L’indice settoriale Ftse Italia Banche ha registrato una performance del 19,63% al 10 febbraio contro un -0,57% realizzato dall’indice Ftse Mib nello stesso periodo
In questo comparto svetta la performance di Intesa Sanpaolo, che da inizio anno è cresciuta del 28,4% a Piazza Affari, staccando lo stesso indice settoriale di quasi 9 punti
L’indice settoriale Ftse Italia Banche ha registrato una performance del 19,63% al 10 febbraio contro un -0,57% realizzato dall’indice Ftse Mib nello stesso periodo. E’ una sovraperformance che supera i 20 punti, “portata a casa” in meno di un mese e mezzo; essa sarebbe ancora più ampia se si escludessero gli stessi titoli bancari dal Ftse Mib, di cui rappresentano la fetta più importante.
Dall’inizio della stagione delle trimestrali l’indice bancario italiano ha visto un’ulteriore accelerazione sulla spinta di risultati, in molti casi, superiori alle attese quando non da record. In questo comparto svetta la performance di Intesa Sanpaolo, che da inizio anno è cresciuta del 28,4% a Piazza Affari, staccando lo stesso indice settoriale di quasi 9 punti (e di ben 29 punti il Ftse Mib). Anche Credem, che ha registrato utili record ed è risultata la banca italiana più solida sotto il profilo patrimoniale, ha sovraperformato in Borsa l’indice settoriale di oltre 4 punti da inizio anno al 10 febbraio.
Banche italiane, le cause dell’exploit
“Senza dubbio da inizio anno il settore bancario ha sovraperformato, con alcuni gruppi che hanno conseguito risultati record, ciò malgrado l’incertezza e quanto accaduto circa fusioni, M&A, cambi ai vertici delle banche e salvataggi da parte dello Stato di istituti storici come Mps”, ha commentato a We Wealth Maurizio Primanni, ceo di Excellence consulting group. Questo exploit “rispecchia i fondamentali della disciplina finanziaria: il mercato da tempo attende l’innalzamento dei tassi” che porterà con sé “benefici all’industria bancaria, che può prestare soldi a maggiori interessi e accrescere i relativi margini”.
Anche Luigi De Bellis, co-responsabile del research team di Equita, ha citato l’atteso miglioramento del margine d’interesse come la prima delle ragioni alla base della sovraperformance del comparto bancario italiano. Con la pubblicazione degli ultimi risultati finanziari dei gruppi bancari, inoltre, il mercato ha potuto constatare come il costo del rischio delle banche sia rimasto sotto controllo, il che indica una qualità del credito rimasta positiva, con un generale miglioramento dei ratio di capitale, rappresentativi della solidità della banca di fronte ad eventuali perdite. Questo ha incoraggiato le banche ad offrire agli azionisti dividendi e distribuzioni capitale più generose, ha affermato De Bellis in un’intervista a questo giornale.
La crescita delle commissioni legate al risparmio gestito nelle voci di ricavo, per le banche potrebbe risentire di eventuali turbolenze finanziarie nei prossimi mesi. Secondo De Bellis, il miglior scenario, per il settore, si osserverebbe di fronte “a un aumento dei tassi gestito e contenuto” che consentirebbe ai mercati di reggere e alle banche di beneficiare di migliori margini.
“Il settore bancario italiano ha mostrato ottimi risultati trimestrali e performance record in Borsa, le ragioni degli acquisti, però, non dipendono solamente da un forte miglioramento dei fondamentali e degli ratio patrimoniali, ma soprattutto dall’outlook”, ha dichiarato a We Wealth il senior market strategist di IG, Filippo Diodovich. “Crediamo, infatti, che il settore bancario possa beneficiare notevolmente dal cambio di politica monetaria da parte delle banche centrali”, ha proseguito lo strategist, “è possibile infatti che nella seconda parte dell’anno o inizio 2023 anche la Bce seguirà le altre banche centrali con rialzi dei tassi di interesse per fronteggiare le pressioni inflazionistiche. Un rialzo dei tassi tornerebbe a rendere più redditizie le attività “core” delle banche commerciali ovvero le concessioni di credito”.
Non è tutto, però: secondo Diodovich le quotazioni delle banche italiane sono state trainate anche dalle aspettative di nuove fusioni ed acquisizioni. “Le operazioni di M&A saranno fondamentali per migliorare la redditività di un sistema ancora troppo frammentato”, ha detto l’esperto di IG, “ci aspettiamo tanti matrimoni nel corso del 2022 tra gli istituti bancari italiani”.
“Nel nostro portafoglio raccomandato diamo un significativo sovrappeso ormai da sei mesi sul settore bancario, con particolare attenzione per quei titoli che potrebbero beneficiare di possibili operazioni di M&A”, ha dichiarato De Bellis, “ovviamente una parte della sovraperformance c’è già stata, ma pensiamo potrà continuare ancora, poiché il mercato ha prezzato solo in parte l’aumento della curva dei tassi”.
Per le banche italiane non mancano, però, anche le sfide. Benché si sia un po’ ridotta rispetto al passato, l’esposizione delle banche italiane all’andamento dei prezzi dei Btp resta un tema da monitorare nella seconda metà dell’anno, ha concluso De Bellis, quando si avvicinerà la campagna elettorale per le politiche.
“Bisogna tener conto anche di altri elementi, a partire dalle scadenze delle garanzie di Stato di cui le imprese hanno goduto nelle fasi più drammatiche dell’epidemia, il che, anche a parere di importanti osservatori, potrebbe indurre, in un’eventuale evoluzione negativa, una replica, perlomeno in parte, del fenomeno delle sofferenze bancarie”, ha dichiarato il ceo di Excellence. “Credo, tuttavia, che il sistema sia oramai in sicurezza al punto da saper reggere questi eventuali impatti negativi”, ha concluso Primanni, “anche la conclusione delle manovre di Tltro della Banca Centrale credo che possa essere ben gestita dalla maggior parte delle banche, con forse qualche banca più piccola che potrebbe risentirne in parte”.