Molti artisti e designer contemporanei hanno scelto come base operativa l’Italia, paese rinomato per il suo legame con il bello e con l’arte, luogo dove è ancora possibile trovare aziende artigiane di altissimo livello. Agustina Bottoni, designer argentina, 11 anni fa ha deciso di trasferirsi a Milano dove ha trovato terreno fertile per coltivare la sua carriera nel mondo del design.
Laureatasi in design della moda all’Università di Buenos Aires, Agustina ha mossi i suoi primi passi lavorando nell’industria della moda locale finché nel 2012 decide di frequentare un master in design presso la Nuova Accademia di Belle Arti di Milano dove poi deciderà di stabilirsi e aprire il suo studio.
Il suo percorso lavorativo vede importanti collaborazioni con brand come: Coin Casa, Campari, Ikea, Abet Laminati, Colé, firma inoltre progetti per Galerie Chevalier, Gallerie Philia, Amelie Maison d’Art, e Building Gallery.
La carriera
Agustina collabora con aziende e gallerie internazionali occupandosi di sviluppo prodotto, arredamento e installazioni.
I prodotti da lei sviluppati vengono concepiti come pezzi di alto artigianato, realizzati con le migliori maestranze italiane; essi possono essere considerati “arredamenti/sculture” connotati da una distintiva eleganza e sensibilità contemporanea.
Le opere della designer mettono l’accento sul valore emozionale dell’oggetto e degli spazi, gli oggetti da lei creati hanno un forte legame con la “matericità” e si contraddistinguono per le forme armoniche e i colori delicati.
Agustina Bottoni con Foliage Rug fotografata da Roberto Nino Betancourt
Esposizioni e premi
Le opere di Agustina sono state esposte presso istituzioni internazionali dedicate all’arte e design, come Salone del Mobile, Design Miami, e Maison & Objet.
E’ stata inoltre selezionata nel 2016 da Triennale Milano come donna influente nel design italiano per la mostra “Women in Design”, Dwell Magazine la nomina designer emergente del 2018, e nel 2021 Marie Claire Maison la nomina tra i 50 migliori designer dell’anno.
Agustina è anche co-fondatrice del collettivo di design The Ladies’ Room, un progetto fondato nel 2016 insieme alle designer Ilaria Bianchi, Astrid Luglio e Sara Ricciardi, che analizza il design contemporaneo focalizzandosi sul tema del rinnovato bisogno di coinvolgimento sensoriale.
Di seguito trovate la mia intervista ad Agustina Bottoni.
Da quanti anni vivi in Italia e cosa ti ha fatto scegliere questo paese?
Vivo in Italia da 11 anni. Quando vivevo a Buenos Aires lavoravo come designer nell’industria della moda locale, ma sognavo di praticare il design in modo più ampio, ero interessata al design del prodotto e alla possibilità di lavorare con quelli che per me erano materiali nuovi.
Ero giovane e desiderosa d’imparare, pronta per una sfida e ho avuto l’opportunità per trasferirmi in Italia per conseguire un Master in Design. Ho scelto l’Italia perché anche senza averla visitata prima, il suo ricchissimo legame storico con l’arte e il design ha sempre attirato la mia attenzione.
Hangout. Foto di Roberto Nino Betancourt
Da dove nasce il tuo legame passione per il mondo del design?
Fin da piccola, ho sempre mostrato un’inclinazione verso i progetti creativi: costruivo le case per i miei animali domestici, progettavo scenografie ispirate alle fiabe che leggevo, risistemavo i mobili e decoravo la mia stanza seguendo le mie personali visioni di stile stravaganti. Quando ho scoperto che creare cose belle poteva diventare un vero lavoro, ho deciso di studiare design.
Cos’è per te il design?
L’atto di progettare è una realtà essenzialmente umana, ovvero un modo per creare cultura e dare forma al nostro mondo.
