Nel 2019 i premi sono aumentati del 4,4%. E la crescita è stata guidata dal segmento vita, che per la prima volta dal 2015 ha superato il danni, anche se con un margine molto ridotto
Il Covid-19 ha colpito l’economia mondiale molto duramente. E l’improvvisa interruzione dell’attività economica in tutto il mondo avrà ripercussioni anche sul mondo assicurativo
Secondo il report di Allianz ci sono già diverse tendenze, che diventeranno sempre più forti nel futuro: la digitalizzazione del modello di business, l’Asia e la sua centralità e la crescente importanza dei fattori Esg. Mentre i giocatori asiatici guidano la tecnologia, i colleghi europei sono maggiormente in vantaggio con gli Esg. Ma il dominio del settore assicurativo globale resterà in Asia. Le famiglie asiatiche dominano infatti la domanda assicurativa globale, battendo anche gli europei.
L’Europa occidentale ha registrato un crescita del 4,3% nel 2019, rispetto al 3,8% dell’anno precedente. Entrambi i segmenti, vita e danni, hanno contribuito all’aumento dei premi. Il primo ha registrato una forte crescita al 5,1% e il secondo al 2,5%, in calo dal 3,5% rispetto al 2018. I premi totali hanno raggiunto i 1.063 miliardi di euro nella regione (quasi tre quarti fatti nel Regno Unito, in Francia, in Germania e in Italia).
Il 2020, tuttavia, sarà una sfida per l’Europa occidentale, causa pandemia globale ed effetti sull’economia. Le prospettive di lungo termine sembrano un po’ più luminose, tuttavia, la regione tornerà alla crescita solo nel 2021 e il volume dei premi pre-Covid-19 sarà raggiunto nel 2022. Fino al 2030, si vedrà dunque un tasso di crescita medio del 2,2%, con la previsione che il segmento vita e danni cresceranno all’incirca alla stessa velocità.
Il report sottolinea anche come il settore assicurativo europeo si è dimostrato straordinariamente resistente durante Covid-19. Ma le prospettive sono veramente poco incoraggianti. Come in altri settori, l’Europa è in ritardo rispetto agli Stati Uniti e all’Asia. Poco prima della grande crisi finanziaria, la sua quota di mercato globale era ancora alla pari con gli Stati Uniti, e molto più avanti di quella asiatica. Alla fine di questo decennio, sarà 6punti dietro gli Stati Uniti e 15 dietro l’Asia. Il Covid-19 dovrebbe dunque essere visto come un campanello d’allarme per l’Europa per mettere insieme le sue azioni e avviare una crescita più elevata e inclusiva. Solo nei prossimi anni si capirà se effettivamente l’Europa ha raccolto la sfida oppure no.