Se le grandi imprese corporate hanno fatto della sostenibilità il punto di partenza di un progetto di evoluzione per i prossimi anni, le pmi scontano ancora un po’ di ritardo
Anna Roscio: “Sempre più aziende avranno la necessità di essere accompagnate in questo percorso. Non sarà un passaggio che avverrà in tempi rapidi, ma riteniamo che gli investimenti delle aziende stiano andando in questa direzione”
Secondo Roscio, questa situazione si inquadra in un contesto di evoluzione della sensibilità dei consumatori, sempre più orientati a selezionare aziende, produttori o controparti che intervengano o vantino una politica importante sul tema della sostenibilità. Inoltre, “in una fase di ripresa dalla pandemia”, spiega, la sostenibilità si pone anche “come una delle risorse che abbiamo a disposizione per convertire i modelli di business e supportare il rilancio economico”. E la sfida della transizione sostenibile, aggiunge Gianluigi Venturini, direttore regionale Milano e provincia di Intesa Sanpaolo, passa a sua volta proprio “attraverso la crescita e lo sviluppo delle nostre pmi”.
E gli istituti finanziari, in questo contesto, potrebbero rappresentare un acceleratore di comportamenti virtuosi. “Noi abbiamo lavorato innanzitutto sulle competenze interne, ma in futuro arriveremo anche a inglobare nei nostri modelli di rating questi valori. Quello che vogliamo fare non è semplicemente erogare finanziamenti a favore degli investimenti nella sostenibilità (nel mese di luglio l’istituto ha rafforzato il suo impegno a favore delle pmi con i sustainability loan, una soluzione di medio-lungo termine che prevede il monitoraggio degli obiettivi di sostenibilità raggiunti dalle aziende premiando i comportamenti virtuosi con uno sconto sul finanziamento per ogni anno in cui gli impegni vengono rispettati, ndr), ma supportare le imprese a tutto tondo, creando i presupposti per aiutarle ad affrontare un percorso di rigenerazione”.
“Credo che sul tema della sostenibilità si stia facendo molta cultura oggi – conclude Roscio – Un impulso importante arriva dall’Europa. Non dimentichiamo che una buona parte delle risorse del recovery fund e del next generation eu saranno destinate proprio a queste tematiche. Sempre più aziende, dunque, avranno la necessità di essere accompagnate in questo percorso. Non sarà un passaggio che avverrà in tempi rapidi, ma riteniamo che gli investimenti delle aziende stiano andando in questa direzione, nell’ottica di un adeguamento dei propri modelli di business e di un rinnovato bisogno di riconoscimento sul mercato su questo fronte”.