Mentre l’Europa avanza a grandi falcate su una definizione sempre più minuziosa delle condotte Esg da parte di gestori e consulenti (l’avevamo approfondito qui), negli Stati Uniti sta emergendo un forte dibattito politico sull’opportunità dell’Esg come approccio d’investimento – e numerose società di asset management hanno già avvertito che questa cattiva pubblicità sul tema degli investimenti green potrebbe avere ripercussioni finanziarie negative, dopo anni di narrativa favorevole agli investimenti responsabili.
Nomi come BlackRock e State Street hanno definito il crescente scrutinio sulle proprie pratiche Esg come un rischio reputazionale, nelle proprie relazioni di fine anno. Se l’investimento green diventa un tema di divisione politica all’interno dell’opinione pubblica statunitense, con i repubblicani contrari e i democratici a favore, per i gestori sarà difficile difenderlo a spada tratta senza perdere attrattiva per una larga parte degli investitori.
Il tema è di grande attualità anche ai più alti livelli della politica americana. Il 28 febbraio la Camera dei rappresentanti, all’interno della quale la maggioranza è repubblicana, ha votato per bloccare una decisione dell’amministrazione Biden, che consente da alcune settimane di includere considerazioni Esg nella selezione degli investimenti per le gestioni previdenziali. L’iniziativa repubblicana intende limitare le decisioni dei gestori, che dovrebbero basarsi esclusivamente su indicatori finanziari, tralasciando gli impatti ambientali o sociali delle società nelle quali si investono i risparmi previdenziali degli americani. Il presidente Biden ha già fatto sapere che eserciterà il suo potere di veto qualora la legge dovesse passare anche in Senato. L’ex vice di Donald Trump, Mike Pence, uno dei possibili candidati repubblicani alle prossime presidenziali ha commentato duramente su Twitter: “E’ deludente che il presidente Biden anteponga l’Esg ai conti pensionistici degli americani che lavorano duramente! Continueremo a lottare finché non avremo messo fine all’Esg una volta per tutte!”.
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Esg, sgradito nelle gestioni previdenziali Usa?
Dal 31 gennaio, ribaltando le direttive dell’era Trump, il dipartimento del Lavoro Usa ha consentito di includere le considerazioni Esg nelle scelte dei piani previdenziali, con un impatto su gestioni pari a 12mila miliardi dollari, riconducibili a 150 milioni di contribuenti. La tesi del dipartimento del Lavoro, contestata dai deputati repubblicani, è che l’esclusione delle tematiche Esg possa ridurre i ritorni a lungo termine degli investimenti.
La “rivolta anti-Esg”, tuttavia non ha avuto solo ripercussioni nel Congresso americano. Ben 25 stati Usa a guida repubblicana hanno già sfidato, presso la Corte federale del Texas, la nuova regola che ammette le valutazioni Esg sugli investimenti previdenziali, sostenendo che metterà a rischio i risparmi di milioni di persone e abbasserà il gettito fiscale statale. Fra i punti controversi, per un Paese al cui interno operano alcuni fra i maggiori attori petroliferi al mondo, ci sarebbe un forte deflusso di risparmio a danno del comparto energetico.
Le preoccupazioni dei gestori
Non stupisce, dunque, che questa campagna politica negativa contro i fondi che considerano le questioni climatiche e sociali, in numerosi stati a guida repubblicana, stia preoccupando i gestori che ha lungo hanno sbandierato la loro offerta Esg.
Il colosso del private equity Blackstone, infatti, ha dichiarato nella sua ultima relazione annuale che il controllo degli stati Usa su presunti “boicottaggi” a danno dell’industria dei combustibili fossili potrebbe influenzare la raccolta di fondi e le entrate della società, ha riferito il Financial Times. Per Blackstone il fatto che il tema Esg sia diventato oggetto di divisione politica aperta aumenta il rischio che un’azione o una manca azione “vengano percepite negativamente da almeno alcuni fra gli stakeholder e abbia un impatto negativo sulla nostra reputazione e sulla nostra attività”.
Anche Kkr, T Rowe Price e Raymond James hanno citato le crescenti divisioni sulla tematica Esg come una ragione di preoccupazione. E la campagna elettorale per le presidenziali 2024 non preannuncia un rientro pacifico delle divisioni politiche anche su quest’argomento.