Il rally di Wall Street, che ha visto protagonista il comparto tecnologico, appare in forte contrasto con l’economia reale, duramente colpita dalla pandemia
Ecco i 3 fattori che, a detta gli esperti di McKinsey, giustificano la resilienza del mercato azionario Usa
Nel mezzo di una pesante recessione, l’S&P 500 ha continuato a macinare nuovi record e sembra ignorare il reale andamento dell’economia Usa. Nel corso della prima giornata delle trimestrali (il 13 ottobre) arriveranno importanti indicazioni sull’impatto della pandemia sui bilanci delle aziende americane. Ma cosa c’è dietro alla disconnessione tra Wall Street e Main Street? Una recente analisi di McKinsey ha identificato tre fattori alla base della resilienza degli indici statunitensi. “Alcuni economisti e investitori affermano che il mercato azionario non è più guidato dai fondamentali economici, ma sta invece conducendo una vita propria, distaccata dalla realtà. Non siamo d’accordo” scrivono Marc Goedhart, Tim Koller e Peter Stumpner, autori del report. Ecco il perché.
1. Il mercato azionario ha una prospettiva di lungo termine
Stando ai calcoli di McKinsey, se nei prossimi due anni i profitti aziendali dovessero scendere del 50% (rispetto allo scenario base) per poi tornare ai livelli e ai tassi di crescita pre-crisi, ciò si tradurrebbe in un calo del valore attualizzato del mercato azionario di circa il 10%.
Illustrazione dell’impatto della crisi del covid 19 sul valore del mercato azionario (Index 100=2020). Fonte: McKinsey
2. Il mercato azionario non fissa un valore per il mercato nel suo complesso ma valuta le singole aziende
Le aziende appartenenti ad alcuni settori (es. oil&gas e turismo) sono state impattate in modo particolare dalla pandemia. Altre aziende, come quelle appartenenti ai settori TMT e tecnologia, hanno invece registrato una forte crescita durante il lockdown. Attualmente, i settori ad alta crescita pesano in modo particolare sull’azionario statunitense e, di conseguenza, il valore aggregato del mercato è rimasto resiliente. Basti pensare che Alphabet, Amazon, Apple, Facebook e Microsoft rappresentano collettivamente il 21% del valore di mercato, (era il 2% nel 1995 e il 16% all’inizio del 2020). “Senza queste cinque società mega cap, il valore del mercato 2020 sarebbe aumentato solo del 3%” e “senza il settore TMT nel suo insieme, la crescita sarebbe stata pari a zero” evidenzia il report.
3. Il valore di mercato delle società statunitensi quotate non riflette i livelli di occupazione o il Pil dell’economia reale
Anche di fronte a una grave depressione economica e occupazionale, “il mercato azionario in generale può andare relativamente bene” spiegano gli esperti di McKinsey. Questo perché, come accennato precedentemente, le aziende che sono andate relativamente bene durante la pandemia, ad oggi pesano molto sul mercato nel suo insieme. Al contrario, i settori che hanno sottoperformato, hanno un peso minore e sono meno rappresentati: “molte delle imprese edili e di servizi professionali, palestre, parrucchieri, ospedali, ristoranti e altre attività di servizi che generano molti posti di lavoro e contribuiscono materialmente al pil non sono neanche quotate” sottolinea lo studio.
“I numeri mostrano come il mercato azionario statunitense non sia né irrazionale né irregolare; il mix specifico di industrie al suo interno ha svolto un ruolo importante nel renderlo più resiliente dell’economia nel suo complesso” conclude il report.
Il rally di Wall Street, che ha visto protagonista il comparto tecnologico, appare in forte contrasto con l’economia reale, duramente colpita dalla pandemiaEcco i 3 fattori che, a detta gli esperti di McKinsey, giustificano la resilienza del mercato azionario Usa
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