Il 21% degli italiani considera le banche come fonte di informazioni su nuovi prodotti e servizi finanziari, sottolineando l’importanza di una comunicazione facile, diretta e personalizzabile
Il 40% concorda sul ruolo della scuola e delle università, considerate luoghi ideali per lo sviluppo di una prima fase di consapevolezza sul tema dell’educazione finanziaria. Lo stesso vale per la famiglia (19,3%)
Sara Sampietro, Università Cattolica: “I ragazzi dimostrano interesse non solo per questioni tipiche della loro giovane età, ma anche per temi più difficili come la sostenibilità, la salute, l’alimentazione e, non ultimi, l’economia e il risparmio”
Quando si parla di educazione finanziaria emergono sentimenti contrastanti, che non sempre hanno a che vedere con tematiche positive come la consapevolezza, la responsabilità e la sicurezza. Ma quali sono i punti di riferimento degli italiani in questo contesto? E cosa succede quando si tratta di giovani e giovanissimi?
A rivelarlo è la ricerca Risparmio informato, svolta all’interno del progetto Opinion leader 4 future e condotta dall’Università Cattolica in collaborazione con Credem su campione di 140 soggetti con un’età compresa tra i 20 e i 59 anni. Quello che emerge è che i principali punti di riferimento in materia finanziaria per tutte le generazioni sono gli esperti del settore e i consulenti di varia natura (come i consulenti finanziari degli istituti bancari, gli assicuratori e i commercialisti di famiglia), citati dal 37,14% del campione. Una percentuale che sale al 51,43% per la generazione X (nati tra il 1965 e il 1980, ndr) e che scivola al 22,86% nel caso delle generazioni Y e Z (nati rispettivamente tra il 1981 e il 1996 e tra il 1996 e il 2010).
Al secondo posto si posizionano
i genitori e la famiglia in generale, che raccolgono il 25% del campione generale, il 41,43% delle generazioni Y e Z e l’8,57% della generazione X. Seguono
le banche con il 21%, “intese come istituzioni e fonte di informazioni su nuovi prodotti e nuovi servizi finanziari”, precisano i ricercatori, e per le quali si sottolinea l’importanza di una comunicazione “il più possibile facile, diretta e personalizzabile”. Chiudono il cerchio le competenze personali (16,43% dell’intero cluster), gli amici e i conoscenti fidati (15,71%) e i siti internet (8,57%).
Le aree su cui investire in futuro: occhio agli influencer
Per quanto riguarda invece le aree su cui investire per accrescere la consapevolezza sul tema dell’educazione finanziaria, tutte le generazioni concordano sul ruolo ricoperto dalla scuola e dalle università (40%). Ma a emergere sono anche i social media e gli influencer, che conquistano il 30% del campione complessivo e oltre il 51% dei millennial e degli zeta. In controtendenza il mondo degli adulti, che cita questo settore solo nell’8,6% dei casi, mentre considera in maniera più rilevante il web generalista (21,43%). Rientrano nella top 5 anche le istituzioni bancarie con il 12,14% del totale degli intervistati, seguite da professionisti competenti (12,14%), tv e radio (11,43%) e giornali e riviste specializzate (8,57%). Meno rilevante, invece, il materiale cartaceo distribuito in banca, considerato solo dallo 0,71% del campione generale.
“Gli approfondimenti di ricerca presentati in questi mesi ci hanno permesso di osservare più da vicino le generazioni Z e Y, facendo emergere aspetti particolarmente stimolanti che aprono a nuove opportunità”, spiega
Sara Sampietro, ricercatrice dell’Università Cattolica e coordinatrice del progetto Opinion leader 4 future. “I ragazzi dimostrano interesse non solo per questioni tipiche della loro giovane età, ma anche per temi più difficili come la sostenibilità, la salute, l’alimentazione e, non ultimi, l’economia e il risparmio. In questo senso – conclude – la curiosità, la pragmaticità, le capacità di problem solving e la consapevolezza del futuro incerto di questa generazione, offrono terreno fertile per ipotizzare nuovi modelli di sensibilizzazione finanziaria, dotando i
risparmiatori del domani degli strumenti e delle competenze fondamentali per compiere scelte informate ed efficienti”.
Il 21% degli italiani considera le banche come fonte di informazioni su nuovi prodotti e servizi finanziari, sottolineando l’importanza di una comunicazione facile, diretta e personalizzabileIl 40% concorda sul ruolo della scuola e delle università, considerate luoghi ideali per lo sviluppo di una p…