Dall’healthcare ai servizi finanziari, passando per i settori ricreativi sono diversi i modi con cui investitore può prendere esposizione al megatrend della longevity
Se gli over 60 fossero uno stato sovrano, la sua economia si posizionerebbe per dimensioni alle spalle solo di Stati Uniti e Cina
Le prospettive sono interessanti, ma non per questo gli investimenti in longevity non sono esenti da rischi. Ecco perché bisogna considerarli all’interno di una più ampia quota di portafoglio dedicata ai megatren
La longevity è sempre più un tema (anche) di portafoglio. Come il mondo invecchia, le dinamiche di consumo cambiano, nuove aziende nascono, e quelle già esistenti – per non perire – cambiano. In altri termini i profitti e dunque i mercati sono sempre più sensibili alla dinamica demografica. Gli investitori lo sanno e iniziano a investire di conseguenza.
Stando agli ultimi dati di Merril Lynch gli over 60 rappresentano infatti il segmento di consumatori in più rapida crescita: entro il 2030, infatti, si calcola che il 25% della popolazione di Stati Uniti ed Europa avrà più di 60 anni di età e il 60% degli over 60 del pianeta vivrà in Asia. Non è solo una questione di numerosità. In quanto rappresentativi della fascia più ricca della popolazione mondiale, gli over-60 hanno accumulato un potere d’acquisto senza precedenti. Se questa fascia demografica fosse uno Stato sovrano, la sua economia si posizionerebbe per dimensioni alle spalle solo di Stati Uniti e Cina. In Italia sono quasi 14 milioni, pari al 23% della popolazione totale, ma possiedono il 40% della ricchezza nazionale.
A riportare questi dati è Claudia Collu, Responsabile Azionario Globale, Anima Sgr, che insieme a Peter Hughes, gestore del fondo AXA WF Framlington Longevity Economy, ha fatto il punto per We Wealth su cosa voglia dire investire in longevity. I settori legati a questo megatrend sono diversi. “In primis, indubbiamente, il settore sanitario e quello farmaceutico, nell’ambito dei quali si assisterà necessariamente ad una diversificazione dei ser- vizi offerti nell’ospitalità per la parte di popolazione più anziana, ed al potenziamento della medicina di precisione, della telemedicina e della robotica per offrire assistenza quotidiana e tempestiva” spiega Collu. Dello stesso avviso è Hughes: “Il crescente desiderio di invecchiare a casa piuttosto che in una casa di cura sta guidando la domanda di servizi sanitari a domicilio. Inoltre, come i costi per la salute diventano più alti con l’avanzare dell’età, anche gli assicuratori hanno buone prospettive, così come anche i fornitori di servizi funebri, i quali offrono un servizio essenziale”. Tangente a questo ambito c’è poi quello dell’healthcare, ovvero del benessere. “Il fitness quando si è anziani è fondamentale per la salute cardiaca, aumenta le aspettative di vita ed è stato dimostrato che riduce le spese mediche con l’avanzare degli anni. In quest’ottica beneficeranno le aziende più esposte alla crescente domanda di abbigliamento e attrezzature per il fitness” continua Hughes.
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Un terzo tema è quello inerente alla pianificazione finanziaria. L’invecchiamento della popolazione, si sa, sta esercitando una pressione sempre più forte sui sistemi pensionistici di tutto il mondo. “Le pensioni pubbliche difficilmente saranno sufficienti per mantenere l’attuale standard di vita dei lavoratori nella terza età. Pertanto, un’attenta pianificazione finanziaria, cercando di costruire una pensione integrativa e complementare, diventa essenziale per garantire una certa sicurezza economica futura” riprende Collu che aggiunge: “non va dimenticato infine il settore dei consumi, dal momento che prima dell’epoca Covid, una percentuale significativa del budget di spesa degli over 60 era proprio dedicata ai consumi culturali e ricreativi, ovvero cinema, teatro, ristoranti, palestre e naturalmente i viaggi. Anche l’offerta di servizi residenziali, domotica e alimentazione offrono interessanti opportunità”
Individuati i settori sensibili alla longevity, come i fondi d’investimento scelgono un’azienda piuttosto che un’altra? “Il nostro obiettivo è quello di trarre vantaggio dai cambiamenti demografici globali, investendo così nelle società più innovative, in grado di rivoluzionare l’economia mondiale, contraddistinte dalle migliori prospettive di crescita; vale a dire società che grazie a questi cambiamenti strutturali vedono aumentare i ricavi e i flussi di cassa. Per costruire il portafoglio del fondo, il processo di investimento si articola in fasi distinte: partendo dal benchmark di riferimento, costituito da oltre 3mila titoli, l’universo investibile è inizialmente ristretto ai titoli di 47 sotto-settori e industrie. Attraverso una analisi qualitativa/quantitativa, che tiene conto anche dei criteri esg, viene poi costruito il portafoglio, che è composto da un centinaio di società e viene rivisto periodicamente” spiega Collu. Discorso simile per il fondo Axa: “Investiamo in aziende che beneficeranno dell’invecchiamento della popolazione mondiale. Una esposizione intuitiva al tema della longevità è essenziale perché una società sia inclusa nella nostra strategia. Altre caratte- ristiche sono: un potenziale di crescita a lungo termine superiore alla media del mercato e un team di gestione con una strategia chiara” commenta Hughes.
Quale dunque dovrebbe essere lo spazio dedicato alla longevity nel portafoglio degli investitori? Ampio, ma non troppo. Meglio se inserito in una più ampia quota di portafoglio dedicata ai megatrend. Sebbene le prospettive siano interessanti, l’investimento in longevity non è esente da rischi. “Un fondo che punta solo sulla longevity, essendo meno diversificato può essere più esposto nel breve termine ad una maggiore volatilità, avendo una concentrazione del portafoglio più elevata a determinati settori. Per una migliore diversificazione del rischio è bene quindi considerarlo un “mattoncino” all’interno di un portafoglio più ampio” conclude Collu.
Articolo tratto dal numero di gennaio di We Wealth
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