I fari restano puntati sulla torre milanese di Piazza Gae Aulenti. Unicredit attende infatti per aprile la piena operatività del suo nuovo ceo, Andrea Orcel, noto per il fruttuoso esito di importanti operazioni di fusione
Gli analisti calcolano che, con un premio di almeno il 25% rispetto alle valutazioni attuali di Mediobanca e 700 milioni di costi di ristrutturazione, un’operazione di integrazione con Unicredit permetterebbe un miglioramento della posizione di capitale di quest’ultima di circa 40 punti base
Gli analisti di Intesa Sanpaolo (+1,28%) non escludono una integrazione Monte dei Paschi di Siena – Unicredit, ma vedono con maggior interesse per l’istituto presieduto da Pier Carlo Padoan «più interessante una potenziale integrazione con Banco Bpm»
Ma quale potrebbe essere la compagna ideale della nuova Unicredit? Molti, come gli analisti di Equita, la vedono in Mediobanca (+1,71%). «Dal punto di vista industriale riteniamo che l’integrazione possa essere sensata, in quanto darebbe forte impulso alla crescita della divisione corporate & investment banking di Unicredit, oltre a permettere di acquisire quote di mercato nel consumer banking e maggiore esposizione al wealth management, riducendo la volatilità dei risultati». Equita dice anche che dal punto di vista finanziario «sarebbe ipotizzabile attraverso un pagamento “per carta”» oppure «con l’aggiunta di una limitata componente in contanti, in modo da non diluire la posizione di capitale di una Global-Sifi come Unicredit post combinazione».
Gli analisti calcolano che, «con un premio di almeno il 25% rispetto alle valutazioni attuali di Mediobanca e 700 milioni di costi di ristrutturazione, l’operazione permetterebbe un miglioramento della posizione di capitale di Unicredit di circa 40 punti base». Leonardo Del Vecchio in tal modo risulterebbe primo azionista del nuovo soggetto, con circa il 6% del capitale.
Gli analisti di Intesa Sanpaolo (+1,28%) non escludono una integrazione Monte dei Paschi di Siena – Unicredit, ma vedono con maggior interesse per l’istituto presieduto da Pier Carlo Padoan «più interessante una potenziale integrazione con Banco Bpm» (+3,74% a Piazza Affari). Una combinazione con Piazza Meda «rafforzerebbe il posizionamento commerciale [di Unicredit] in Lombardia» e inoltre «permetterebbe sinergie di costo», e avrebbe sul capitale della banca i benefici dalla trasformazione delle imposte differite di Banco Bpm in credito d’imposta. Sempre secondo Ca’ De Sass, sarebbe meno appetibile un’operazione con Carige.
Per Bpm tuttavia resterebbe ancora appetibile Bper (+2,21% in chiusura di seduta), attualmente impegnata nell’integrazione degli sportelli di Ubi.