Amazon ha collocato bond triennali con un tasso dello 0,4%, il più basso mai registrato nella storia del corporate bond Usa, come riporta Ft
Secondo Marco Bernardeschi, chief investment officer di Jci Capital, quello di Amazon è l’esempio lampante del cosiddetto “Tina” (There is no alternative)
Un bel salto considerando che, nel 2017, per finanziare l’acquisizione della catena di supermercati Whole Foods, il gigante dell’e-commerce aveva collocato obbligazioni per 16 miliardi di dollari con un rendimento sul bond triennale pari all’1,9%. Un tasso quasi 5 volte superiore all’attuale 0,4%, che, come evidenzia il Financial Times, è il rendimento più basso mai registrato nella storia delle offerte di corporate bond (obbligazioni aziendali) negli Stati Uniti. Guardando al passato, ricorda l’Ft, tassi così bassi per i corporate bond si erano visti solo nel 2012/2013 per diverse aziende tra cui Apple, Ibm e Walt Disney. All’epoca la Federal Reserve aveva portato il costo del denaro a zero per consentire all’economia di riprendersi dopo la crisi dei mutui subprime.
Per Marco Bernardeschi, chief investment officer di Jci Capital, il rendimento quasi azzerato delle obbligazioni di Amazon è l’esempio lampante di un fenomeno denominato “Tina”, acronimo di “There is no alternative” ovvero “Non c’è alternativa”. I rendimenti delle obbligazioni corporate a livelli così bassi e con un premio al rischio schiacciato spingono infatti gli investitori dall’obbligazionario verso l’azionario. “Se un bond Amazon rende 0,4% un investitore preferisce avere una quota dell’azienda stessa”, spiega Bernardeschi, sottolineando che il ragionamento sottostante è il seguente: “Se l’azienda è percepita così sana e solida (ndr, come indicherebbero i tassi quasi a zero) comprare l’azione mi darà sicuramente un rendimento sotto forma di dividendo unito al possibile apprezzamento del capitale investito derivante dal business model in crescita”. Così facendo, l’afflusso di moneta si sta spostando dalla parte obbligazionaria alla parte equity. Tuttavia, continua Bernardeschi, “se non c’è domanda per i bond, dovrebbero alzarsi i rendimenti ma gli acquisti da parte della Fed li mantengono bassi”. Questo crea uno squilibrio e, a detta di Bernardeschi, un “completo scollegamento tra i valori degli asset finanziari, il rischio percepito (quasi zero nel caso di Amazon) e l’economia reale”. Un circolo vizioso che sta alimentando il rally dell’azionario americano, facendo crescere quella che il Cio di Jci definisce una vera e propria “bolla”.