Il terreno verso l’annuncio della riduzione del ritmo degli acquisti Pepp sembra essere stato preparato da alcuni membri “falchi” del board e dagli ultimi dati macroeconomici
La riduzione del Pepp da 80 miliardi a 60 miliardi mensili sarebbe sostanzialmente compatibile con il target finale di 1.850 miliardi di euro entro fine marzo
Se anche ciò accadesse, le condizioni finanziarie rimarranno favorevoli a lungo e il più “tradizionale” programma App potrà essere ricalibrato, ove necessario
Prima di allora, tuttavia, resta da capire se il ritmo mensile di acquisti netti attuale, 80 miliardi di euro, sarà ridimensionato già in occasione dell’imminente incontro. Questa sarà la decisione sulla quale si concentrerà di più l’attenzione del mercato e le attese degli economisti, in merito, sono particolarmente eterogenee.
Il sondaggio condotto da Reuters mostra come prevalga, fra gli osservatori, l’idea che il ritmo di acquisti del Pepp sarà ridotto fino a scendere a 60 miliardi di euro. Un ulteriore riduzione si concretizzerebbe all’inizio del nuovo anno, prima della conclusione degli acquisti netti alla fine di marzo. Questo itinerario andrebbe a realizzare le attese dei falchi, come il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann (“La P di Pepp non sta per ‘permanente’ e per una buona ragione”, aveva dichiarato).
A dare più forza alle istanze dei falchi sono gli ultimi segnali provenienti dall’economia dell’Eurozona, in termini di crescita, occupazione e andamento dei prezzi. A due giorni dall’incontro del board Bce, Eurostat ha comunicato che, nel secondo trimestre, il Pil dell’Area euro è cresciuto del 2,2% su base mensile, mentre l’occupazione è aumentata dello 0,7%. Anche i consumi finali delle famiglie hanno dato un forte segnale di ripresa, con un incremento congiunturale del 3,7%. Ancora più rilevante nel dibattito sulla politica monetaria è stato il rialzo dell’inflazione ad agosto, a un tasso annuo del 3% nettamente superiore all’obiettivo programmatico della Bce.
Alcuni analisti, comunque, ritengono più probabile che per il momento gli acquisti del Pepp possano mantenersi invariati: “Crediamo che la Bce possa scegliere di confermare le strategie in essere”, ha affermato Filippo Diodovich, senior market strategist di IG, secondo il quale dovrebbero prevalere le colombe, il cui approccio potrebbe essere giustificato dalle incertezze sugli sviluppi della pandemia”.
Anche per IG il l’orizzonte dell’App dovrebbe estendersi oltre quello del Pepp, per almeno ulteriori sei mesi
E’ importante sottolineare come l’eventuale interruzione degli acquisti e del successivo reinvestimento dei titoli in scadenza non comporterebbe un vero restringimento quantitativo dell’offerta di moneta. Secondo il capo economista Emea di S&P Global Ratings, dell’agenzia, Sylvain Broyer, quest’ultimo passo non sarà mosso se non “alla fine del decennio” e “sino ad allora la curva dei rendimenti rimarrà piatta”.