Le case di domani dovranno dare una risposta concreta alla nuova domanda immobiliare da parte di millennial e generazione Z, potenziando gli elementi attrattivi a partire dalla fase progettuale
Dall’analisi delle compravendite e delle locazioni effettuate attraverso le agenzie del gruppo Tecnocasa risulta che nel primo semestre 2022 i millennial hanno acquistato casa nel 70,6% dei casi, mentre hanno scelto l’affitto nel restante 29,4%
La soluzione della locazione è più elevata tra i giovani che vivono nelle grandi città
“A differenza delle generazioni precedenti, i millennial vedono nell’acquisto di una prima casa non una scelta basata sulla “sicurezza del bene”, ma una scelta votata all’indipendenza. Un’opzione, che seppur minimalista e nonostante si tratti di una prima casa che non corrisponde propriamente ai loro desiderata, non è dettata e vissuta come “l’acquisto definitivo”, ma solo come un primo passo verso l’autonomia”.
A illustrare questo nuovo approccio dei giovani nei confronti del mattone è Dario Cardile, ceo e co-founder di Kaaja, proptech italiana che ha realizzato la prima piattaforma che digitalizza le compravendite immobiliari, e ha evidenziato come i millennial preferiscano, innanzitutto, “acquistare case di design, di piccole dimensioni, con piccoli spazi verdi e aree di working” perché i giovani d’oggi “amano la città, mentre non amano il pendolarismo e vivono la notte. Sono inoltre interessati a soluzioni tecnologiche associate al risparmio energetico”.
Casa: una risposta alle proprie esigenze
Di avviso simile anche Jacopo Palermo, ad di Costim, che ha spiegato che i giovani vogliono una casa che possa rispondere alle loro esigenze e capace di rispecchiare il loro modo di essere: inclusiva, connessa, aperta, globale e tecnologica. “Tecnologia, in questo contesto, è una parola chiave, perché per le nuove generazioni rappresenta la capacità di connettersi non solo alle cose, ma anche alle persone – ha detto Palermo – Un concetto più ampio e profondo che per esser concretizzato e sviluppato necessita non solo di una nuova concezione di casa ma anche di città. Un luogo dove il benessere delle persone convive con l’utile economico e le tecnologie smart si integrano e supportano le architetture sostenibili. Un nuovo paradigma di real estate che pensa gli spazi in funzione delle persone e, al contempo, sviluppa innovazioni che possono contribuire anche alla crescita economica del Paese”.
Come e dove vivono i millennial d’oggi?
Dalla ricerca “La casa dei giovani di domani” realizzata da Scenari Immobiliari in collaborazione con Coima, è emerso che circa il 60% dei giovani tra i 20 e i 40 anni, che non vivono con la famiglia di origine, abita oggi in una casa di proprietà. E che almeno la metà ha potuto effettuare l’acquisto attraverso l’accensione di un mutuo. Inoltre, il 23% usufruisce di un’abitazione in uso alla famiglia, mentre il 20% ha acquisito casa con mezzi propri e/o con l’aiuto dei familiari.
In generale, quindi, nella scelta tra compravendita o locazione, la prima opzione è decisamente quella più gettonata, anche se la soluzione dell’affitto sta crescendo nelle grandi città.
Secondo Scenari Immobiliari e Coima, la domanda di locazione residenziale è, infatti, già rilevabile per necessità formativa e professionale a Roma, Milano e in alcune delle maggiori realtà nazionali. È consistente nei capoluoghi in cui il prezzo medio degli immobili è elevato tanto da non consentire l’acquisto per mancanza di liquidità immediata per l’anticipo, mentre fatica invece a emergere negli altri capoluoghi regionali.
La conferma arriva anche dall’analisi delle compravendite e delle locazioni effettuate attraverso le agenzie del gruppo Tecnocasa, dalla quale risulta che nel primo semestre 2022 i millennial acquistano casa nel 70,6% dei casi, mentre scelgono l’affitto nel restante 29,4%. Un trend in linea con gli anni precedenti. Nel 2021, infatti, i millennial che avevano comprato casa erano il 71%, in lieve aumento rispetto al 2019, quando il dato era fermo al 69,8%, mentre quelli che avevano optato per l’affitto erano il 29%.
“Sul risultato potrebbero aver agito i bassi tassi di interesse sui mutui e la possibilità di usufruire delle agevolazioni previste per gli under 36, che hanno indotto molti giovani all’acquisto. Nel 2021, nel 65,3% dei casi, infatti, i millennial hanno acquistato facendo ricorso al mutuo, evidenziando un trend in crescita per gli acquisti con mutui (nel 2019 erano il 62,6% e nel 2020 erano al 64,4%, ndr)”, ha commentato Fabiana Megliola, responsabile ufficio studi del gruppo Tecnocasa, che poi ha aggiunto che il 34,7% di questa categoria di acquirenti ha comprato in contanti e che, in quest’ultimo caso, spesso sono state le famiglie di origine a finanziare l’acquisto. “L’attuale scenario, che vede però un ritocco verso l’alto dei tassi di interesse, rischia di penalizzare proprio questo segmento di mercato”, ha però poi messo in guardia Megliola, commentando l’attuale scenario di mercato.
