Gli economisti di Goldman Sachs prevedono un calo del pil delle principali economie avanzate dell’11% su base annua
Per la banca d’affari statunitense i mercati potrebbero scendere ancora, ma non toccare i minimi dello scorso mese
Occhi puntati sui colossi del tech: Alphabet ha chiuso il primo trimestre con una crescita del fatturato del 13%
Alla luce del fatto che la fase di mercato orso, con perdite tra il 30 e il 35% a Wall Street, appare in linea con gli altri bear market “event-driven” del passato (cioè innescati da uno shock esogeno), secondo Goldman Sachs si aprono dunque due orizzonti possibili: in un primo scenario, i mercati potrebbero scendere ancora, ma non toccare i minimi dello scorso mese; in un secondo scenario, invece, avendo già scontato la ripresa, le azioni potrebbero restare bloccate in un “trading range” (movimento laterale). In particolare, per tornare ai massimi del 19 febbraio, quando l’S&P 500 sfiorò i 3.386,15 punti, il listino statunitense dovrebbe recuperare ancora il 18,2% circa. Resta più indietro invece il Ftse Mib, per il quale la distanza dal picco pre-crisi appare molto più ampia: 44%.
Negli Usa il settore tecnologico sopravvive alla crisi
In questo contesto, secondo gli analisti di Goldman Sachs, le aziende statunitensi che potrebbero sopravvivere alla crisi e guadagnare il titolo di vincitrici nel lungo termine restano quelle tecnologiche. Lo dimostrano anche i risultati trimestrali di Alphabet: il gigante statunitense dei motori di ricerca nei primi tre mesi dell’anno ha registrato una crescita del fatturato del 13%, raggiungendo i 41,2 miliardi dollari nonostante la battuta d’arresto della raccolta pubblicitaria. Occhi puntati anche sui conti di Facebook e Microsoft. La società di Mark Zuckerberg ha segnato una salto in avanti di 18 punti percentuali in termini di ricavi, con 17,74 miliardi di dollari. In crescita anche l’utile netto a 4,9 miliardi pari a 1,71 dollari per azione. Quanto a Microsoft, i profitti trimestrali sono cresciuti dell’22%, superando la quota dei 10 miliardi.
In Europa vincono i “Granolas”
In Europa, invece, nel post-crisi potrebbero “fare bene”, dicono gli analisti, una combinazione di settori strutturalmente forti e stabili: la sanità, i beni di prima necessità e la tecnologia. “I titoli di questi settori li abbiamo soprannominati Granolas – spiegano – Glaxosmithkline, Roche, Asml, Nestlé, Novartis, Novo Nordisk, L’Oreal, Lvmh, Astrazeneca, SAP, Sanofi, Potr”. Si tratterebbe di aziende con bilanci “relativamente solidi, bassa crescita della volatilità e buoni rendimenti dei dividendi”, continuano gli analisti.