Alla base delle indagini c’è un meccanismo di arbitraggio sui dividendi conosciuto come “cum-cum” o “cum-ex”, che consente di non pagare le imposte sulle cedole incassate
La Direction générale des finances publiques ha effettuato i primi controlli a fine 2021, per importi che oscillano dalle decine alle centinaia di milioni di euro
La maxi-inchiesta giunge in un momento di caos per il settore bancario, dopo il crack della Silicon Valley Bank e l’acquisizione di Credit Suisse da parte di Ubs
Cinque banche sono rimaste coinvolte nel più grande blitz mai orchestrato dalla Procura finanziaria di Parigi, nell’ambito di un’inchiesta su una presunta maxi-frode fiscale. Stando a quanto risulta al quotidiano francese Le Monde, le sedi di Société Générale, Bnp Paribas, Hsbc, Natixis ed Exane (controllata di Bnp Paribas) sono state perquisite dalle forze di polizia a partire dalle 9.30 di martedì mattina, sospettate di riciclaggio di denaro legato al pagamento di dividendi azionari.
Alla base delle indagini c’è infatti un meccanismo di arbitraggio sui dividendi conosciuto come “cum-cum” o “cum-ex”, che permette di non pagare le imposte sulle cedole incassate; uno schema di trading, in altre parole, in cui banche e investitori scambiano rapidamente azioni di società in prossimità del giorno del pagamento dei dividendi, in modo da eludere le tasse. Il “cum-cum”, spiega Le Monde, si traduce in diversi miliardi di euro di mancate entrate fiscali ogni anno. A puntare il faro sul sistema era stato proprio il quotidiano parigino nel 2018, nell’ambito di uno scandalo finanziario che aveva coinvolto decine di istituti finanziari europei. I cinque colossi francesi erano nel mirino delle autorità fiscali dal 2017. La Direction générale des finances publiques (o DGFiP), che dipende dal ministero delle Finanze, ha effettuato i primi controlli fiscali a fine 2021 per importi che oscillano dalle decine alle centinaia di milioni di euro.
I paesi coinvolti
L’inchiesta mobilita oggi “16 pubblici ministeri e oltre 150 investigatori”, ha dichiarato il procuratore finanziario francese (Pnf, l’equivalente della Guardia finanziaria italiana, ndr) in un comunicato; questi ultimi operano in collegamento con sei inquirenti di Colonia, in base a un accordo di mutua assistenza giudiziaria tra Francia e Germania. Lo scorso 28 febbraio, infatti, le perquisizioni avevano già coinvolto le abitazioni di 16 dipendenti e top manager di Hsbc nell’ambito del ramo tedesco dell’operazione. A indagare sulle presunte frodi fiscali, accanto a Francia e Germania, sono anche Belgio, Olanda e Danimarca.
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Cosa rischiano le banche
Société Générale e Bnp Paribas hanno confermato le perquisizioni, ha rivelato l’agenzia di stampa britannica Reuters. Hsbc, Natixis ed Exane non hanno invece risposto immediatamente alle richieste di commento. Un portavoce dell’ufficio della procura finanziaria francese ha dichiarato a Reuters che è impossibile quantificare con esattezza l’entità della frode, ma che le banche, nel complesso, dovranno far fronte a una richiesta di risarcimento da oltre un miliardo di dollari. Lo scorso dicembre un tribunale tedesco aveva già condannato l’avvocato tributarista Hanno Berger a otto anni di carcere, accusato di aver organizzato una delle più grandi frodi del dopoguerra nel Paese sui dividendi che, secondo alcune stime, sarebbe costata ai contribuenti tedeschi circa 10 miliardi di euro.
Deutsche Bank: le ragioni del crollo
La maxi-inchiesta giunge tra l’altro in un momento di caos per il settore bancario, dopo il crack della Silicon Valley Bank e della Signature Bank e l’acquisizione di Credit Suisse da parte dei rivali svizzeri di Ubs per tre miliardi di franchi. Senza dimenticare le recenti turbolenze sul titolo di Deutsche Bank, giunto a perdere il 14% durante la seduta di venerdì, il peggior ribasso intraday dall’inizio della crisi pandemica. Stando a quanto riportato da Bloomberg, le authority tedesche hanno individuato un’operazione su alcuni derivati legati alla banca tedesca che potrebbe aver innescato il crollo in Borsa della scorsa settimana; si parla di una scommessa ribassista sui credit default swap legati alle obbligazioni subordinate per cinque milioni di euro.