Il 2022 si chiuderà con il mercato del lusso globale in crescita del 21%, arrivando a sfiorare la quota stellare di €1.400 miliardi. La fetta maggiore della crescita spetta ai beni di lusso personali, al +22% con €353 miliardi. Per il 2023, le previsioni parlano di una marginalità delle imprese dell’alto di gamma in crescita del 6%. Nel 2030 il valore di mercato dei personal luxury goods dovrebbe arrivare a circa €540-580 miliardi, almeno il 60% in più rispetto al 2022. Sono le evidenze sull’andamento del mercato e le previsioni future emerse durante il 21esimo Osservatorio Altagamma, grazie all’Altagamma Consensus 2023, realizzato con il supporto dell’Altagamma-Bain Worldwide Luxury Market Monitor.
La divulgazione è avvenuta a Milano, alla presenza del ministro Adolfo Urso (Imprese e Made in Italy). L’aumento dei costi energetici, l’inflazione crescente, la carenza di materie prime, le tensioni geopolitiche e il calo del potere d’acquisto di alcune fasce di consumatori incideranno in parte sulle performance dei mercati del lusso nel 2023, che però rimarranno elevate.
Le nuove geografie dei mercati del lusso nel 2023
In Europa il lusso crescerà del 5%, grazie soprattutto all’aumento dei viaggi internazionali, in primo luogo quelli dagli Usa e dai Paesi Arabi, a compensazione del la più debole domanda interna. Anche per gli Stati Uniti, si prevede una crescita del +5%, leggermente inferiore a quella di America Latina e Giappone (+6%). I consumatori statunitensi di fascia alta nel 2023 saranno i meno influenzati dai costi in crescita, grazie a un mercato del lavoro più forte e ai risparmi accumulati.
Non solo Cina per i luxury goods
La Cina resta l’anello più debole della crescita a causa delle permanenti severe politiche di confinamento covid. In caso di ritorno al suo pieno potenziale di consumo, come evidenzia Claudia D’Arpizio di Bain & Company, i consumi potrebbero crescere del 9%. In tal caso, gli effetti delle politiche governative di Pechino per una “prosperità comune” potrebbero rendere i consumatori cinesi i “best performer” del 2023. Nel lungo periodo la Cina resta il maggiore mercato del lusso, trainato dalla prosperità della classe media, dalle nuove generazioni e dallo sviluppo di nuovi poli.
Nei prossimi 10 anni non si prevede una “nuova Cina”, specifica Claudia Levato di Bain & Company, ma molteplici nuove geografie saranno fondamentali per lo sviluppo del mercato del lusso. Si pensi alla Corea, all’India. Il sud Korea sta scippando al Giappone il ruolo che il Sol Levante ha avuto per anni a livello di cultura pop e di consumo dei beni di lusso occidentali. L’India dal canto suo è un Paese in cui il 40% della popolazione appartiene alla Generazione Z, molto più propensa a spendere in questa tipologia di merci e servizi rispetto ai propri genitori.
Per il Middle East e la Turchia si prevede un +7%, grazie ai consumi dei russi (in questi Paesi non sono in atto sanzioni).
Consumi luxury, com’è andato il 2022
Come evidenziato da Claudia D’Arpizio, hanno brillato le categorie auto di lusso, in crescita nonostante la disruption nell’ambito delle catene di approvvigionamento, dei microchip. Gli yacht, per il global order booking è salito del 20%. I jet privati, che stanno avendo un andamento simile a quello dei natanti di lusso, anche se ancor più pongono temi di sostenibilità. L’arte, mercato visto sempre più come opportunità di investimento (i recenti risultati delle aste più blasonate lo dimostrano). Sta crescendo nel settore fine art la quotazione di artisti espressioe della diversity, come donne e colored people. Forte crescita per il design di alta qualità. I vini sono cresciuti, ma meno degli spiriti aumentati del 14-15%. Hanno performato bene tutti i liquori prodotti con l‘agave, come la tequila e il mescal. Buone performance anche per alti cibi e ristoranti, hotel di lusso, crociere di lusso, sempre più simili all’esperienza dello yachting.
Altagamma, lusso 2023. Vincerà la pelletteria (borsette soprattutto)
Tutte le categorie vedranno un aumento del valore delle vendite. Non solo per l’aumento dei prezzi, ma anche per l’aumento dei volumi. Si riconferma la leadership degli accessori che continuano nel loro trend positivo: +8,5% per la pelletteria e +7% per le calzature. L’abbigliamento e la cosmesi rimangono stabili con +6% il primo e +5,5% il secondo. La cosmesi in particolare è trainata dall’Asia, mentre l’abbigliamento vedrà una netta contrapposizione tra accessibile e luxury. L’hard luxury prosegue il suo trend positivo, in particolare nella gioielleria con un +8%: il gioiello rimane un bene rifugio e di investimento. Più bassa la crescita degli orologi che segnano un +5% e proseguono nel rafforzare il “fatto a mano” o la ricerca del pezzo unico.