Per la Consob l’assenza di un quadro giuridico preciso determina l’impossibilità di attuare un’efficace tutela legale e contrattuale degli interessi dei detentori di criptovalute, che possono, pertanto, trovarsi esposti a dover subire ingenti perdite economiche
I revisori legali sono chiamati ad effettuare sui propri clienti verifiche rafforzate circa l’attendibilità delle operazioni e dei soggetti coinvolti nell’ambito dei cripto-asset
Le raccomandazioni della Consob ai revisori legali
Ad avviso della Consob, i revisori legali con incarichi sui bilanci di società che fanno operazioni nell’ambito dei cripto-asset devono prestare particolare attenzione ai fattori di rischio correlati a questo settore.
È bene ribadire, infatti, che le attività aventi a oggetto le valute virtuali sono altamente esposte a fenomeni di riciclaggio.
In realtà, il “richiamo” all’attenzione pubblicato dalla Consob si estende a tutti i revisori chiamati a prestare consulenza su società, controllate e controllanti, che:
- gestiscono piattaforme di exchange
- svolgono attività aventi a oggetto l’emissione, l’intermediazione, il lending o il deposito di crypto-asset
- prestano altro genere di servizi in tale settore.
I fattori di rischio
Più in particolare, la Consob raccomanda, tanto nella fase di acquisizione e mantenimento di incarichi di revisione legale, quanto nell’espletamento di altri servizi di consulenza connessi, di svolgere tutte le dovute attività preliminari volte a determinare, in modo quanto più preciso possibile, i fattori di rischio.
I fattori di rischio vanno valutati attraverso una valutazione estesa a:
- tutta la società
- alla Direzione
- ai responsabili della governance.
Per espletare correttamente la valutazione sul rischio, i revisori devono effettuare un’analisi di tutte le fonti che possono avere rilevanza a tal fine. In questo senso, osserva la Consob, è importante attingere informazioni:
- da banche dati pubbliche e private
- incontri con il cliente
- confronti con l’eventuale precedente revisore.
Il revisore legale deve essere in grado di valutare tutti i rischi anche in considerazione delle interconnessioni che esistono tra i soggetti che a più livelli sono coinvolti nell’ambito di questo settore, anche attraverso un’apposita verifica rafforzata, da cui, in caso di anomalie o sospetti, far partire segnalazioni all’Uif.
Le criptovalute: le indicazioni della Consob
Come rammenta, testualmente, la Consob:
- le monete virtuali non hanno corso legale in quasi nessun angolo del pianeta e dunque l’accettazione come mezzo di pagamento è su base volontaria
- le monete virtuali non sono regolate da enti centrali governativi, ma sono generalmente emesse e controllate dall’ente emittente secondo regole proprie, a cui i membri della comunità di riferimento accettano di aderire;
- ci sono Stati che hanno deciso di sperimentare, sotto il proprio controllo, l’utilizzo di moneta virtuale nei propri Paesi (es. l’Uruguay con l’e-peso) o ne hanno annunciato il loro utilizzo senza che però si abbiano maggiori informazioni al riguardo (es. il Venezuela con il Petro) o, ancora, che abbiano in cantiere iniziative al riguardo (es. Estonia e Svezia).
La natura relativamente anonima delle valute digitali, ha reso questi strumenti molto inclini ad essere utilizzati periclitare il denaro o svolgere attività illegali.
Inoltre, le criptovalute possono comportare rischi notevoli anche con riguardo alle truffe.
Pongono quindi numerosi interrogativi in termini di protezione dei consumatori/investitori.
I rischi per la gestione della politica monetaria sembrano, invece, del tutto improbabili, considerata la loro attuale esigua diffusione.