A cavallo tra fine febbraio e inizio marzo hanno fatto il loro debutto anche sull’ETFPlus di Borsa Italiana diversi nuovi Etf il cui focus è sugli obiettivi di sviluppo sostenibile. Il numero di Etf Esg presenti in Italia continua così a salire avvicinando la soglia dei 500: a fine 2022 gli Etf Esg erano 484 con 23,14 mld di euro di AuM rispetto ai soli 191 per 12,5 mld a fine 2020. E nel 2022 gli ESG hanno attirato flussi per 2,2 mld rispetto ai deflussi per 1,3 mld dagli Etf non ESG. Tendenza che si riscontra anche a livello globale: i fattori ESG hanno dominato la crescita dell’AuM per gli Etf nel 2022, crescendo del 5,6%, mentre quelli non ESG sono diminuiti del 5,9% (dati Qontigo Q4 ETF Intelligence Insights 2022).
Bond sostenibili: JPM si affida alla gestione attiva per selezionarli
Ultimo in ordine di tempo ad approdare nel mercato italiano è stato l’Etf obbligazionario a gestione attiva proposto da JP Morgan e che include obbligazioni i cui proventi contribuiscono direttamente a un’economia più sostenibile e inclusiva. Il JPM Green Social Sustainability Bond Ucits Etf si rifà al Bloomberg Global Aggregate Green Social Sustainability Bond 1-10 year, indice che presenta un’esposizione core a un’ampia gamma di obbligazioni verdi, sociali e sostenibili di emittenti societari, sovrani e sovranazionali, nei mercati sviluppati ed emergenti.
Le obbligazioni sono selezionate in base a una nuova strategia GSS di JP Morgan e dovranno essere legate ad attività sostenibili, secondo i principi stabiliti dall’International Capital Markets Association (ICMA). Inoltre dovranno essere rispettati i criteri di sostenibilità stabiliti dai regolamenti europei SFDR, il che significa che il loro utilizzo deve essere collegato a progetti e attività che contribuiscono.
Nel concreto, le obbligazioni ammissibili devono indicare chiaramente che i loro proventi saranno interamente destinati ad attività verdi o sociali accettate dal mercato.
JP Morgan rimarca che è probabile che la maggior parte delle obbligazioni detenute dall’Etf corrisponderà con quelle del benchmark, sebbene JPM utilizzi il proprio quadro di sostenibilità per determinare l’ammissibilità delle obbligazioni verdi o sociali, basate sui principi dell’International Capital Markets Association (ICMA). Il fondo può allocare fino al 15% del suo patrimonio netto in obbligazioni prive di rating investment grade nel tentativo di offrire un rendimento maggiore.
“Con la portata dell’emergenza climatica ben documentata, unita alla rapida crescita dei mercati obbligazionari verdi, sociali e sostenibili che hanno visto l’emissione totale raggiungere quasi 1 trilione di dollari nel 2021, la necessità di soluzioni innovative non è mai stata così grande”, spiega Massimo Greco, Head of EMEA Funds di JP Morgan Asset Management.
Mentre i green bond hanno generalmente una durata maggiore, la strategia proposta da JPM offrirà una durata strutturale inferiore, puntando su obbligazioni con scadenze comprese tra 1 e 10 anni. L’Etf, quotato a Milano anche nella versione euro hedged, presenta un coefficiente di spesa dello 0,32% ed è classificato come un prodotto Articolo 9 ai sensi del regolamento sull’informativa finanziaria sostenibile (SFDR) dell’Unione europea.
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Da Dws i primi cloni allineati a singoli obiettivi dell’Agenda 2030
Nell’ultimo scorcio di febbraio hanno invece fatto il loro debutto ben sette nuovi Etf Xtrackers che offrono accesso ad indici focalizzati su specifici obiettivi si sostenibilità. L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite presenta un totale di 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) – tra cui l’approvvigionamento alimentare e idrico, la salute e la protezione del clima – e si stima che entro il 2030 saranno necessari investimenti dai 5.000 ai 7.000 miliardi di dollari all’anno.
DWS, che è il primo asset manager a offrire l’opportunità di investire tramite Etf in società che possono contribuire al raggiungimento di specifici SDG, ha portato sul mercato sei Etf Xtrackers su indici MSCI Global SDG che offrono accesso ad un singolo Obiettivo di Sviluppo Sostenibile e di un ETF che li ricomprende tutti e 17. I membri degli indici sono selezionati in base alla rilevanza di prodotti e servizi offerti rispetto a ciascuno degli SDG. Si tratta quindi di ETF tematici ideati per offrire accesso ad ampie tendenze sociali ed economiche.
“Con i nostri Xtrackers MSCI Global SDG Ucits Etf siamo diventati il primo gestore patrimoniale a rendere investibili tramite Etf gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, attraverso una strategia basata su regole predefinite e non discrezionali. Gli obiettivi mappati rappresentano tendenze sociali ed economiche che godono di un ampio consenso e possono quindi rappresentare un interessante obiettivo di investimento”, ha commentato Simon Klein, Global Head of Xtrackers Sales di DWS.
Nel dettaglio gli obiettivi rappresentati sono: “Produzione e consumo sostenibili” (SDG 12), “Città e comunità sostenibili” (SDG 11), “Industria, innovazione e infrastrutture” (SDG 9), “Energia accessibile e pulita” (SDG 7), “Acqua pulita e servizi igienici” (SDG 6), “Salute e benessere” (SDG 3). L’Xtrackers MSCI Global SDGs UCITS ETF invece ricomprende tutti e 17 gli obiettivi SDG.
Come vengono scelte le società da inserire negli indici? L’universo iniziale di selezione è l’indice MSCI ACWI Investable Market. Per identificare le società rilevanti sono stati definiti vari temi correlati per ogni obiettivo di sostenibilità. Ad esempio per l’SDG 11 (“Città e comunità sostenibili”) si tratta di prevenzione dell’inquinamento, infrastrutture e edifici intelligenti, produzione di veicoli a emissioni zero. Sono poi selezionate all’interno dell’indice solo le aziende i cui prodotti e servizi direttamente riconducibili a ciascuno di questi temi generano un fatturato complessivo superiore al 50% del totale. Sono invece escluse sia le aziende le cui attività sono in conflitto con uno qualsiasi dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, sia quelle che superano determinate soglie di fatturato in settori controversi, quali estrazione ed utilizzo di carbone, produzione di tabacco e armi convenzionali (la cosiddetta metodologia MSCI ESG Screened Index).