e rappresenti “senz’altro un passo avanti sul fronte del turismo, della tutela del lavoro e del sostegno dei costi delle imprese”. Meno positivo il parere sugli indennizzi: “Si poteva fare di più, anche in considerazione della durata più lunga del previsto delle restrizioni”, scrive l’associazione. Richiesta infine una strategia per la ripartenza dei consumi e “il riequilibrio della concorrenza nel commercio”, considerando che lo scorso anno la crisi ha mandato in fumo 123 miliardi di spesa, circa 5mila euro a famiglia. Secondo Confesercenti, servono dunque “misure mirate per correggere le distorsioni concorrenziali tra i canali di vendita e sostenere il rilancio della spesa”.