Qual è la scintilla che accende il tuo fuoco creativo, la ghianda da cui si sviluppa la tua poetica e il tuo lavoro, come direbbe Hillman ?
L’essenza da cui nasce la mia ispirazione, mi commuove pensarci, è la possibilità di creare bellezza in questo mondo. Nelle mie creazioni, abbraccio una visione poetica positiva ed ottimistica, seppur partendo dalla consapevolezza dell’enorme complessità del nostro mondo. Ed è proprio per questo che mi interessa poter dare il mio contributo: creare degli oggetti pensati come se fossero dei “buoni compagni”, belli e ricchi di significato.
High spirits glassware
Qual è il tuo rapporto con il mercato del design e i collezionisti?
Collaboro con diverse gallerie internazionali realizzando sculture e oggetti di collectible design come lampade e tappeti. Per me è un onore poter vedere le mie opere nelle case o inserite in progetti di interior. Ho prodotto una linea di bicchieri e oggetti in vetro realizzati artigianalmente in Italia che è molto apprezzata, soprattutto all’estero. Questo tipo di oggetti d’uso quotidiano sono più immediati e ed arrivano ad un mercato più ampio. Spesso capita che i clienti condividano con me le loro esperienze con i miei prodotti in modo positivo chiedendomi di ampliare le mie collezioni e tornando nel tempo ad acquistare le mie nuove creazioni, questo mi rende molto felice
Fra tutti i progetti che hai realizzato, qual è ad oggi quello che ti sta più a cuore?
Ogni progetto ha un po’ di me, ognuno porta in sé una speciale ricerca, per questo non posso scegliere uno in particolare. Trovo gioia quando le persone apprezzano sinceramente il mio lavoro. Quando si crea una particolare connessione emotiva con il fruitore, a volte in modo inaspettato ed è incredibilmente appagante. Alcuni oggetti come le mie sculture sonore Melodicware, invitano ad essere toccate e creano delle interazioni molto speciali.
Un altro esempio: la mia linea di bicchieri e calici realizzati artigianalmente, è composta da oggetti semplici, ma sono presenti nelle celebrazioni e nei momenti speciali delle vite delle persone, questo da loro un valore unico. E’ bello sapere di fare in qualche modo parte di questi momenti attraverso i miei oggetti di design.
Melodicware
Se fossi un materiale, quale saresti?
Sarei tutto ciò che può essere tessuto: un materiale che può prendere forme diverse, semplice e complesso allo stesso tempo.
Dove trovi la tua ispirazione?
L’ispirazione viene da un vasto archivio mentale che parte dalla mia natura particolarmente curiosa che si è arricchito negli anni attraverso le mie diverse esperienze di vita nel mondo. Sono interessata alle forme che ritrovo nell’architettura, nella scultura, negli oggetti vernacolari. Spesso mi ispiro anche alla natura, soprattutto all’equilibrio in cui ogni parte si completa con l’altra, alle geometrie nascoste, alla botanica e alla bellezza dei materiali naturali.
The glass line
Cosa pensi possa fare il mondo del design per proteggere il pianeta?
L’impatto ambientale del prodotto dovrebbe essere considerato in ogni progetto contemporaneo e perché questo avvenga ci sarebbe bisogno di cambiamenti strutturali profondi. In un mondo con risorse finite, è impossibile pensare a una crescita illimitata. Mettere in moto il cambiamento è un compito arduo ma necessario che deve coinvolgere i progettisti, l’industria e i consumatori.
Attualmente sto rafforzando la mia formazione sul design sostenibile e sto lavorando a progetti con aziende che condividono questo interesse. Credo sia fondamentale per il futuro del settore. Trovo sempre molto stimolante il dialogo che si crea con le aziende, che punta ad unire le mie capacità e sensibilità con le loro esigenze. È così che nascono i progetti d’impatto.
In copertina: Calici milanesi cocktail.
Courtesy tutte le immagini: Agustina Bottoni.