Previsto un nuovo giro di aiuti a fondo perduto a “doppio binario”: il primo rappresenta una replica dei sostegni già erogati con il precedente provvedimento; il secondo aggiorna il periodo di riferimento per il calcolo delle perdite
Estesi fino al 31 maggio 2021 gli sgravi sugli affitti per le imprese e i professionisti con ricavi o compensi inferiori ai 10 milioni di euro. Disposta anche la sospensione dal versamento della prima rata Imu
Un “nuovo” contributo a fondo perduto
Secondo quanto previsto dall’art. 1 della bozza del decreto, il provvedimento prevede infatti un doppio canale di ristori. Il primo, che potrebbe fare leva su 11,1 miliardi di risorse, rappresenta una replica (anche in termini numerici) dei contributi a fondo perduto previsti dal decreto sostegni, che saranno erogati direttamente dall’Agenzia delle entrate ai soggetti beneficiari a condizione che, al momento dell’entrata in vigore della misura, abbiano la partita Iva attiva. Il secondo, invece, spetterà ai titolari di partita Iva che riportino ricavi inferiori ai 10 milioni di euro e abbiano subito una perdita di fatturato medio mensile di almeno il 30% tra il 1° aprile 2020 e il 31 marzo 2021 (rispetto al periodo compreso tra il 1° aprile 2019 e il 31 marzo 2020). In questo caso, la quantificazione del contribuito seguirà cinque fasce di indennizzo:
- 60% per i soggetti con ricavi o compensi inferiori ai 100mila euro;
- 50% per i soggetti con ricavi o compensi tra i 100mila e i 400mila euro;
- 40% per i soggetti con ricavi o compensi tra i 400mila euro e un milione;
- 30% per i soggetti con ricavi o compensi tra un milione e cinque milioni;
- 20% per i soggetti con ricavi o compensi tra i cinque milioni e i 10 milioni.
Le misure per affrontare i costi fissi
Un’attenzione importante viene poi dedicata alle misure per sostenere i costi fissi. In primis, l’estensione fino al 31 maggio 2021 degli sgravi sugli affitti per le imprese e i professionisti con ricavi o compensi inferiori ai 10 milioni di euro (che abbiano subito le perdite di fatturato medio mensile di cui sopra). Ma anche per le imprese turistico-ricettive, le agenzie di viaggio, i tour operator e gli enti non commerciali, compresi gli enti del terzo settore e gli enti religiosi civilmente riconosciuti. Disposta poi la sospensione dal versamento della prima rata Imu per le imprese in difficoltà beneficiarie dei contributi a fondo perduto, oltre alla “tassa sui tavolini” per bar, ristoranti e ambulanti per tutto il 2021. Rientra nella bozza anche l’istituzione di un fondo da 600 milioni per consentire ai Comuni la riduzione della Tari, prevedendo la possibilità per gli stessi di “estendere le agevolazioni con oneri a carico del proprio bilancio, ovvero utilizzando le risorse assegnate nell’anno 2020 o non utilizzate”, si legge nella bozza.
Nuova Ace per la patrimonializzazione delle pmi
Tra le misure a sostegno delle piccole e medie imprese anche la nuova Ace per incentivare le ricapitalizzazioni, con la possibilità di usufruirne anticipatamente sotto forma di credito d’imposta: si parla di un rendimento del 15% sugli aumenti di capitale effettuati nel 2021 fino a un ammontare massimo di 10 milioni, da trasformare in credito d’imposta da utilizzare in compensazione nello stesso anno o da cedere a soggetti terzi, a partire dalle banche. Inoltre, potrebbero essere estese fino alla fine dell’anno anche le moratorie per le pmi (attualmente in vigore fino al 30 giugno) e i regimi del Fondo di garanzia e di “Garanzia Italia” di Sace. A tal proposito, quanto ai finanziamenti fino a 30mila euro erogati dal Fondo di garanzia, l’entità massima di garanzia rilasciabile scivola dal 100 al 90%.
Con riferimento alle banche, estesi infine “gli incentivi alle aggregazioni societarie introdotte dalla legge di bilancio per il 2021” e ampliati di “sei mesi i termini previsti per la fruizione della trasformazione delle imposte differite attive, le cosiddette Dta, in credito d’imposta. In particolare, vengono incluse tra le aggregazioni agevolabili quelle deliberate fino al 30 giugno 2022 e non più fino al 31 dicembre 2021”, spiega Confcommercio in una nota, sottolineando come venga inoltre “innalzato il limite delle attività per imposte anticipate trasformabili in credito d’imposta dal 2 al 3% della somma delle attività dei soggetti partecipanti alla fusione o alla scissione, senza considerare il soggetto che presenta le attività di importo maggiore, e dal 2 al 3% (in caso di conferimento d’azienda) della somma delle attività oggetto di conferimento”.