Da inizio luglio alla chiusura di mercoledì 19, l’indice S&P Bank Select Industry ha realizzato una performance del 13,28%, di oltre dieci punti più elevata rispetto a quella dell’S&P 500 (2,59%)
Netflix e Tesla hanno aperto in profondo rosso (-8,1% e -4,7%) la seduta di giovedì 20 luglio a Wall Street
Il comparto bancario americano ha accelerato il passo in Borsa, in concomitanza con l’uscita dei risultati del secondo trimestre pubblicati da alcuni fra i maggiori istituiti Usa. I conti sono stati generalmente migliori rispetto alle attese degli analisti. Da inizio luglio alla chiusura di mercoledì 19, l’indice S&P Bank Select Industry ha realizzato una performance del 13,28%, di oltre dieci punti più elevata rispetto a quella dell’S&P 500 (2,59%). Rispetto al minimo toccato in seguito al fallimento di Svb e Signature, lo scorso 4 maggio, il recupero dell’indice settoriale bancario è stato di poco inferiore al 28%, anche se il comparto dovrebbe guadagnare un ulteriore 12,4% per recuperare completamente il crollo dello scorso marzo.
“Le grandi banche hanno certamente dato un tono positivo all’inizio della stagione dei bilanci del secondo trimestre”, ha dichiarato Mike Loewengart, responsabile per la costruzione di portafogli modello presso Morgan Stanley Global Investment Office, “resta da vedere se questo si tradurrà in risultati simili per il resto della stagione degli utili”.
Banche Usa in rimonta
Nelle ultime cinque sedute, al 19 luglio tutte e cinque le maggiori banche Usa che hanno pubblicato i risultati del secondo trimestre hanno registrato rialzi a Wall Street. Goldman Sachs, l’unica ad aver deluso le attese sui conti, ha comunque segnato un progresso del 3,98% nelle ultime cinque sedute (avanzando dell’1% circa anche mercoledì, dopo la pubblicazione della trimestrale). Morgan Stanley guida lo slancio del comparto con un +8,18%; Bofa segue con un rialzo del 6,78% e JPMorgan Chase ha realizzato un +3,68%. Solo Citi prosegue in sordina, con un +0,8% nelle ultime cinque sedute.
Per Goldman Sachs il calo degli utili riportato nel secondo trimestre è stato del 58%, 1,22 miliardi di dollari nel secondo trimestre, scontando la maggiore dipendenza del suo business alle condizioni di mercato – che si sono rivelate meno favorevoli per l’investment banking e per i ricavi del trading. Lo scambio di titoli a reddito fisso ha generato ricavi per 2,71 miliardi, in calo del 26%, mentre quello delle azioni è rimasto stabile a 2,97 miliardi.
Anche i ricavi si sono contratti dell’8% a 10,9 miliardi di dollari. Il mercato sembra aver guardato già oltre, premiando comunque il titolo, nonostante la delusione sui risultati: l’Eps è stato pari a 3,08 dollari contro una stima Refinitiv a 3,18 dollari, mentre il Rote, un indicatore chiave sulla redditività si è attestato 4,4%, contro il target del 15% fissato dalla banca.
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Big tech, deludono Tesla e Netflix
Netflix e Tesla hanno aperto in profondo rosso (-8,1% e -4,7%) la seduta di giovedì 20 luglio a Wall Street. La trimestrale pubblicata dal colosso dell’entertainment ha mostrato un deciso aumento degli utenti, 6 milioni in più, grazie alla stretta sugli account multipli, ma ha deluso le attese sul fatturato e sulla guidance. “Nonostante una significativa crescita degli abbonati, gli investitori di Netflix sono rimasti delusi dalla debole crescita delle vendite e dalle scarse prospettive per il terzo trimestre”, ha commentato il market analyst di eToro, Josh Gilbert, “con le azioni che hanno guadagnato più del 120% negli ultimi 12 mesi, il margine di errore era minimo e quindi, anche se i numeri dei ricavi non sono stati terribili, c’è ancora del lavoro da fare”.
Per quanto riguarda Tesla, i risultati sono stati comunque migliori delle attese degli analisti, ma con un’importante contrazione dei margini dovuta alla scelta di ridurre i prezzi (che privilegia la crescita dei pezzi venduti). “Nel secondo trimestre Tesla ha ottenuto risultati contrastanti, con un’impennata delle vendite ma una contrazione della redditività: i margini lordi del settore automobilistico sono scesi sotto il 20 al 18,2%, un risultato deludente”, ha dichiarato Gilbert, benché i margini restino ben oltre la media del settore automobilistico “gli azionisti di Tesla non sono abituati a essere delusi”.
Secondo Susannah Streeter, responsabile dei mercati di Hargreaves Lansdown, una società di servizi finanziari, ha affermato che Tesla e Netflix potrebbero essere vulnerabili a un deterioramento del sentiment delle famiglie, con la possibilità che il rallentamento economico atteso negli Usa contragga ulteriormente la spesa per beni e servizi discrezionali, “in particolare per oggetti di grande valore come le automobili e i servizi di video streaming piacevoli da avere, ma non necessari”.
Mentre si affacciavano le prime trimestrali delle Big Tech americane, con i conti di Tesla e Netflix, le scommesse su questo comparto da parte dei gestori globali sono fortemente rialziste. Secondo l’ultimo sondaggio condotto da BofA sui fund manager la posizione lunga sulle grandi società tecnologiche è, con una prevalenza del 59%, il trade più comune in questo momento, seguito a notevole distanza dalla posizione lunga sul Giappone, al 14%.
I grandi nomi del comparto tecnologico pubblicheranno la seconda trimestrale di quest’anno la prossima settimana: martedì 25 si comincerà con Microsoft e Alphabet, mercoledì 26 seguirà Meta e Amazon chiuderà il gruppo giovedì 27 (per il terzo trimestre fiscale di Apple sarà necessario aspettare fino a giovedì 3 agosto).
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