“Spero di non dover mai dire ‘whatever it takes’, come” fatto dal presidente Mario Draghi al culmine della crisi dell’Eurozona “perché sarebbe la prova di un fallimento di altre aree della politica europea”
Promette quindi impegno, agilità ed inclusione, affermando che la condivisione dei rischi deve essere l’obiettivo finale dell’Eurozona
La ex direttrice del Fmi ha poi messo in guardia su come “sia necessario riflettere e prestare attenzione agli effetti collaterali delle misure non convenzionali”
“Il cambiamento climatico è una delle sfide globali più urgenti per la società odierna”. E su questo Christine Lagarde ha già presentato un libro bianco di domande e risposte al Parlamento europeo
Durante l’audizione, Lagarde ha infatti ribadito che la politica monetaria nell’Eurozona dovrà rimanere accomodante. Molto, e a lungo. Promette quindi impegno, agilità ed inclusione, affermando che la condivisione dei rischi deve essere l’obiettivo finale dell’Eurozona.
La politica monetaria della Bce “deve e dovrà essere agile nel rispondere alle sfide di un mondo in cambiamento e al contempo rispettare il proprio mandato”. In questo senso Lagarde ha lodato la flessibilità e l’inventiva della politica monetaria della Bce negli scorsi anni. La quale, utilizzando strumenti non convenzionali è riuscita a sostenere l’economia dell’Eurozona.
La Bce dopo Draghi: “ancora diversi rischi”
“Sono d’accordo con la valutazione del consiglio direttivo della Banca Centrale Europea. Ovvero che è necessario un ampio grado di accomodamento monetario per raggiungere il target” della stabilità dei prezzi, ha detto Lagarde. Questo perché l’economia dell’Eurozona “affronta ancora diversi rischi provenienti dall’esterno”, mentre “l’inflazione si mantiene al di sotto del target”. La ex direttrice del Fondo Monetario Internazionale ha però messo in guardia su come “al contempo sia necessario riflettere e prestare attenzione agli effetti collaterali delle misure non convenzionali che sono state messe in campo”. Tali misure dovranno quindi essere valutate periodicamente tenendo in considerazione costi e benefici.
Serve infatti “una semplificazione delle regole di bilancio dell’Eurozona, oltre a un bilancio comune dell’area”.
Eurobond all’orizzonte?
A lungo termine inoltre bisognerebbe “valutare uno strumento simile ai Treasury Bond americani” come strumento di stabilizzazione dell’economia, “che non abbiamo al momento nell’Eurozona”. Si tratta di uno strumento più volte ipotizzato, quello dei cosiddetti Eurobond, il quale ha sempre però incontrato forti resistenze politiche da parte dei Paesi forti dell’area euro.
Infine, ha aggiunto la Lagarde che la “politica fiscale deve aiutare a stabilizzare l’economia” in caso di shock esterni. Ma soprattutto evitare di “affidarsi troppo alla politica monetaria” per sostenere la crescita.
Una Bce attiva per l’ambiente
Christine ha anche espresso una chiara volontà di rendere la Banca Centrale Europea attrice vitale nella lotta al cambiamento climatico. La sua visione è stata presentata in un libro bianco di 48 pagine di risposte a quesiti del Parlamento europeo. “La discussione su se e in che modo le banche centrali e le autorità di vigilanza bancaria possano contribuire a mitigare i cambiamenti climatici è in una fase iniziale”. Ma dovrebbe essere una priorità, ha detto Lagarde. “Il cambiamento climatico è una delle sfide globali più urgenti per la società odierna”.