Dopo la caduta di Bonaparte, nel 1814, le potenze vincitricisi incontrarono a Vienna per riordinare gli equilibri europei sconvolti dal ventennio napoleonico. La sua consorte, Maria Luisa d’Asburgo Lorena, rientrata in Austria sotto la protezione del padre, l’imperatore Francesco II, era stata ben felice di abbandonare la corte francese dove non si era mai trovata a suo agio; aveva sempre percepito nel popolo francese il risentimento verso una imperatrice di origini austriache che aveva preso il posto dell’amata Giuseppina e allo stesso tempo lo aveva temuto, colpevole di avere ghigliottinato la zia Maria Antonietta.
Nel 1815 un accordo tra Austria, Prussia e Russia assegnò a Maria Luisa e a suo figlio Napoleone II il Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla. L’iniziale opposizione di Inghilterra, Francia e Spagna, che vedevano nel figlio di Napoleone il rischio di un ritorno del bonapartismo, fu superata grazie al risaputo disinteresse di Maria Luisa per la politica, alla sua rinuncia alla dignità imperiale e al divieto a Napoleone II di seguire la madre in Italia.
Nel marzo del 1816 Maria Luisa partì per l’Italia, triste del forzato allontanamento dal figlio, ma speranzosa di trovare un popolo accogliente e soprattutto felice di essere accompagnata dal suo amato generale Adam Albert von Neipperg. Prima di prendere il possesso del Ducato Maria Luisa decise di italianizzare il suo nome cambiandolo in Maria Luigia e, dopo una breve sosta nel nuovo palazzo ducale di Colorno il 19 aprile, entrò ufficialmente a Parma.
Le sue attese non furono deluse, la popolazione la accolse con grande entusiasmo, vedendo nell’arrivo di questa giovane imperatrice austriaca una speranza di miglioramento delle proprie condizioni di vita. Il Ducato soffriva di una certa arretratezza nell’industria, nel commercio e nelle arti; il bestiame e la seta erano le uniche risorse che gli permettevano di sostenersi e di acquistare dall’estero quanto non veniva prodotto. L’intento di Maria Luigia era proprio quello di aiutare i suoi sudditi, ed essendo grande amante delle arti e del teatro, di trasformare Parma in una “piccola Vienna”.
Nei molti suoi scritti raccontava: “Il mio unico desiderio è di poter trascorrere qui la mia esistenza nella più grande tranquillità…ho il modo di poter rendere quattrocentomila anime felici, di proteggere le scienze e le arti, non sono ambiziosa, e ho la speranza di trascorrere qui un gran numero di anni, che si rassomiglieranno tutti, ma che tutti saranno dolci e tranquilli.” Il generale von Neipperg , che nella pratica assunse abilmente il governo del Ducato e i rapporti con l’estero, fu determinante al raggiungimento di questi obiettivi. Curando con grande impegno ogni minimo dettaglio, insegnò anche alla timida e riservata duchessa a farsi amare dai parmigiani facendo di lei una vera e propria istituzione.
La crescita rapida del Ducato ebbe inizio con la costruzione di opere pubbliche che abbellirono le città, migliorarono la viabilità nei territori e ridussero la disoccupazione, con la richiesta di maestranze e la creazione di indotto. Dato il suo amore per le arti ed essendo dotata di grande gusto, Maria Luigia proseguì l’usanza di Napoleone di far coniare splendide medaglie per celebrare la realizzazione di queste opere. La costruzione del ponte sul fiume Taro fu una delle prime, resasi necessaria dal fatto che nessun ponte costruito fino ad allora aveva resistito alle improvvise piene del fiume. Le comunicazioni sulla via Emilia erano frequentemente interrotte e questo costringeva i viaggiatori a difficili e pericolosi passaggi di fortuna. Il 25 febbraio 1816 fu decretata la costruzione del ponte sulla strada che congiunge Parma a Borgo S. Donnino (oggi Fidenza) secondo il progetto dell’ing. Antonio Cocconcelli. Lungo quasi seicento metri, formato da venti arcate, il nuovo solido ponte fu impreziosito dalle statue raffiguranti i quattro fiumi Parma, Taro, Enza e Stirone, scolpite dal parmense Giuseppe Carra.
Medaglia in argento 1818. Ponte sul fiume Taro. Opus. Santarelli.
Testa diademata a d. con filo di perle. R/ Ponte sul fiume Taro con 7
arcate e albero in primo piano. Diametro mm. 41. Molto rara.
Crippa Numismatica asta 12/9/20 lotto 166
Il 10 ottobre 1819, alla presenza dello zio arciduca Ranieri, la Duchessa Maria Luigia collocò solennemente nella pietra augurale del ponte una scatola contenente un suo ritratto sotto cristallo, monete del Ducato, una lamina di metallo con iscrizione, un metro d’argento e tre medaglie (in oro, argento e bronzo) fatte eseguire per ricordare questa opera.
