McKinsey ha pubblicato il report European asset management after an unprecedented year targato McKinsey, con il quale ha analizzato i numeri del risparmio gestito europeo nel 2020
Nel 2020, gli asset under management (AUM) dell’Europa occidentale sono cresciuti del 5%, raggiungendo il record di 25.200 miliardi di euro.
Mentre il rapporto costi-ricavi è rimasto relativamente stabile nel 2020 al 59%, i pool di costi assoluti sono aumentati per l’undicesimo anno consecutivo (+4,2% nel 2020),
Anche l’evento più inaspettato e più avverso, qual è stata la pandemia, non ha potuto fermare la crescita che, da un decennio a questa parte, caratterizza l’industria del risparmio gestito. A livello globale nel 2020 gli Asset under Management, sulla scia di mercati in crescita grazie a vaccini e stimoli fiscali e monetari, hanno infatti raggiunto un nuovo picco di 92,5 mila miliardi di euro, in crescita dell’11% rispetto al 2019. Anche l’Europa è stata interessata dal fenomeno: le masse gestite sono cresciute del 5% fino ad arrivare a 25,2 miliardi di dollari, una cifra mai raggiunta prima. È quanto emerge dallo studio European asset management after an unprecedented year targato McKinsey.
In merito alle diverse tipologie di fondi, le strategie a gestione attiva sono arrivate a rappresentare l’80% degli AuM, catturando il 32% dei flussi netti dell’anno. Molto bene i fondi posizionati su strumenti monetari in cui sono affluiti circa 240 miliardi di euro nell’intero anno, costituendo il 31% dei flussi netti totali. Le tradizionali asset class rifugio come il reddito fisso attivo hanno visto invece livelli di afflussi netti inferiori rispetto al 2019, risultato principalmente dovuto ai deflussi realizzati nel primo trimestre. Fronte gestione passiva, le masse gestite sono cresciute nell’anno del 10%, con una crescita netta dell’8%, il secondo aumento più grande tra tutte le classi di prodotto. Nel complesso, il 2020 è stato il terzo anno consecutivo in cui i prodotti passivi hanno registrato una crescita a due cifre dei flussi netti, espandendo la loro quota a circa il 15% degli AUM totali e salendo al terzo posto tra le asset class più importanti (dopo il reddito fisso attivo e l’azionario attivo).
Infine a livello di profittabilità, dopo un decennio in cui il settore ha lottato per tornare alle vette di redditività del 2007, il 2020 è stato un buon anno. Nonostante il margine di ricavi sia diminuito da 33,5 a 32,8 punti base, anche per effetto dello sbilanciamento dei flussi verso classi di attività a basso rendimento, i mercati al rialzo hanno compensato la contrazione delle commissioni. Il pool di ricavi è cresciuto del 7% (a 55 miliardi di euro nel 2020 da 51,6 miliardi di euro nel 2019), e il pool di profitti è aumentato dell’11%, a 22,8 miliardi di euro. Di contro i pool di costi assoluti sono aumentati per l’undicesimo anno consecutivo (+4,2% nel 2020), evidenziando quanto la redditività del settore dipenda fortemente dai mercati in crescita. Nel complesso il rapporto costi-ricavi è rimasto relativamente stabile nel 2020 al 59%.