Solo nel 2020, ha affermato Global X, gli Etf tematici, hanno incrementato del 430% gli asset in gestione toccando quota 133 miliardi di dollari
L’investimento “tematico” è una strategia che, in linea generale, può funzionare, o è solo una moda? E’ quanto abbiamo chiesto a tre consulenti finanziari indipendenti: Luca Mainò, cofondatore di Consultique Scf, Marco Cini, responsabile previdenza e pianificazione di SoldiExpert Scf e Luca Lixi, cofondatore di Aegis Scf.
Un fondo tematico concentra i suoi investimenti in un settore molto specifico, che promette, di norma, una crescita superiore alla media per gli anni a venire. Esistono fondi o Etf tematici sulle esplorazioni spaziali, sulle nuove tecnologie green, sulla blockchain economy, sulla silver economy e su numerosi altri ambiti. Si tratta di fondi che, rispetto a una normale controparte azionaria, prevedono costi di gestione più elevati. E, naturalmente, avendo un perimetro d’azione tematico, sono legati alle “sorti” del settore d’elezione – con tutti i rischi che ne derivano.
L’investimento “tematico” è una strategia che, in linea generale, può funzionare, o è solo una moda? E’ quanto abbiamo chiesto a tre consulenti finanziari indipendenti: Luca Mainò, cofondatore di Consultique Scf, Marco Cini, responsabile previdenza e pianificazione di SoldiExpert Scf e Luca Lixi, cofondatore di Aegis Scf.
“In questo momento di pandemia sono andati molto forte tutti i temi legati alla tecnologia, al gaming, alla digitalizzazione, alla sicurezza informatica e alla gestione dei dati”, ha raccontato Mainò, “prima della pandemia, invece, i temi sul piatto erano quelli della mobilità elettrica, la robotica e intelligenza artificiale, la transizione energetica e il mondo delle criptovalute. Sullo sfondo rimangono i temi di lungo periodo più classici come la biotecnologia, la gestione delle risorse idriche, le nuove fonti di energia alternativa, l’invecchiamento della popolazione ed i cambiamenti demografici, lo sviluppo dei consumi nei paesi emergenti”.
L’interesse degli investitori cambia, e l’offerta di fondi tematici si adegua. Nell’ottica dei consulenti, la prima cosa da chiarire è “l’obiettivo di lungo periodo e con una situazione finanziaria tale da poter investire parte del patrimonio in temi di lungo periodo tramite fondi ed Etf totalmente azionari”, ha affermato Mainò. La natura tematica, infatti, richiede da parte del cliente una propensione al rischio superiore, vista la natura più concentrata di questi fondi.
Capire a fondo quali temi, e quali società, potranno essere vincenti in futuro è un esercizio molto complesso, specialmente per quanti non siano “addetti ai lavori in uno di questi temi”, ha affermato Lixi. Anche se megatrend come l’intelligenza artificiale avranno sicuramente un impatto nel futuro, il percorso si rivela spesso “non lineare e prevedibile come vorremo che fosse”. Infatti, ha proseguito Lixi, “possono volerci dei decenni prima che una determinata innovazione o tecnologia diventi davvero qualcosa di profittevole e di largamente utilizzato. E, nel corso di questo tempo necessario al processo innovativo, le aziende coinvolte possono affrontare dei momenti di difficoltà, e alcune di esse possono fallire”.
Secondo Marco Cini, l’Etf tematico non è da evitare a prescindere, ma la ricerca accademica non depone a favore di questa “categoria” nel suo complesso. Un working paper pubblicato nel gennaio 2021 dallo Swiss Finance Institute, ha concluso, dall’osservazione di circa mille Etf azionari Usa fra il 1993 e il 2020, che i tematici “perdono circa il 30% in termini corretti per il rischio”. Tale “sottoperformance non può essere spiegata dalle commissioni elevate o dalla domanda di hedging”, hanno aggiunto gli autori del paper, “piuttosto, è guidata dalla sopravvalutazione dei titoli sottostanti”.
“Il motivo della performance più debole può essere spiegato col fatto che i titoli sottostanti il rispettivo Etf sono solitamente già sopravvalutati al momento del loro lancio”, ha affermato Cini, secondo il quale il boom degli Etf tematici non è tanto legato alle performance quanto all’esigenza di “attirare l’attenzione degli investitori”.
“La caccia a temi di investimento ‘caldi’ sembra essere il risultato di una strategia di marketing alimentata dall’ambiente altamente competitivo in cui si trovano a operare gli emittenti”, ha detto Cini, visto che “nel tempo, i margini di profitto generati dal settore finanziario si sono assottigliati” e le soluzioni tematiche caricano costi mediamente più cari del 30%.
Fondi tematici: come dar loro il giusto spazio
Alla luce di queste considerazioni, i tre consulenti finanziari concordano sulla necessità di destinare ai fondi tematici un ruolo abbastanza defilato nel portafoglio. “Una buona strategia è la tradizionale suddivisione tra portafoglio core e portafoglio satellite”, ha detto Lixi, “il primo (core) sarà destinato al raggiungimento degli obiettivi di investimento più importanti (futura rendita pensionistica, studio dei figli ecc.), e costruito con asset class più generiche e ampie, e usando Etf che replicano degli indici più stabili”. Per gli Etf tematici si potrà ricavare spazio “nel portafoglio satellite, più tattico, più speculativo, dove ci si può tranquillamente assumere il rischio di puntate più rischiose, ma potenzialmente più redditizie”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Cini, per il quale “un portafoglio può anche contenere strategie di investimento tattiche (e in alcuni casi utilizzando anche titoli o etf tematici), ma solo se la dimensione del portafoglio e il profilo di rischio del cliente lo permettono”. In generale, ha aggiunto, “prima di pensare a investimenti tematici o titoli che potrebbero avere extrarendimenti nei prossimi anni, dobbiamo costruire portafogli di investimento ben diversificati e calibrati per resistere nel tempo alle varie stagioni dei mercati”.
Più nello specifico, ha concluso invece Mainò, l’investimento tematico dovrebbe evitare “il più possibile di evitare sovrapposizioni, investendo sempre in 4 o 5 tematiche in modo equi-pesato”. Nella sua prassi, Consultique ha preferito, fra i fondi tematici, quelli relativi a digitalizzazione (tecnologie informatiche; energie alternative, materiali e ambiente; trasformazioni demografiche e innovazione in ambito sanitario; crescita dei consumi e sviluppo dei paesi emergenti. Scelte che, considerata la vasta offerta di temi disponibili, appaiono fra le meno esotiche.