Massimo Doris ha affermato che “il governo ha bisogno di risorse” e che “si può capire che cerchi di prenderle dove ci sono”, ma “forse le banche tanto cattive poi non sono”, ha aggiunto ricordando la compressione della redditività del settore durante gli anni dei tassi negativi
Per l’ad di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, le Pmi non dovrebbero “farsi scoraggiare dai tassi più alti”, anche perché l’inflazione supera i tassi attuali, che restano negativi in termini reali
Il Forum Banca 2023 ha aperto la seconda giornata di conferenze anche con la partecipazione di Mauro Pastore e della vice dg di Bankitalia, Alessandra Perrazzelli
La fiducia nelle banche è di mutuo beneficio per l’economia, anche se gli ultimi anni ruggenti per i conti del settore, hanno sollevato sempre più critiche dalla politica e da alcune istituzioni. Come noto, l’obiettivo del governo italiano è recuperare un pezzo degli utili record realizzati dal settore, attraverso una nuova imposta straordinaria sulle banche. Sul piano della comunicazione, il settore è stato più volte incoraggiato a remunerare di nuovo i conti correnti, perché i tassi di riferimento sono saliti ormai da tempo. Sono alcuni dei temi che hanno animato il dibattito d’apertura alla seconda giornata del Forum Banca 2023 organizzato da Ikn a Milano il 3 e 4 ottobre, cui hanno preso parte i vertici di alcune delle maggiori banche italiane.
Nel mondo che ha preceduto la guerra in Ucraina e la fiammata dell’inflazione, i tassi d’interesse erano sottozero e le banche, per recuperare profitto, si sono dovute adeguare investendo in innovazioni, tagliando i costi e sviluppando nuovi modelli di business. Così, quando l’anno scorso i tassi d’interesse sono tornati ad aumentare rapidamente, l’effetto positivo sui conti è stato poderoso: le banche, infatti, si erano ormai adattate (e forse rassegnate) a non percepire più alcuna remunerazione priva di rischio dalla Banca centrale europea. Oggi, la liquidità in eccesso depositata dalle banche presso la Bce rende il 4%. “Ora le banche hanno molto fieno in cascina”, ha dichiarato la vicedirettrice generale della Banca d’Italia, Alessandra Perrazzelli, “il mio appello al settore, però, è di continuare a innovare e a incrementare l’efficienza… utilizzi la liquidità per sfruttare la tecnologia in modo più evoluto”. Perrazzelli ha citato Revolut e N26 fra le banche online che rappresentano oggi un modello tecnologico avanzato per il settore.
Bankitalia, insomma, non vuole veder riposare sugli allori il settore finanziario, mentre i tassi fanno aumentare i profitti delle banche con poco sforzo. Nel primo semestre di quest’anno, il margine d’interesse delle prime cinque banche italiane per asset è aumentato del 53%, a oltre 19 miliardi di euro. Giusto quindi tassare questa rendita?
Fra conti correnti ed extra profitti: Banche cattive?
Per l‘ad di Banca Mediolanum, Massimo Doris, le fortune del comparto bancario andrebbero osservate in una prospettiva storica più ampia. Negli anni dei tassi negativi, le banche hanno subito un contraccolpo nell’ordine di miliardi, ha affermato; in quella fase,“le banche non hanno scaricato i tassi negativi sui conti correnti”, ha dichiarato l’ad di Mediolanum in risposta alla critica sul mancato aumento degli interessi in questa fase. “La foto del 2022 e 2023 è molto bella” per il comparto bancario, “ma il film lo è molto meno”, ha aggiunto Doris ricordando gli anni in cui la compressione dei tassi penalizzava la redditività delle banche.
Doris ha affermato che “il governo ha bisogno di risorse” e che, di conseguenza, “si può capire che cerchi di prenderle dove ci sono”, ma “forse le banche tanto cattive poi non sono”. Non è chiaro, però, se questo implicherà un possibile aumento della remunerazione sui conti nel prossimo futuro.
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Tassi alti a lungo: credito in deterioramento?
L’incremento dei tassi d’interesse, per quanto abbia aumentato i margini del settore bancario, ha iniziato ad avere un effetto sulla domanda di credito da parte delle imprese, ha confermato l’ad di Banco Bpm, Giuseppe Castagna. La riduzione delle richieste di finanziamento ha riguardato “le imprese e le Pmi in particolare”, ha dichiarato Castagna, negli anni dei sostegni economici pubblici le imprese “hanno messo da parte liquidità, che ora stanno utilizzando, facendo meno ricorso al credito”, e in alcuni casi “rinviando gli investimenti”. Secondo Castagna, tuttavia, non bisogna necessariamente “farsi scoraggiare dai tassi più alti”, anche perché l’inflazione supera i tassi attuali, che restano negativi in termini reali: “si possono fare politiche di copertura dai tassi optando per crediti a tasso variabile, in attesa di una possibile riduzione magari fra un anno”. Per l’ad di Banco Bpm, infatti, le probabilità che la stretta monetaria della Bce prosegua con ulteriori rialzi non sono molto elevate.
Nel frattempo, i tassi d’interesse potrebbero mantenersi elevati a lungo, aumentando le probabilità che l’economia ne risenta, così come la solvibilità di imprese e famiglie. Anche se l’aumento delle insolvenze potrebbe ridurre i profitti del settore bancario, Perrazzelli ha rassicurato sulla solidità del sistema italiano, come dimostrato dall’esito degli ultimi stress test. Anche l’universo delle Bcc, spesso indicato come un possibile anello debole per via delle dimensioni più ridotte e l’elevata esposizione a piccole imprese locali ha fatto molta strada.
Il processo di consolidamento avviato in seguito alla crisi del 2008, ha riguardato da vicino il mondo del credito cooperativo, ha raccontato Mauro Pastore, dg del gruppo Bcc Iccrea, “è stata una trasformazione industriale servita a mantenere le Bcc legate al territorio, ma anche a garantire standard elevati di qualità e sicurezza”.