Mentre un capo comanda, il leader guida. Mentre un capo ordina, il leader coinvolge. Mentre un capo dà direttive, il leader offre per primo l’esempio. Leader e capo non sono sinonimi. Al contrario, indicano due modi diversi di ricoprire un ruolo direttivo.
Come fare, allora, a essere un buon leader?
Il leader è qualcuno che si segue di propria spontanea volontà, il capo è qualcuno a cui si obbedisce perché si deve. Il primo ispira a fare grandi cose, il secondo è qualcuno che spesso si subisce senza ammirazione. Pertanto ogni gruppo aspira a essere guidato da un leader piuttosto che da un capo.
Le 6 caratteristiche per essere un buon leader
Sono almeno sei le caratteristiche fondamentali di un buon leader, quelle che lo distinguono dal mero capo e che gli permettono di ottenere il meglio dai propri collaboratori, creando un ambiente di lavoro produttivo e sereno.
Eccole:
- Fiducia in sé
- Congruenza
- Psicologia
- Visione
- Essere d’esempio
- Umiltà
1. Fiducia
Se un leader non avesse fiducia in se stesso, come potrebbe guidare gli altri? La fiducia in sé è una caratteristica che non si acquista online: o c’è già, oppure bisogna avviare un percorso di crescita personale per incrementarla.
2. Congruenza
Chi, desideroso di mettersi a dieta, si affiderebbe mai ai consigli di una persona in sovrappeso?
Chi, in cerca di consigli su come essere un bravo genitore, si affiderebbe a una persona che non ha mai avuto figli? Il leader deve per primo mostrare di essere coerente e credibile non solo attraverso le sue parole, ma anche attraverso dei fatti e dei risultati concreti. Solo in questo modo, egli potrà generare stima e fiducia nei suoi confronti.
3. Psicologia
Il leader è tale in relazione al suo team. Per questo, una delle caratteristiche fondamentali è quella di sapere comunicare in modo appropriato per evitare ogni genere di fraintendimento e per stimolare i propri collaboratori anche con il potere delle parole. La comunicazione è molto importante anche per creare un gruppo compatto quando tra i singoli individui del gruppo permangono obiettivi personali. Un buon leader saprà conciliare gli interessi dei singoli a favore dell’interesse superiore del gruppo.
Un buon leader è colui che modella il proprio linguaggio, ma anche il proprio comportamento e il proprio stile di leadership in base alle caratteristiche delle persone con cui si relaziona. Dovrà saper gestire un collaboratore timido, essere capace di incoraggiarlo e sostenerlo. Al contrario, se dovrà rapportarsi con un collaboratore vivace, dovrà cercare di moderarne la verve, incanalando ogni sua energia verso il raggiungimento dell’obiettivo. Le persone lavorano al meglio quando desiderano farlo, quando hanno la sensazione di far parte di qualcosa di importante e quando capiscono che dal loro agire può arrivare il successo, per se stessi e per l’intera organizzazione. Il leader deve quindi avere tra le sue caratteristiche quella di sapere comprendere la personalità dei suoi collaboratori e orientare di conseguenza il loro agire per cogliere da ciascuno il meglio.
4. Visione
Se il leader è colui che guida verso un obiettivo, dovrà innanzitutto tracciare una strada per raggiungere quell’obiettivo. E per percorrere tale strada, dovrà allo stesso tempo dettare delle regole, dei tempi, delle modalità e delle procedure precise ai suoi collaboratori. Ciò non significa che non si possa cambiare strada (se un obiettivo risulta difficile da raggiungere seguendo un percorso, si può cercare una soluzione alternativa); significa che le regole e i valori alla base dell’agire restano sempre costanti.
5. Esempio
Il vero leader è colui che incarna con l’esempio ciò che si aspetta dai suoi collaboratori, colui che compie il primo passo, che trascina i suoi collaboratori mettendosi per primo in discussione. Quando prende una strada innovativa, genera una forte motivazione nelle persone che lo seguono. Se ad esempio raggiunge un obiettivo importante, tutti i suoi collaboratori saranno molto più determinati e faranno di tutto per emularlo. Egli si sente anche responsabile del suo gruppo e questo crea forte coesione e senso di appartenenza.
6. Umiltà
Il leader si ricorda sempre di essere un uomo e, pertanto, anche lui può sbagliare. L’umiltà e la capacità di riconoscere i propri sbagli sono il primo passo per trasformare un errore in un’occasione di apprendimento per tutti e migliorare la propria leadership e, di conseguenza, il rendimento del gruppo. Un buon leader sa quindi analizzare i suoi risultati, accettare i suoi fallimenti e correggere il tiro quando serve. A volte, per farlo, è necessario ascoltare i propri collaboratori, e per questo un leader umile è anche capace di grande empatia.
Tutte queste caratteristiche contribuiscono a fare del leader una figura decisamente diversa rispetto a quella del capo. Un leader moderno non può più adottare comportamenti che erano considerati normali decenni fa, a meno che non voglia accontentarsi di essere un capo, qualcuno la cui autorità è determinata dalla posizione imposta dall’alto, non dal riconoscimento “vox populi”.
Non accontentarsi di essere un capo e diventare leader comporta molta fatica: la volontà di mettersi in gioco e lavorare su stessi. Ma i risultati saranno eccellenti, sia sul piano professionale, sia sul piano personale.