Fino al termine di agosto, la Fondation Louis Vuitton ospiterà a Parigi la mostra Basquiat x Warhol. Painting Four Hands, dedicata alla collaborazione instauratasi tra Jean-Michel Basquiat (1960-1988) e Andy Warhol (1928-1987) tra il 1984 e il 1985. L’esibizione – la più grande mai organizzata in tema – ricomprende 80 (delle oltre 160) opere realizzate a quattro mani dai due artisti, alcune di quelle create individualmente e lavori di artisti preminenti nella scena culturale newyorkese degli anni ’80, quali Futura 2000, Michael Halsband, Keith Haring, Jenny Holzer e Kenny Scharf.
È interessante qui capire la genesi di questa collaborazione (e amicizia) – definita da Keith Haring come “una conversazione fatta attraverso i quadri e non tramite parole” – nata tra due persone al tempo completamente diverse. Nonostante oggi vengano entrambi considerati tra gli artisti più innovativi e influenti del ventesimo secolo, negli anni ’80 Basquiat era solo una giovane promessa del mondo dell’arte americano, mentre Warhol era già una celebrità globale e un’icona della Pop Art (basti pensare che Campbell’s Soup Cans è stata realizzata nel 1962). Com’è avvenuto dunque il primo contatto tra i due? Sembra che in quel periodo Bruno Bischofberger, gallerista di Warhol, organizzasse dei pranzi alla Factory con Warhol e giovani artisti con cui il gallerista iniziava a lavorare. L’idea era quella di far realizzare a Warhol dei ritratti degli artisti appena conosciuti, in cambio di una loro opera. Nel 1982, Bischofberger portò Basquiat alla Factory per pranzo, ma successe qualcosa di inaspettato. Al posto che sedersi e pranzare, Jean-Michel convinse Andy a scattare una polaroid insieme: si assentò per poco più di due ore, tornando con un quadro che rappresentava la foto scattata, ancora fresco di pittura. Warhol fu molto colpito dalla velocità e dalla creatività di Basquiat, accettando di iniziare una collaborazione in cui fu coinvolto anche l’artista italiano Francesco Clemente (il trio realizzò un totale di 15 pezzi).
Andy Warhol, Jean-Michel Basquiat, Bruno Bischofberger e Francesco Clemente, New York, 1984.
Credits: Galerie Bruno Bischofberger.
Andy e Jean-Michel proseguirono poi la loro collaborazione, ispirandosi a vicenda e sfidando le convenzioni prestabilite (Warhol diventò anche una figura paterna per Basquiat, proteggendolo dalla fama raggiunta in così breve tempo e allontanandolo dal forte abuso di stupefacenti). Basquiat spinse Warhol a tornare alla pittura, dopo l’utilizzo più che ventennale della serigrafia. In alcune interviste, Basquiat ha spiegato che talvolta era Andy a iniziare per primo un’opera, disegnando un prodotto o un logo (quali quelli di General Electric, Paramount o delle olimpiadi). Basquiat procedeva poi “deturpando” il disegno. Infine, Warhol veniva spinto a lavorare nuovamente sul quadro imitando lo stile di Jean-Michel. Talvolta invece, come nel caso di Sweet Pungent e GE/Skull (entrambi del 1984-1985), era Basquiat a iniziare il dipinto utilizzando la tecnica serigrafica di Andy per ricreare le proprie linee pittoriche.
Andy Warhol, Portrait of Jean-Michel Basquiat as David (1984).
Courtesy Fondation Louis Vuitton.
La totale sincronia tra i due si rifletteva anche nei temi trattati, spesso già sollevati da Basquiat nei propri lavori (le problematiche legate alle diversità razziali, il colonialismo e brutalità della polizia). Buoni esempi sono il dipinto Arm and Hammer II (1984-1985) e Olympic Rings (1985). Il primo, partito dal logo Arm and Hammer disegnato da Warhol, è poi stato modificato da Basquiat, che ha ritratto nel quadro il musicista jazz Charlie Parker. Similmente il secondo, sempre iniziato da Warhol con il disegno dei cerchi olimpici, è stato modificato da Basquiat colorando di nero alcuni dei cerchi olimpici e aggiungendo alla composizione un viso afroamericano. Un altro pezzo particolarmente rilevante della mostra è Ten Punching Bags (Last Supper) (1985). Mai esposta durante la vita dei due artisti, l’opera è composta da dieci sacchi da boxe su cui Warhol ha disegnato il viso di Cristo così come già immaginato da Leonardo da Vinci nell’Ultima Cena. Basquiat, ha poi aggiunto la parola Judge e la sua emblematica corona. Sembra che l’opera rappresenti l’atmosfera tragica respirata dai due artisti a fine 1985, quando venne assassinato lo street artist Michael Stewart, amico di Jean-Michel.
Jean-Michel Basquiat & Andy Warhol, OP OP (1984-1985).
Courtesy Fondation Louis Vuitton.
Nel 1985 Warhol e Basquiat decisero di esporre sedici dei propri lavori nella galleria di Tony Shafrazi in Mercer Street (il poster iconico della mostra ritrae entrambi gli artisti con guantoni da boxe). L’esibizione non fu apprezzata dai critici, che la reputarono poco interessante. Per questo motivo Basquiat iniziò ad allontanarsi da Warhol e la collaborazione artistica terminò, anche se i due rimasero amici. Nel 1987, Andy morì dopo un’operazione chirurgica e Jean-Michel mancò per overdose solo un anno e mezzo dopo.
Jean-Michel Basquiat & Andy Warhol, Ten Punching Bags (Last Supper) (1985).
Courtesy Fondation Louis Vuitton.
Nonostante la breve vita della collaborazione tra Andy e Jean-Michel e la scomparsa di entrambi gli artisti, il mercato si è sempre dimostrato interessato alle opere nate dall’insolito duo. Le quotazioni non hanno però mai raggiunto quelle individuali: il record per Andy è stato realizzato da Christie’s lo scorso anno con la vendita di Shot Sage Blue Marilyn (1964), venduta a Larry Gagosian per 195 milioni di dollari, mentre il record di Basquiat è quello battuto da Sotheby’s nel 2017 con Untitled (1982), aggiudicato per 110.5 milioni di dollari. Tra le 13 opere del duo vendute all’asta, il record è stato realizzato da Phillips New York nel 2014 con il quadro Zenith (1985), comprato per 11.4 milioni di dollari. Altri buoni risultati sono stati realizzati da Taxi, 45th/Broadway (1984-1985) venduto nel 2018 da Sotheby’s New York per 9.4 milioni di dollari e Sweet Pungent (1984-1985) aggiudicato per 4.4 milioni di pound da Sotheby’s London nel 2017. L’anno scorso, la stessa sera in cui è stato venduto Shot Sage Blue Marilyn, Christie’s New York ha aggiudicato anche GE/Skull e ½ Keep Frozen (entrambe 1984-1985) rispettivamente per 4.6 e 3 milioni di dollari (tutte e tre le opere facevano parte della collezione del commerciante d’arte svizzero Thomas Ammann). Infine, il record realizzato da un’opera creata dal trio Warhol-Basquiat-Clemente è quello di Origin of Cotton (1984), venduta per 429.000 pound da Sotheby’s Londra nel 2018.
Jean-Michel Basquiat & Andy Warhol, Olympic Rings (1985).
Courtesy Fondation Louis Vuitton.
In copertina: Andy Warhol & Jean-Michel Basquiat, Arm and Hammer II (1984-1985). Courtesy Fondation Louis Vuitton.