Le cripto-truffe hanno fruttato ai criminali della blockchain oltre un miliardo di dollari tra gennaio 2021 e marzo 2022
Quasi la metà dei raggirati racconta che il tutto è iniziato con un annuncio, un post o un messaggio su una piattaforma di social media
Casanova da tastiera, promesse di denaro facile, falsi allarmi: sono sempre più gli investitori che restano intrappolati nella ragnatela delle cripto-truffe. Che, tra gennaio 2021 e marzo 2022, hanno fruttato ai criminali della blockchain oltre un miliardo di dollari. Un nuovo rapporto della Federal trade commission (agenzia governativa statunitense impegnata nella tutela dei consumatori e nella prevenzione di pratiche commerciali anticoncorrenziali) svela le tre truffe da cui proteggersi. E l’identikit della vittima ideale.
Dove colpiscono i criminali della blockchain
Nei 15 mesi analizzati oltre 46mila persone hanno riferito di aver perso più di un miliardo di dollari in criptovalute. Mediamente ogni raggirato ha visto andare in fumo 2.600 dollari, utilizzando per pagare i truffatori principalmente Bitcoin (70%) ma anche Tether (10%) ed Ether (9%). Quasi la metà dei soggetti che riferiscono di aver perso criptovalute a causa di una frode racconta che il tutto è iniziato con un annuncio, un post o un messaggio su una piattaforma di social media. Si parla di Instagram (32%), Facebook (26%), WhatsApp (9%) e Telegram (7%).
I motivi dell’appeal delle criptovalute per i truffatori, osservano i ricercatori, sono molteplici. Innanzitutto “non esiste una banca o un’altra autorità centralizzata per segnalare le transazioni sospette e tentare di fermare le frodi prima che accadano. I trasferimenti di criptovalute non possono essere annullati: una volta che il denaro è andato, non è più possibile recuperarlo. E la maggior parte delle persone non ha ancora familiarità con il loro funzionamento”, spiegano. Un tema sollevato recentemente anche dal presidente della Consob Paolo Savona che, in occasione del Festival dell’Economia di Trento, ha ribadito come quello delle criptovalute sia un “mondo virtuale che non riusciamo più a controllare”. Ricordando tra l’altro la necessità di sviluppare normative ad hoc.
L’identikit della cripto-vittima ideale
In questo contesto, le persone con un’età compresa tra i 20 e i 49 anni hanno più del triplo delle probabilità di quelle con un’età più avanzata di riferire di aver perso criptovalute a causa delle frodi. I trentenni rappresentano le vittime ideali, pari al 35% dei soggetti coinvolti nelle truffe. Ma le perdite medie individuali riportate tendono ad aumentare con l’età, raggiungendo gli 11.708 dollari nel caso dei soggetti sulla settantina.
Le tre cripto-truffe da cui proteggersi
Sono tre le principali frodi perpetrate. Prime fra tutte quelle sugli investimenti. Dal 2021 ben 575 milioni di dollari di tutte le cripto-truffe segnalate riguardavano opportunità d’investimento fasulle. Si parla di false promesse di soldi facili abbinate alla comprensione e all’esperienza limitate dei raggirati nel settore delle criptovalute. I truffatori dichiarano di poter ottenere rapidamente enormi ritorni per gli investitori, ma quegli “investimenti” in criptovalute finiscono direttamente nel loro portafoglio. Le vittime raccontano di siti web e app d’investimento che consentono loro di monitorare la crescita delle proprie criptovalute, altre invece di aver effettuato anche piccoli prelievi “di prova”. Ma è tutto falso. Quando cercando di incassare, gli viene richiesto di inviare ancora più criptovalute per commissioni e non riescono a ottenere quanto desiderano.
Ci sono poi quelle che la Federal trade commission definisce “truffe romantiche”, che hanno garantito ai criminali della blockchain 185 milioni di dollari tra gennaio 2021 e marzo 2022. Molte delle quali hanno, a loro volta, anche una svolta sul fronte degli investimenti. Stando a quanto riferito all’agenzia governativa statunitense, i “Casanova da tastiera” catturano le vittime con la loro presunta ricchezza e raffinatezza. Poi, iniziano a offrire casualmente suggerimenti su come iniziare a investire in criptovalute e aiutano i raggirati a effettuare tali investimenti, per poi ottenere unicamente un “tutorial” sull’invio delle criptovalute ai truffatori.
L’ultima cripto-truffa analizzata riguarda furti d’identità e indagini governative, che hanno fruttato ai criminali 133 milioni di dollari nei 15 mesi considerati. Le vittime possono ricevere in questo caso un messaggio su un presunto acquisto Amazon non autorizzato o un allarmante pop-up online di un avviso di sicurezza di Microsoft. In altri casi, i truffatori si spacciano per agenti di polizia di frontiera e riferiscono alle vittime che i loro conti saranno congelati a causa di un’indagine sul traffico di droga e che l’unico modo per proteggere i propri risparmi è quello di investirli in criptovalute. Successivamente, le vittime vengono indirizzate a prelevare contanti e a versarli in un bancomat crittografico. Il presunto agente invia un codice QR al raggirato e lo invita ad avvicinarlo alla telecamera dell’ATM, ma quel codice contiene unicamente l’indirizzo del portafoglio del truffatore. Una volta scansionato, i soldi spariscono.