Con un afflusso di oltre otto miliardi di euro di scambi azionari al giorno, la Borsa di Amsterdam ha calamitato tutti quei titoli denominati in euro prima della Brexit scambiati a Londra
Secondo molti osservatori, la capitale finanziaria dell’Olanda potrebbe diventare lo snodo mondiale delle Spac
Alla luce del tetto ai bonus salariali e dell’elevata pressione fiscale (il 50% per i redditi più elevati), l’attrattività di Amsterdam risulta inspiegabile
Il ceo auspica una specializzazione europea «per città», come accade negli Stati Uniti. Un mondo (un continente) in cui la frammentazione non è debolezza, ma specializzazione e flessibilità
Con un afflusso di oltre otto miliardi di euro di scambi azionari al giorno, la Borsa di Amsterdam ha calamitato tutti quei titoli denominati in euro, prima scambiati sulla piazza londinese. Non solo. La capitale finanziaria olandese si è anche accaparrata una fetta cospicua (il 20%) del mercato degli swap in euro, oltre a 160 miliardi di scambi connessi alle obbligazioni governative. E la montagna è destinata a crescere: a giugno accorrerà ad Amsterdam anche il mercato delle negoziazioni delle emissioni di carbonio (un miliardo di euro al giorno).
Alla luce del tetto ai bonus salariali e dell’elevata pressione fiscale (il 50% per i redditi più elevati), l’attrattività di Amsterdam risulta inspiegabile o meglio insostenibile nel lungo periodo. Il governo olandese non ha intenzione di ammorbidire queste condizioni. Sono però in atto politiche di attrazione dei «talenti tech». La combo di questi elementi sta rendendo la capitale finanziaria dei Paesi Bassi una delle più importanti città europee del fintech. Le tradizionali banche di investimento come Goldman Sachs e Morgan Stanley preferiscono Francoforte e Parigi.
Amsterdam fu la prima città (1602) al mondo a dare i natali a una borsa valori (la Compagnia olandese delle Indie orientali), la prima a creare un mercato dei derivati per la follia dei tulipani nel 1630. E la sua logistica è invidiabile. Il distretto finanziario è a due ore dall’aeroporto di Schiphol, Bruxelles a due ore di treno e Londra e Parigi a un’ora di aereo ciascuna. I trader amano della città olandese il suo spirito liberale, a partire dalla regolamentazione degli scambi.
Boujnah auspica una specializzazione europea «per città», come accade negli Stati Uniti, dove New York è il centro bancario, Chicago quello dei futures, Boston dei centri mutualistici e la California è il regno del private equity. Un mondo (un continente) in cui la frammentazione non è debolezza, ma specializzazione e flessibilità. L’ascesa di Amsterdam lascia col grugno molti osservatori, pronti a scommettere su una sua prossima caduta «perché nessuno lo aveva previsto». Ma il mercato, ancora una volta, sembra aver tracciato il suo percorso in autonomia.