Il 2022 di Poste Italiane si è chiuso con ricavi in crescita del 6% a 11,9 miliardi, con un Ebit in aumento del 24,1% a 2,3 miliardi e un risultato netto in calo del 4,3% a 1,5 miliardi di euro
Per il 2023 il gruppo prevede una flessione dei ricavi assicurativi da 2,15 a 1,6 miliardi
Nel 2023 Poste Italiane si aspetta di realizzare un utile netto di 1,7 miliardi (dagli 1,5 del 2022) e un risultato operativo pari a 2,5 miliardi di euro (da 2,36). Il target del dividendo per il 2023 salirà del 9% a 0,71 euro per azione, mentre per il 2022 il dividendo proposto sarà innalzato a 0,61 euro in crescita annua del 10%. Questi i dati fondamentali sulla guidance presentata oggi dal gruppo guidato da Matteo Del Fante – gruppo che ha resistito bene alle intemperie finanziarie del 2022 anche sul fronte dei servizi finanziari i cui ricavi sono aumentati del 3,9% a 5,76 miliardi, grazie a un margine d’interesse lievitato del 28,6%. Il titolo Poste non ha esultato in seguito alla comunicazione della guidance e sottoperforma il Ftse Mib (in avanzata) con un calo intorno all’1% (alle ore 12:30).
Più in generale, il 2022 di Poste Italiane si è chiuso con ricavi in crescita del 6% a 11,9 miliardi, con un Ebit in aumento del 24,1% a 2,3 miliardi e un risultato netto in calo del 4,3% a 1,5 miliardi di euro. “Poste Italiane ha registrato risultati solidi con un risultato operativo del 2022 a livelli record, più che raddoppiato rispetto al 2017”, ha commentato l’ad Del Fante, “sulla base della nostra sovraperformance, stiamo aumentando il dividendo per il 2022 e il target per il 2023”.
Ai risultati del 2022 hanno dato il maggior contributo positivo le linee di business legate ai pagamenti, con ricavi in crescita del 30% a 1,1 miliardi, e quella del settore assicurativo, con ricavi in aumento del 15,7% a 2,15 miliardi.
Assicurazioni, Poste prevede un 2023 in sordina
Per il 2023 il gruppo prevede una flessione dei ricavi assicurativi da 2,15 a 1,6 miliardi, con un risultato operativo che passerà da 1,35 a 1,4 miliardi e un utile netto “sostanzialmente stabile” a 1 miliardo. I premi lordi del ramo Vita hanno osservato già nel 2022 una flessione del 2,2%, ancorché in aumento nel quarto trimestre. Il coefficiente di solvibilità nel frattempo è migliorato dal 207% al 253%.
Nei Servizi Assicurativi Poste “conferma la sua rilevanza nella profittabilità del gruppo… Il Gruppo fa leva sulla posizione di leadership nel comparto Vita e mira a sviluppare ulteriormente il comparto Danni con un’offerta integrata modulare composta da soluzioni personalizzate di protezione, assistenza e servizi”, si legge nelle previsioni per l’anno in corso, “l’acquisizione di Net Insurance, che si perfezionerà nel corso del secondo trimestre, contribuirà ad accelerare la crescita e la redditività del business della protezione”.
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Servizi finanziari, effetto tassi positivo crescerà nel 2023
Tornando ai servizi finanziari, l’aumento degli interessi attivi dovuto all’aumento dei tassi operato dalla Bce ha più che compensato un 2022 altrimenti debole sul fronte delle entrate commissionali. Nell’ordine, i ricavi sulla raccolta del risparmio postale sono scesi dell’8,7%, quelli legati alla distribuzione di prodotti terzi del 3,7% e quelli sulla gestione del risparmio dell’1,3%. Il calo dei mercati ha ridotto l’ammontare complessivo delle masse gestite del 4,1% a 562 miliardi di euro, nonostante una raccolta netta dei prodotti di risparmio e investimento sia stata positiva per 7,1 miliardi.
Su questa linea di business Poste si aspetta di vedere un aumento dei ricavi da 5,76 a 5,9 miliardi nel 2023 con un margine d’interesse in ulteriore aumento da 1,91 a 2,2 miliardi. In particolare, le commissioni da distribuzione del risparmio postale sono previste in aumento a 1,6 a 1,7 miliardi. “Nella Strategic Business Unit Servizi Finanziari il Risparmio Postale rimarrà al centro dell’offerta di servizi finanziari del Gruppo, disponendo di una proposizione commerciale rinnovata e competitiva, confermandosi uno strumento semplice e trasparente per i risparmiatori”, ha affermato Poste, “al tempo stesso il margine di interesse continuerà a contribuire ai ricavi supportato da tassi superiori in un mutato contesto macro”.