Il Barolo, il “re dei vini”, è riconosciuto come uno dei grandi vini italiani non solo lungo la Penisola, ma anche oltre i confini nazionali. È prodotto nelle Langhe, dalla vinificazione del Nebbiolo, tra paesaggi vitivinicoli di straordinaria bellezza riconosciuti come patrimonio dell’Unesco. Ma se c’è un Barolo che gli amanti del vino dovrebbero assaggiare almeno una volta nella vita questo è il Barolo Monfortino di Giacomo Conterno, senza alcun dubbio uno dei vini italiani più conosciuti al mondo.
Un nome che era stato pensato per sottolineare il comune di residenza della cantina, Monforte d’Alba, nel quale veniva anche acquistata la gran parte delle uve utilizzate per produrlo. Il desiderio di Giacomo Conterno, era quello di creare un grandissimo vino, che fin dalla sua nascita fosse prodotto solo nelle annate migliori. L’azienda sopravvive alla seconda guerra mondiale e nel 1961 Giovanni e Aldo Conterno rilevarono l’azienda dal padre Giacomo, ma si separano nel 1969. Aldo sull’onda di un entusiasmo che in quegli anni intravede il delinearsi di una “nuova” Langa fondò quella che in pochi anni è diventata la rinomata azienda “Poderi Aldo Conterno” di Monforte, in località Bussia, mentre Giovanni mantenne la tradizione di famiglia.
I Monfortino delle annate 1958, 1961, 1964 e 1971, ancora oggi perfettamente bevibili, sono capolavori vinificati da Giovanni. A quel tempo il Monfortino era un blend di uve provenienti da diversi vigneti. Queste uve venivano acquistate da vari produttori della zona di Monforte. Giovanni maturò la convinzione dell’importanza di coltivare, vinificare e imbottigliare le proprie uve e nel 1974 acquistò il vigneto Francia posizionato nella parte più meridionale di Serralunga d’Alba, un terreno di 14 ettari di cui 11 dedicati al Nebbiolo e tre alla Barbera.
Con l’annata 1978 si verifica così un importante cambiamento: il Monfortino sarà prodotto d’ora in avanti con le uve provenienti da un unico vigneto, il vigneto Francia appunto. Inoltre al Monfortino saranno destinate le parcelle più vocate della vigna e soltanto nelle annate eccellenti, mentre le rimanenti uve nebbiolo saranno utilizzate per vinificare il secondo vino dell’azienda, il Barolo Cascina Francia. La produzione aziendale del vigneto Francia si aggira sulle 50mila bottiglie così suddivise: 20mila di Barbera; altrettante di Barolo Cascina Francia e 7-10mila di Barolo Riserva Monfortino. Prima di addentrarci nelle note di degustazione del Barolo Monfortino Riserva 2014, mi permetto di fare una premessa stilistica che deriva dalle numerose degustazioni a cui ho partecipato e dalle volte in cui ho bevuto questo grande vino negli anni.
I vini provenienti dal terreno calcareo del vigneto Francia – quelli dall’annata 1978 in poi, per intendersi – mostrano alcuni tratti comuni piuttosto evidenti. Al naso si percepisce una nota balsamica che va dal sentore di aghi di pino alla menta, spesso presenti entrambe. In bocca, poi, si avverte un tannino eccezionalmente fine e setoso insieme a un’acidità appuntita e salmastra che tende a dare una sensazione di verticalità, rendendo i vini tesi e vibranti. Nelle an- nate precedenti, invece, prevalgono, al naso, note di iodio e grafite, mentre in bocca – in alcune annate come la ‘58 e la ’61 – si avverte una notevole sensazione di volume, nonostante l’età.
Il vino è stato in botte fino all’estate del 2019 e la bottiglia è stata messa sul mercato nell’autunno 2020. Visti i cento centesimi attribuiti a questo vino da Antonio Galloni che lo aveva assaggiato quando ancora era in botte, si era creata una grande attesa, che devo riconoscere ben riposta, perché il vino è monumentale. Ha un colore rosso granato intenso e sprigiona profumi di frutti rossi quali marasca, fragolina di bosco e arancia sanguinella, balsamici, come menta, liquirizia, vaniglia e aghi di pino e floreali quali il petalo della rosa. All’assaggio il vino risulta un po’ chiuso, come c’era da aspettarsi.