Facevano entrambi parte dell’asta “Tre Tesori” di Sotheby’s dell’8 giugno 2021, ma hanno perduto contro l’altra componente del trio, la moneta
Double Eagle del 1933. La delusione più grande arriva da quella che avrebbe dovuto essere la testa di ponte dell’asta: il francobollo più caro della storia, il British Guiana Magenta del 1856 incassa “appena” 8.307.000 dollari. Una cifra inferiore alla stima bassa iniziale di 10.000.000 dollari. Un numero che è quasi la metà dell’altisonante valutazione alta di partenza: 15.000.000. La musica non cambia – in termini di proporzioni – per il poker di francobolli stampati al contrario, i quattro “24-Cent Inverted Jenny” del 1918. Stimati inizialmente in una forchetta di 5 – 7 milioni, sono stati aggiudicati per meno di cinque, 4.860.000 dollari.
Il Servizio Postale degli Stati Uniti li aveva emessi nel maggio 2018. Bicolore, recano un biplano blu Curtiss JN-4 “Jenny” (il primo vettore postale aereo) sul fronte, circondato da una cornice rossa. Esisteva un solo foglio da 100 francobolli con il biplano stampato a rovescio; quelli andati in asta occupavano le posizioni 87-88-97-98.
Il primo ad acquistare l’intero foglio per il suo valore facciale (24 dollari) fu William T. Robbey, cassiere di una ditta di intermediazione finanziaria e appassionato di francobolli. Riconoscendone il valore collezionistico, Robbey si rifiutò di rendere il suo tesoro allo United States Postal Services che ne domandava la restituzione dopo essersi accorto dell’errore. Al contrario, l’uomo vendette i valori bollati con un primo rialzo al mercante di Filadelfia Eugene Klein, dando il via a una delle storie più appassionanti del collezionismo filatelico. Klein infatti cedette la serie al milionario Ned Green.
Ed è a questo punto della storia che l’intero foglio da 100 francobolli viene spezzato. Klein infatti convince Green a frazionare la partita in modo da venderne i singoli (o gruppi di) francobolli ad altri collezionisti. Il “Colonel Green” fu parecchio accorto, e non si limitò a suddividere il foglio, ma ne numerò a matita sul retro ogni singolo valore bollato, tenendo comunque per sé numerosi pezzi isolati e tutti i blocchi più numerosi. Fra questi ultimi rientrava quello da cui sono stati tratti i francobolli appena andati in asta. All’epoca lo strappo contava otto pezzi. Alla morte di Green nel 1944 il blocco da otto Jennies passò ad Amos Eno, che lo spezzò in due da quattro. Dieci anni dopo un blocco lo acquistarono i fratelli Weill di New Orleans. Lo mantennero in collezione fino al 1989, quando, mettendolo all’asta, incassarono la cifra senza precedenti di 1,1 milioni di euro.
Il compratore, rimasto anonimo, tenne i quattro francobolli fino al 2005, quando gli stessi passarono di mano all’investitore obbligazionario William Gross, che sborsò 2,97 milioni. Il turno di Stuart Weitzman arriva nel 2014, quando acquista il quartetto in
trattativa privata a un prezzo che – giocoforza – è rimasto ignoto. Si potrebbe supporre che lo abbia acquisito a un prezzo superiore ai tre milioni di dollari. Ma si tratta di supposizioni. Conosciamo invece il prezzo di acquisto del Guiana: 9,48 milioni del 2014. Cifra esorbitante e amara, se si considera la perdita di oltre un milione di dollari della rivendita. A compensare l’affare non brillante ci ha però pensato la Doppia Aquila: acquistata per 7,59 milioni nel 2002, ha incassato come sappiamo 18,87 milioni di euro.
A conti fatti, il designer dovrebbe averci guadagnato (anche considerando il prezzo dei francobolli stampati a rovescio). La scelta di Sotheby’s di vendere in un’unica asta i “Three Treasures” si è rivelata vincente. Un altro esempio di come scelte patrimoniali adeguate paghino sempre. Anche nel caso dei beni da collezione.
Facevano entrambi parte dell’asta “Tre Tesori” di Sotheby’s dell’8 giugno 2021, ma hanno perduto contro l’altra componente del trio, la moneta Double Eagle del 1933. La delusione più grande arriva da quella che avrebbe dovuto essere la testa di ponte dell’asta: il francobollo più caro della storia, …