Motivazioni dell’acquisto di una casa
Quali sono le motivazioni che spingono un giovane a fare il grande passo? E quali le differenze rispetto ai i propri genitori?
“Rispetto alle vecchie generazioni, i millennial pianificano l’acquisto dell’abitazione secondo le esigenze di spazio che la composizione della famiglia richiede al momento dell’acquisto – ha risposto Diego Vitello, analyst ufficio studi Gabetti – Nelle città che hanno valori di mercato elevati e superiori alla media nazionale, come Milano e Bologna, una coppia di millennial senza figli, per esempio, è più orientata a comprare un bilocale. Le generazioni precedenti invece pianificavano l’acquisto dell’abitazione nel lungo periodo, quindi in previsione di una famiglia allargata.
Un’altra differenza è legata al lavoro precario, maggiore rispetto a 30-40 anni fa, che si trasforma in un minor attaccamento dei giovani al posto in cui vivono”. Infine, non va trascurata un’altra caratteristica: “Potenzialmente, i millennial hanno come obiettivo l’acquisto della casa appena iniziano a lavorare e lo fanno per non sprecare i soldi dell’affitto”, ha aggiunto Vitello.
Ecco perché, secondo i dati di Tecnocasa, nell’86,4% dei casi (dati relativi al 1° semestre 2022) i giovani acquistano un’abitazione principale, mentre solo il 10,5% lo fa a titolo di investimento e il restante 3,1% opta per la casa vacanza. Su quest’ultima tendenza, in lieve crescita, ha influito positivamente la possibilità di lavorare da remoto e di poter quindi utilizzare la casa vacanza oltre il classico periodo di ferie.
La soluzione della locazione però resta più elevata tra i giovani che vivono in grandi città. Effettuando le stesse analisi sulle operazioni concluse dai millennial nelle dieci grandi città italiane il rapporto tra acquisti e affitti risulta infatti un po’ più equilibrato con una percentuale che nel 1° semestre 2022 si attesta (secondo i dati Tecnocasa) al 63% in caso di acquisti e al 37% in caso di locazioni (dato quest’ultimo in calo rispetto al 40,1% dell’anno prima). Conseguenza questa del fatto che le grandi metropoli attirano tanti giovani per motivi di studio e di lavoro e che i prezzi, mediamente più elevati rispetto ad altre realtà territoriali, portano a scegliere l’affitto, almeno in un primo momento. Solo successivamente, soprattutto se si ha un lavoro stabile, si opta per l’acquisto.
Che caratteristiche devono possedere quindi le case dei giovani?
“Le case di domani dovranno dare una risposta concreta alla nuova domanda immobiliare da parte di millennial e generazione Z, potenziando gli elementi attrattivi a partire dalla fase progettuale – ha dichiarato Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari, che ha spiegato che “i giovani desiderano abitazioni che favoriscano il senso di comunità, l’integrazione tecnologica e la flessibilità”. Tra i nuovi progetti in cantiere a Milano si può evidenziare il progetto dello Scalo di Porta Romana. “Qui vedrà la luce un campus per studenti integrato con il quartiere in edilizia residenziale sociale, un’infrastruttura accessibile per i giovani con circa 1.400 posti letto riconvertiti dal Villaggio Olimpico di Milano-Cortina 2026”, ha concluso Manfredi Catella, founder e ceo di Coima.
E se si guarda agli uffici: cosa serve ai giovani per lavorare meglio?
“L’ufficio necessita di essere ricollocato come il cuore pulsante di un’azienda, dove i colleghi si incontrano e trascorrono del tempo faccia a faccia tra loro, con i clienti e con la direzione, mentre svolgono qualsiasi lavoro che non avrebbero modo di completare a casa”. Questo il nuovo ruolo ricoperto dall’ufficio oggi, illustrato da Maria Luisa Daglia, country manager della sede italiana di Agilité Solutions, che ha spiegato che i millennial sembrano essere sempre più esigenti in relazione a un buon bilanciamento tra vita privata e lavorativa e si adattano ad ambienti diversi e transitori, prediligendo l’ufficio come spazio per eccellenza per la condivisione, lo scambio di idee e il team-working.
“Ad esempio gli open space, che spesso guadagnano punti in un’ottica di riduzione dei costi aziendali e come spazi a supporto di team collaborativi e produttivi, mostrano per contro una serie di criticità legate alla difficoltà di concentrazione e alla penalizzazione di altri fattori di comfort – ha precisato – E Anche l’hot desking, ossia l’utilizzo di postazioni non assegnate (considerato il futuro del workplace) per funzionare implica la riorganizzazione degli orari e degli spazi, anche in considerazione del fatto che, per garantire un clima più rilassato e collaborativo, solo una certa percentuale di dipendenti può essere fisicamente presente”.
(Articolo tratto dal magazine si ottobre 2022)