Unicredit ha risolto anticipatamente il rapporto con l’ex ceo Jean Pierre Mustier, affidando l’interregno di qui al 15 aprile 2021 al direttore generale Ranieri de Marchis
Si fanno sempre più insistenti le voci di “una fusione a tre” (Unicredit-Mps-Bpm). Un’operazione di questo tipo sarebbe «molto complessa e ambiziosa. Non è semplice in termine di modelli di business, di razionalizzazione dei costi. Sarebbe un banco di prova robusto»
Di incertezza che penalizza «l’equity story di Unicredit» parlano gli analisti di Intesa Sanpaolo, i quali tuttavia sottolineano la positività dei trend operativi. Aggiungendo che i conti hanno mostrato un utile operativo netto oltre le attese
Gli azionisti non resteranno a bocca asciutta: Mustier ha trovato il modo di remunerare gli azionisti con un dividendo ordinario e straordinario per complessivi 1,1 miliardi di euro
La scelta del nuovo amministratore delegato ricade su una personalità dal «curriculum eccellente nel settore m&a», osserva il professor Stefano Caselli, prorettore per le attività internazionali dell’Università Bocconi. È prevedibile una intensificazione dell’attività di Unicredit nel settore delle operazioni straordinarie, «non solo in Italia», prosegue il docente.
Ogni cambiamento però porta con sé una quota di incertezza, quella che devono aver percepito gli operatori in Piazza Affari, dato che il titolo di Unicredit ha ceduto il 3,16% nelle contrattazioni nel primo giorno (11/2/2021) della nuova era senza Mustier.
Di incertezza che penalizza «l’equity story di Unicredit» parlano gli analisti di Intesa Sanpaolo, i quali tuttavia sottolineano la positività dei trend operativi. Aggiungendo che i conti hanno mostrato un utile operativo netto oltre le attese, se si escludono gli elementi non ricorrenti.
Il 2020 per Unicredit si chiude con una perdita contabile di 2,785 miliardi di euro (nel 2019 si era avuto un utile netto contabile di 3,373 miliardi). Gravano sul bilancio anche i cinque miliardi di euro di accantonamenti per rettifiche su crediti. «Una mossa prudenziale, che utilizza il bilancio 2020 per mettersi al riparo da rischi futuri e dare più slancio al 2021-2022», è l’interpretazione di Stefano Caselli.
Gli azionisti tuttavia non resteranno a bocca asciutta: Mustier ha trovato il modo di remunerare gli azionisti con un dividendo ordinario di 447 milioni (268 milioni in denaro più 179 in riacquisto azioni). In particolare, considerando le distribuzioni ordinaria e straordinaria dei dividendi, agli azionisti andrà un importo totale pari a 1,1 miliardi (0,8 miliardi di riacquisto azioni proprie più dividendi cash per 0,3 miliardi). Nell’assemblea del 15 aprile si procederà al ripianamento della perdita d’esercizio con l’utilizzo della riserva sovrapprezzo azioni.
Gli analisti di Equita Sim parlano di utile sottostante del quarto trimestre «nettamente superiore alle attese», principalmente per «un minore costo del rischio». Gli esperti sottolineano che «a livello operativo la banca ha riportato numeri complessivamente in linea con le attese. La principale sorpresa positiva viene da un costo del rischio migliore» rispetto a quanto atteso. Per il 2021, la banca prevede un utile netto superiore ai tre miliardi.
«Di posizione di forza» del bilancio parla lo stesso Mustier, nella sua nota finale. L’ex ad celebra «un approccio al rischio prudente» e «una gestione dei costi oculata», nel solco di «un impegno costante nel perseguire risultati sostenibili nel lungo periodo». Il manager, nel suo commiato, si augura che Unicredit «resti un player pan-Europeo di successo», non senza aver aggiungere la speranza «che le nostre strade possano incrociarsi di nuovo in futuro».