Il 72% degli individui che hanno ricominciato a lavorare all’inizio della settimana sono uomini
L’aumento dell’occupazione femminile fino a raggiungere il livello di quella maschile comporterebbe un incremento del pil dell’11%
Promuovere una leadership aziendale bilanciata in termini di genere potrebbe garantire alle imprese delle performance migliori
Come rilevato da lavoce.info sulla base dei dati del ministero del Lavoro, il 72% degli individui che hanno ricominciato a lavorare all’inizio della settimana sono uomini. Le donne, infatti, sono maggiormente occupate nei settori del turismo, della comunicazione e del commercio, particolarmente colpiti dall’emergenza sanitaria. Resta carente, inoltre, la presenza di donne laureate nelle discipline Stem (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) che, sottolinea l’Istituto Toniolo, “sono le più remunerate sul mercato del lavoro e anche quelle più richieste dai lavori del futuro”.
Anche dal punto di vista finanziario, le condizioni di partenza dell’Italia pre-covid non sono positive: solo il 36,7% delle donne ha un conto intestato a se stessa (contro il 45,3% degli uomini), il 12,1% un’assicurazione sulla vita, l’8,2% un fondo pensione e il 5,4% un investimento finanziario. Ma in che modo allora le donne potrebbero svolgere un ruolo guida nella ripartenza?
In quest’ottica, promuovere una leadership aziendale bilanciata in termini di genere potrebbe garantire alle imprese delle performance migliori, assicurando “nell’agenda decisionale tanti aspetti che tipicamente sono ai margini, ma che potrebbero avere un impatto economico positivo”, spiega lo studio. Dalla sanità all’istruzione, dal welfare ai servizi sociali, il superamento delle disuguaglianze potrebbe porre le basi per una riallocazione della spesa pubblica, in modo tale da promuovere, di conseguenza, anche l’occupazione femminile. “Un futuro di ricostruzione post-covid che riduca i rischi e accresca le opportunità per tutti – concludono i ricercatori – non può che avere le donne in prima linea”.