Tra il 1836 e il 1837 venne costruito l’edificio delle Beccherie (il macello pubblico). “Era da tempo desiderato in Parma che le Beccherie sparse per la città con incomodo di abitanti e con iscapito della salute pubblica fossero unite in un solo luogo. Tale provvedimento fu dato a S. M. (Maria Luigia) col decretare la erezione di un capace edificio nella piazza detta della Ghiaia, sulla destra sponda del torrente che attraversa la città… L’edificio delle Beccherie ha al piano terra 21 botteghe nelle quali si trovano distribuiti tutti i beccai; all’estremità settentrionale sta una vasta ghiacciaia per deposito e conserva delle carni nella stagione calda… Disegno e direzione del primo architetto di Corte cav. Nicola Bettoli. Costruite negli anni 1836 e 1837. Maria Luigia con decreto del 12 gennaio 1838 ne fece magnifico dono al Comune.” (1)
Medaglia in argento 1836. Le Beccherie di Parma. Opus E. Galli. Nel centro busto a sinistra,
con diadema e velo. R/ Nel campo figura femminile (Clio, Musa della Storia) in piedi, paludata,
in atto di scrivere su un foglio di pergamena, appoggiato a una tavoletta sopra un cippo.
Diametro mm. 59. Rarissima.
Crippa Numismatica asta del 12/9/20 lotto 175
Nel 1833 Maria Luigia fece costruire il ponte sul torrente Nure e nel 1840 il ponte sul fiume Tidone. “A otto chilometri e mezzo da Piacenza la Via Emilia è attraversata dal torrente Nure in prossimità di Pontenure. Poiché qui la strada faceva tortuosi giri prima di imboccare l’attraversamento del torrente, Maria Luigia decretò il 18 luglio 1833 il raddrizzamento di quel tronco di strada e la costruzione di un nuovo ponte in muratura di mattoni. I lavori cominciarono il primo ottobre dello stesso anno secondo il progetto dell’ingegnere Antonio Cocconcelli e disegni dell’ingegnere Francesco Belleni; il ponte venne terminato nel maggio 1838.” (2)
Medaglia in argento 1838. Ponte sul torrente Nure. Opus E. Galli. Nel centro busto a sinistra,
con diadema e velo. R/ Nel campo ponte a cinque archi sul torrente Nure. A destra in primo
piano due pioppi, in lontananza Borgo di Pontenure. Diametro. mm. 56. Rarissima
Crippa Numismatica asta del 12/9/20 lotto 179
Medaglia in argento 1841. Ponte sul torrente Tidone. Opus E. Galli e D. Bentelli. Nel centro busto
a sinistra, con diadema e velo. R/ Nel campo la figura simbolica del fiume Tidone, coronato di
spighe e uva, col braccio destro appoggiato ad un otre rovesciato da cui sgorga acqua.
In lontananza a destra si vede il ponte su uno sfondo di colline. Diametro mm. 56 mm. Rarissima
Crippa Numismatica asta del 12/9/20 lotto 181
Nel 1835 Maria Luigia riprese e completò la strada della Cisa. ” Strada che mette in comunicazione il Ducato di Parma col Ducato di Toscana. L’apertura di questa strada fu decretata sotto il governo francese il 5 luglio 1808 e in origine doveva condurre da Parma alla Spezia, da cui prende la denominazione. I lavori furono incominciati nel 1809 e continuati fino al 1813, ma poi furono interrotti e abbandonati…I lavori fatti nell’epoca francese tendevano solo a mantenerla come strada someggiabile. Nel 1835 si riprendono i lavori per condurla a fine, alzando tratti depressi, aggiustando tratti dirupati, facendo muri di sostegno, completamento di fossi di scolo, costruzione di chiavicotti e di ponti per agevolare l’uscita delle acque, rifacimento della massicciata.
I lavori più importanti furono il gran muraglione del Micone sul Taro, il taglio del monte di Brinzera, l’ampliamento della strada a metri 7 (da 5). Nel 1838 si posero robuste barriere di legno alle ripe più pericolose e nel 1839 si costituirono case rifugio a distanze fisse e altre ad uso degli Stradaiuoli… “.(3)
Medaglia in argento 1841. Strada della Cisa. Opus C. Voigt. Nel centro busto a sinistra con
diadema, velo e manto di ermellino. R/ Nel campo, a sinistra, Mercurio stante con caduceo,
rivolto verso una figura muliebre seduta a destra, appoggiata a una ruota, con nella sinistra
un’asta terminata da due ali e da una mano aperta (allegoria della sicurezza e della velocità).
Nel centro una colonna migliare. Diametro 56 mm. Rarissima
Crippa Numismatica asta del 12/9/20 lotto 183
Il trentennale governo di Maria Luigia finì con la sua morte nel 1847, alla vigilia dei nuovi sconvolgimenti del ’48. La timida imperatrice che visse, come lei stessa scriveva, “un’epoca più grande di lei” è ancora oggi ricordata con grande affetto e riconoscenza nei territori dell’ex ducato.
(1) Johnson C. Collezione Johnson di medaglie – Vol. V – La restaurazione in Italia 1815 – 1859-60. Milano, 2007, pag. 50 n. 1192.
(2) Johnson C. Collezione Johnson di medaglie – Vol. V – La restaurazione in Italia 1815 – 1859-60. Milano, 2007, pag. 52 n. 1194.
(3) Johnson C. Collezione Johnson di medaglie – Vol. V – La restaurazione in Italia 1815 – 1859-60. Milano, 2007, pag. 54 n. 1195.
Dopo la caduta di Bonaparte, nel 1814, le potenze vincitricisi incontrarono a Vienna per riordinare gli equilibri europei sconvolti dal ventennio napoleonico. La sua consorte, Maria Luisa d’Asburgo Lorena, rientrata in Austria sotto la protezione del padre, l’imperatore Francesco II, era stata ben f…