Come si intersecano arte e tecnologia nel 2023?
È passato ormai un triennio dall’esplosione degli nft. Molto è stato detto, molto è stato scritto dopo lo storico record dell’nft di Beeple (69,3 milioni di dollari nel marzo 2021, Christie’s) e di quello di Pak (92 milioni di dollari nel dicembre dello stesso anno, Nifty Gateway). Si era davanti a un fenomeno speculativo? Forse. O almeno in certe manifestazioni. Ma le turbolenze attraversate nell’ultimo biennio sembrano aver lasciato spazio alla qualità degli asset e a un collezionismo integrato con l’arte “tradizionale”. Per di più, oltre i tre quarti degli intervistati dichiara di collezionare arte digitale fin dal 2021.
Digitale o meno, il collezionismo è sempre collezionismo
La ricerca si concentra su un periodo limitato ma significativo, quello che va da aprile a luglio 2023. Interrogati, 300 collezionisti di arte digitale sparsi in tutto il globo (55% uomini, 39% donne, 6% “non specificato”). Di questi, il 72% ha dichiarato di possedere anche arte tradizionale, nel senso di non nft. Da notare inoltre che tra i collezionisti di arte digitale che non possiedono ancora opere d’arte tradizionale, il 53% ha intenzione di farlo nel prossimo futuro. Ma cosa si intende per collezionismo di arte digitale? La categoria attualmente più collezionata è l’arte generativa (55%), capace di esercitare una profonda fascinazione grazie alla potenza evolutiva degli algoritmi dell’intelligenza artificiale, un’area della creatività che solleva diverse problematiche legali relative al diritto d’autore; le piattaforme usate per l’acquisto di arte generativa sono FXhash e ArtBlocks.
Segue la ormai “classica” arte basata sulla blockchain (48%). Il 56% degli intervistati ha dichiarato che la flessione del mercato delle criptovalute non ha avuto impatto sulla decisione di collezionare o meno nft, soprattutto se il collezionista è donna. Per il 37% il comportamento è rimasto invariato; il restante 19% dichiara di avere aumentato gli scambi. Per quasi la metà (48%) di tutti i collezionisti la volatilità delle criptovalute non influisce sul valore percepito della propria collezione. Tuttavia, oltre i due terzi del campione sarebbero disposti a esplorare la possibilità di acquisire nft garantiti da stablecoin, per ridurre al minimo gli effetti della volatilità delle criptovalute sul valore delle loro collezioni.
Per collezionare arte digitale servono per forza le criptovalute? No.
Inoltre, solo il 16% preferisce esplicitamente le criptovalute come metodo di pagamento principale. Si continua a collezionare nft per avere relazioni con gli artisti (65%), un senso di appartenenza alla comunità (38%), per ricevere inviti a eventi nella vita reale (35%). Altri fattori importanti sono l’apprezzamento dell’arte digitale (86%), la possibilità di sostenere l’artista digitale (84%) e la prova della proprietà digitale (78%). A sorpresa (o forse no, se si ha dimestichezza con la psicologia del collezionista), sono ritenuti meno importanti rispetto alle altre motivazioni la preferenza per l’assenza di intermediari tradizionali (59%) e l’accessibilità economica rispetto all’arte tradizionale di prezzo più elevato (55%).
Motori di crescita per il collezionismo di digital art
Fattori che in futuro potrebbero alimentare ulteriormente il collezionismo di arte digitale sono anche: maggiore cura e contestualizzazione (48%), storia espositiva dell’artista con istituzioni significative (47%) e maggiore adozione da parte delle collezioni museali (40%). D’altra parte, solo pochi intervistati (22%) hanno dichiarato che acquisterebbero di più se il processo di pagamento fosse più semplice. Tutto ciò (in primis l’apprezzamento per la curatela) fa capire che l’arte digitale non è che un’altra forma d’arte. Ethereum, Tezos, Solana, Polygon e Bitcoin sono i cinque protocolli più frequentemente collezionati. In particolare, la maggior parte dei collezionisti (86%) sta attualmente collezionando sulla blockchain Ethereum, con Tezos (55%) al secondo posto tra i protocolli preferiti. Anche Solana è cresciuto in popolarità, con il 40% degli intervistati che hanno collezioni di arte digitale basate su questo protocollo.
Ma i collezionisti sono interessati a esplorare ulteriormente Bitcoin, Algorand e Polkadot. Le prime tre piattaforme preferite da tutti i collezionisti intervistati sono OpenSea con il 35%, Objkt con il 27% e fxhash con il 22%. Dopo arte generativa e arte su blockchain (nft) la categoria più apprezzata risulta essere quella della pittura digitale (da circa un terzo dei collezionisti – 32%).
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Una netta polarizzazione del collezionismo
A livello dimensionale, si assiste a una netta polarizzazione del collezionismo: la maggior parte degli intervistati dichiara di possedere più di 100 opere d’arte o meno di 20. L’87% degli intervistati dichiara di acquistare arte digitale più di una volta all’anno; il 30% di questi acquista su base trimestrale quando non mensile, se non addirittura – cosa molto interessante – settimanale (il 25%).
Circa la metà degli intervistati spende di solito meno di 100 dollari per opera; il 41% tra i 101 e i 1.000 dollari e il 7% da 1.001 dollari in su. Il prezzo più alto emerso dall’indagine è stato di un milione di dollari. È evidente che – a fronte di prezzi nettamente inferiori – i collezionisti di arte digitale acquistano con molta maggior frequenza rispetto a quelli di arte tradizionale. La potenzialità di mercato è concreta. Il dualismo digital art / fine art non sussiste per oltre i 4/5 (83%) della platea dei collezionisti: l’arte digitale è uguale a quella tradizionale, essendo percepita in valore e significati all’altra.
Tokenizzazione, questa sconosciuta
E la tokenizzazione? L’acquisto di opere d’arte frazionate è certamente un’opzione ancora relativamente nuova, ma i collezionisti più esperti ne stanno approfittando. Si ricordi che l’nft collezionabile più caro di sempre, quello di Pak, suddiviso in 266.445 token, è stato acquistato da 28.000 persone. Oggi, il 21% dei possessori di nft ha dichiarato di aver già effettuato acquisti di arte frazionata. Solo il 7% ha dichiarato di non conoscere ancora il concetto di frazionamento proprietario dell’arte. Il resto della maggioranza non è interessato all’argomento (37%) o non ha ancora avuto l’opportunità di approfondirlo (31%).
Se l’ondata iniziale di entusiasmo speculativo si è attenuata, l’ascesa dell’arte digitale è solo all’inizio: guardando al futuro, il 71% del campione esprime l’intenzione di collezionare un numero equivalente o addirittura superiore di nft d’arte nei prossimi 12 mesi rispetto all’anno precedente. I 3/4 circa dei collezionisti intervistati ritiene che l’importanza dell’arte digitale crescerà nei prossimi anni, con un 37% che prevede un aumento significativo della sua rilevanza. Il lungo viaggio della digital arte è appena iniziato.