Far ripartire il paese pensando alle pmi, ma senza dimenticare i liberi professionisti
C’è una forte necessità di incentivi fiscali
Dei 54 miliardi di patrimonio globale dei fondi pensione negoziali presenti in Italia, meno del 4% viene investito in private market
InvestAifi, una piattaforma di lavoro tra investitori istituzionali italiani
Poter fornire capitali alle imprese rappresenta un interesse di carattere collettivo. Per il presidente di Aifi, Innocenzo Cipolletta, “l’interesse non è solo degli investitori ma nazionale: nel 2020 l’economia sta subendo una battuta d’arresto, le aziende hanno difficoltà e avranno bisogno di capitali. Le necessità di investimento in questo momento sono enormi sia perchè questa pandemia ci porterà a modificare alcuni processi produttivi sia perché le nuove tecnologie che si stanno presentando portano ad una necessità di modernizzazione del nostro sistema”.
Il mondo del private capital ha generato negli ultimi anni
ritorni particolamente elevati. Secondo l’ultima
analisi fatta da Kpmg sugli
investimenti di private capital, nel 2019 il settore ha ottenuto un
ritorno di oltre il 20%, mentre negli anni passati la cifra oscillava tra il 15 ed il 20%.
Aifi-Kpmg: rendimenti private equity e venture capital
“Sappiamo tutti che siamo in un mondo a tassi di interesse zero se non negativi, con gran parte dei titoli pubblici anch’essi prossimi allo zero, un’asset class che dà rendimenti a doppia cifra non è possibile trovarla da nessun’altra parte e quindi non può mancare nei portafogli degli investitori – ha sottolineato Cipolletta – Si tratta di un’asset class non liquida che impegna per un periodo di tempo più lungo e ancora poco presente nei portafogli delle assicurazioni e del mondo previdenziale”. L’interesse individuale e quello del paese in questo caso coincidono. “Credo che ci sia un interesse particolare degli investitori e dei gestori a portare avanti un maggior ruolo del private capital nella crescita delle imprese; non solo le assicurazioni e la previdenza complementare, ma anche il risparmio privato dei cittadini, almeno una quota può essere investita nel private capital”, insiste.
Attenzione agli incentivi fiscali
Dobbiamo far ripartire il paese. È questo lo slogan più ripetuto da quando la pandemia ha cominciato a frenare. “Ci sono grosse difficoltà per le imprese, che sono indebitate e sottocapitalizzate e nelle quali bisogna investire, senza dimenticare il mondo delle libere professioni. Devono ripartire insieme – afferma
Nunzio Luciano, presidente di Cassa Forense – C’è una forte necessità di incentivi per entrambi: i liberi professionisti, così come i fondi pensione, sono tassati da una doppia, iniqua e vessatoria tassazione. È una battaglia che stiamo portando avanti da tanti anni, ma che è ancora inascoltata. Le casse devono fare investimenti in imprese e infrastrutture, la cosiddetta economia reale. Però ci servono incentivi fiscali per continuare a fare investimenti utili all’intero paese e stare vicino alle pmi”.
A sostenere che gli incentivi fiscali aiuterebbero a investire sempre di più in asset class illiquide e nel sistema delle pmi è anche Giovanni Maggi, presidente di Assofondipensione e del comitato welfare di Confindustria. “Dei 54 miliardi di euro di patrimonio globale dei fondi pensione negoziali presenti in Italia, meno del 4% viene investito in private market o in asset class specifiche come il private equity o il private debt, infrastrutture e real estate”, afferma l’esperto. Gli iscritti al secondo pilastro della previdenza complementare sono 3,2 milioni, molto pochi se si considera che il bacino potenziale è molto più ampio. “Un paese moderno dovrebbe avere un’attenzione molto forte sulla sostenibilità del sistema previdenziale nel medio lungo/termine. Quindi il governo dovrebbe mettere in atto una politica di incentivazione all’adesione ai fondi pensione”.
Per Alberto Oliveti, presidente di Adepp, “bisogna pensare a una visione strategica del futuro, sia dal punto di vista economico ma anche sociale. Dovremo quindi continuare a diversificare i nostri investimenti, controllare una volatilità che sarà maggiore e dovremo essere attenti a opportunità di guadagno ma sempre nel rispetto dei criteri Esg. Il nostro paese deve essere aiutato nello sviluppo di infrastrutture, anche digitali che si sono rilevate indispensabili. Dobbiamo promuovere l’economia circolare, l’investimento sull’energia. Come Casse però dobbiamo risolvere alcuni problemi di fondo e per questo chiediamo aiuto al governo e all’opinione pubblica. Chiediamo che ci venga applicata una fiscalità equa, così come avviene nel resto d’Europa”.
La piattaforma InvestAifi, una sola voce di fronte alle istituzioni
Con gli investitori, Aifi vuole mantenere un dialogo costante e per questo ha costituito una piattaforma che si chiama InvestAifi in modo che investitori e gestori possano portare avanti delle battaglie comuni e in questo modo avvicinare l’Italia alla situazione degli altri paesi. Si tratta di una piattaforma di lavoro tra investitori istituzionali italiani (casse, qualche fondo pensione) dove scambiare le nostre idee per migliorare il rapporto tra domanda e offerta e lavorare insieme alle associazioni di categoria per muoverci nei confronti del governo con una sola voce di fronte alle istituzioni – spiega Anna Gervasoni, direttore generale di Aifi – Abbiamo attualmente in portafoglio 1500 imprese di private capital. Siamo ancora troppo piccoli e raccogliamo ancora pochi capitali, per questo abbiamo fatto un appello agli investitori sperando che ci diano un po’ più di munizioni per questi nostri interventi di lungo terminie che oggi sono così richiesti dall’economia reale”.
Come facilitare l’avvicinamento verso le asset class di private capital
Come avvicinare gli investitori istituzionali all’economia reale e all’economia delle imprese? Per facilitare l’avvicinamento verso le asset class di private capital, Aifi suggerisce in primo luogo l’allentamento, a livello comunitario, dei requisiti di assorbimento di capitale (in particolare Solvency II) per l’investimento in private capital da parte degli investitori istituzionali. È necessaria l’introduzione di un incentivo fiscale, nella forma di credito di imposta, riconosciuto in funzione e in proporzione all’ammontare investito in fondi di private capital e infine l’estensione all’investimento in fondi di private debt dell’incentivo fiscale relativo alla detassazione dei capital gain, già previsto per fondi pensione e casse di previdenza.
Far ripartire il paese pensando alle pmi, ma senza dimenticare i liberi professionistiC’è una forte necessità di incentivi fiscaliDei 54 miliardi di patrimonio globale dei fondi pensione negoziali presenti in Italia, meno del 4% viene investito in private marketInvestAifi, una piattaforma di lavoro …