“Past Times (Kerry James Marshall, 1997) era un quadro stimato 2 milioni di dollari. Quando Puff Daddy lo acquista nel maggio del 2018 da Sotheby’s, l’opera arriva a 23 milioni”
“Anche la popstar Jay Z colleziona arte preziosa, e non è certo un caso che una sua canzone si chiami proprio Picasso Baby. Kanye West dal canto suo fa anche il pittore, ed è un grande collezionista di George Condo, cui aveva affidato la copertina del suo album My Dark Twisted Fantasy“
Le pop star fungono da influencer anche nel mondo dell’arte. “Nelle fiere internazionali, se una star compra un’opera, il giorno dopo ci sono centinaia di persone che fanno la fila davanti alla galleria”
Se l’effetto sul mercato dell’arte è tanto dirompente, c’è un effetto di “distorsione” o “induzione all’acquisto” da parte degli art advisor di cui si avvale la popstar che colleziona?
Arte e popstar, un connubio che viene da lontano
“Puff Daddy colleziona opere d’arte dal 2011, introdotto al lavoro di Kerry James Marshall dal musicista e produttore canadese Murda Beatz, appassionato collezionista d’arte. La collezione di Combs attualmente comprende opere di nomi all – star come Andy Warhol, Keith Haring, Ai Weiwei e Jean-Michel Basquiat”.
“Anche la popstar Jay Z colleziona arte preziosa, e non è certo un caso che una sua canzone si chiami proprio Picasso Baby. Kanye West dal canto suo fa anche il pittore, ed è un grande collezionista di George Condo, cui aveva affidato la copertina del suo album My Dark Twisted Fantasy. Fatto non nuovo, che affonda le sue radici nella mitica ‘banana‘ di Andy Warhol per i Velvet Underground, passando per i Red Hot Chili Peppers: Damien Hirst è infatti l’autore della copertina di I’m with you (2011). E forse non tutti sanno che lo stesso Damien Hirst diresse il video Country House dei Blur (1995), con cui frequentò il Goldsmiths College”.
Per moda e per amore
Il meccanismo emulativo tipico della moda scatta ogniqualvolta le grandi star comprano un’opera d’arte. “Soprattutto nelle fiere internazionali. Qui, se una star compra un’opera, il giorno dopo ci sono centinaia di persone che fanno la fila davanti alla galleria”. Le pop star fungono da influencer anche nel mondo dell’arte. “Alcuni lo fanno per mostrare dei trofei, altri per vero amore per l’arte”. Un po’ come la moda, “le collezioni rappresentano la personalità del collezionista”. Quelle attuali si stanno sempre più spingendo verso l’ultra contemporaneo, a discapito dell’arte precedente. Il che è comprensibile: “quando artisti come Rothko, Pollock, iniziano ad raggiungere le cifre di 80, 90 milioni di dollari, una fascia importante di collezionisti viene tagliata fuori. Coloro i quali erano soliti comprarle a 15/20 milioni, devono spostarsi necessariamente su altre opere”.
Ma l’elenco di celebrities collezioniste è lungo. “Pharrell Williams, ad esempio. Poi vi sono collezionisti come Brad Pitt, Di Caprio. Anche Michael Douglas e Ben Stiller, lo sono”. Vi è poi chi trascende il mero collezionare, integrando l’intera esperienza artistica con tripudio nel proprio lavoro. “Si pensi alla collaborazione fra Lady Gaga e Jeff Koons per la copertina del suo disco Artpop [guarda caso, ndr] e alla statua che poi lui le ha fatto. Contaminazione artistica proseguita anche con la performance live del nostro Francesco Vezzoli, mentre lei suonava un pianoforte decorato con farfalle di Damien Hirst”.
A tal proposito Alessandro Buganza aggiunge un’informazione molto interessante per l’ecosistema italiano dell’arte: “Negli Usa l’art advisor è visto come una sorta di commercialista, di consulente. Percepisce un emolumento fisso a fronte del servizio prestato, sia che l’acquisto vada in porto o meno”. In ultima analisi però, l’acquisto di arte dovrebbe “essere guidato dalla pancia”. Si potrebbe scoprire così che “un artista emergente può costare anche 20.000 euro”. E’ tutto da guadagnare.