Questa aggiudicazione è emblematica di quanto l’emergenza sanitaria internazionale abbia consolidato la fiducia nel commercio on line e conferma, inoltre, il trend di crescita costante dei diamanti di grande caratura ed altissima qualità (in questo caso, si tratta di un diamante di tipo IIA, con colore D e purezza VVS1).
Nel 2018, sempre da Christie’s, è stato venduto un diamante da 20.47 carati (colore D, purezza FL), al prezzo di 2.652.500,00 dollari, pari a 129.579,87 dollari al carato. Nel 2009, da Sotheby’s, il prezzo raggiunto per un diamante da 29,53 carati (colore D, purezza IF), è stato di 3.498.500,00 dollari, pari a 118.472,74 dollari al carato.
Negli ultimi 20 anni, i diamanti appartenenti a questa fascia di qualità hanno subito un incremento di valore del 129% (Fonte: Diamond Price Statistics Annual Report). Tale dato conferma che alcuni diamanti (non tutti) conservano inalterato il loro valore nel tempo e possono costituire un ottimo investimento di lungo periodo. Si tratta di diamanti con caratteristiche eccezionali in termini di caratura, colore e purezza.
Il diamante aggiudicato ieri pesa 28.86 carati e gli è stato assegnato, dal “Gemological Institue of America”, il grado di colore più alto, “D”, e il grado di purezza, tra i più alti, “VVS1”.
Il colore viene, infatti, determinato su una scala che parte dalla lettera “D” e termina con la lettera “Z”, dove il colore D rappresenta l’”Exceptional white” (totalmente privo di sfumature giallastre) e le lettere successive, fino alla Z, si riferiscono ad un livello di sfumatura e di saturazione nel giallo sempre maggiore (dovuta alla presenza di atomi di azoto nel reticolo cristallino).
La purezza “VVS1”, rappresenta il secondo (terzo nella scala americana) livello piu alto della scala di purezza, intesa come assenza di inclusioni interne. La classificazione parte, infatti, dall’acronimo IF (“internally flawless”) a cui segue l’acronimo “VVS1” (“very very small inclusion”) per spostarsi fino all’acronimo “I” (“Imperfect”), nella scala americana, o “P” (“Piquet”), nella scala europea. A tali gradi di purezza vengono, inoltre, attribuiti degli ulteriori sottogradi progressivi (1, 2 e, in alcuni casi, 3) in relazione al numero ed alla posizione delle inclusioni.
Ma cosa significa “tipo IIa”?
I diamanti sono oggetto di una classificazione cd. “scientifica”, trasversale rispetto alla classificazione gemmologica (basata sulle “4C”: color, clarity, cut, carats) e parametrata sulla composizione chimica del diamante, ossia sulla presenza o meno di altri elementi chimici (azoto e boro) oltre al carbonio. Il diamante, nella sua forma pura, è, infatti, costituito da un reticolo cristallino di soli atomi di carbonio disposti secondo una struttura tetraedrica.
Accade spesso che alcuni elementi, come l’azoto o il boro, sostituiscano gli atomi di carbonio all’interno della struttura cristallina.
I diamanti in cui sono presenti atomi di azoto (responsabile della sfumatura giallastra o del vero e proprio colore giallo dei diamanti fancy) appartengono al Tipo I, che si suddivide a sua volta, in altri sottotipi, a seconda della disposizione degli atomi di azoto all’interno della struttura cristallina.
I diamanti in cui non sono presenti atomi di azoto appartengono al tipo II, che si suddivide, a sua volta, in tipo IIa se sono presenti solo atomi di carbonio e in tipo IIb se sono presenti atomi di boro (responsabile della colorazione blu del diamante).
I diamanti di tipo IIa rappresentano, quindi, la forma più pura del diamante, quella costituita esclusivamente da atomi di carbonio. I diamanti di tipo IIa sono prevalentemente incolori ma possono anche presentarsi in alcune tonalità di colore, come ad esempio il rosa, la cui causa non è da individuarsi nella composizione chimica del diamante bensì in difetti nella struttura cristallina.
I diamanti di tipo IIa incolori sono statisticamente quelli con la migliore combinazione di caratura, colore e purezza. Appartengono, infatti, al tipo IIA la maggior parte dei diamanti piu grandi e piu puri estratti al mondo, come il Cullinan I (530 carati) e il Koh I Noor (105.60 carati), entrambi conservati nel Museo della Torre di Londra.