Può brindare al suo 30° compleanno Miu Miu. Il marchio del gruppo Prada si è classificato al numero uno per il secondo trimestre consecutivo nel Brand Leading indicator di BofA – Bank of America, l’indicatore che traccia l’impatto di 44 brand di lusso sui consumatori attraverso le chiavi di ricerca, i social media e il traffico web. Secondo quanto comunicato dal gruppo stesso, nel primo semestre le vendite al dettaglio sono aumentate del 50% per Miu Miu e del 18% per Prada, che nel Brand Leading indicator di BofA è al 5° posto. La linea “minore” di Miuccia Prada infervora la domanda dei consumatori grazie a prodotti-icona come il cardigan in cachemire, in assoluto il prodotto più bramato del trimestre, capace infiammare la domanda per tutti i suoi simili, anche di altri marchi, con una sorta di effetto farfalla: le ricerca di cardigan sulle piattaforme di e-commerce è aumentata del 44%, secondo quanto comunica il Lyst Index, perfettamente in accordo con gli analisti finanziari.
Contribuiscono all’appetibilità del marchio anche le ballerine e la borsa Arcadie, protagonista della campagna con l’attrice Jennifer Lawrence.
Gli oggetti più desiderati dagli appassionati fino al 30 settembre, secondo i dati aggregati dalla piattaforma Lyst, spesso chiamato “il Google della moda”
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L’indice Lyst, termometro trimestrale del fashion grazie al monitoraggio costante dei brand per quanto riguarda desideri dei consumatori, collaborazioni, uscita di capi d’abbigliamento e accessori, certifica che Miu Miu ha all’attivo 223 milioni di visualizzazioni su TikTok, grazie anche alla campagna autunno-inverno con l’attrice Emma Corrin, la cantautrice Ethel Cain e la modella transgender Zaya Wade, capace di generare un forte impatto sulle vendite. La forza di Miu Miu non è nemmeno stata influenzata dalla applauditissima sfilata primavera-estate 2024, essendo stata la lista Lyst chiusa prima. Inoltre, con Goyard e LOEWE, Miu Miu condivide il primato della presenza digitale per il periodo considerato.
In generale, secondo gli analisti di Bofa, le azioni dei marchi più forti probabilmente sovraperformeranno durante la fase di “normalizzazione” del lusso in corso (normalizzazione seguita all’euforia post covid). Hermès e LVMH sono considerati i migliori titoli con rating Buy; maggiore cautela è espressa per Kering e Burberry. Moncler, Brunello Cucinelli e Zegna sono le scelte preferite nell’ambito della capitalizzazione piccola e media. Nel terzo trimestre 2023 LVMH ha avuto tre marchi nella top-10 del BofA Brand Leading Indicator (LOEWE al 3, Givenchy al 9 e Fendi al 10). Dior è fuori dalla top ten, Vuitton fuori dalla top 20, essendo sceso al 27° posto nel terzo trimestre rispetto al 20° del secondo. Gucci capitola all’ultimo posto (no. 44 nel terzo trimestre rispetto al 41 del secondo), forse soffrendo l’avvicendamento Michele – De Sarno. Migliorano leggermente Saint Laurent (al 35° dal 38°) e Bottega Veneta (al 38° dal 43°). La star della rimonta è però Ferragamo, nel terzo trimestre salito all’11° posto dal 26° del secondo, grazie all’apprezzatissima direzione creativa di Maximilian Davis.
Gli analisti di BofA – come nelle analisi precedenti – ritengono che è in atto nel settore del lusso una tendenza crescente verso marchi poco esuberanti, classici, quasi a “non volersi mettere in mostra in periodo di crisi”. Dall’agosto 2016 fino all’inizio del 2019, si è registrata una significativa sovraperformance azionaria per i “marchi forti”; Tuttavia, i brand understated hanno iniziato a registrare un miglioramento nel corso del 2019, continuando in questa traiettoria fino a oggi. A patto di poter considerare davvero “understated” Miu Miu e Loewe.