Il governatore della Federal Reserve ufficializza il nuovo corso della banca centrale Usa. Ci sarà più tolleranza verso aumenti temporanei dell’inflazione: il che cementa aspettative di tassi ultra bassi per gli anni a venire. L’accordo è stato preso all’unanimità da tutti i membri del board, sia di area democratica che repubblicana
Di fatto, la banca centrale più potente del mondo cancella con un colpo di spugna l’epoca “Friedman-Volcker”, improntata al non questionabile obiettivo di tenere a bada il livello dei prezzi.
Il fatto che l’inflazione sia in modo persistente sotto l’obiettivo del 2% è preoccupante. Un’inflazione troppo bassa può infatti “porre seri rischi all’economia”
Jackson Hole, i principali punti della Fed
“Con l’economia in continua evoluzione la strategia della Fed per centrare i suoi obiettivi deve adattarsi alle nuove sfide che emergono”, afferma il presidente della Fed. “Uno degli obiettivi della revisione della politica monetaria è stato quello di prendere lezione” dal passato, identificando i “cambiamenti alla nostra politica che ci consentano di rafforzare la nostra capacità di centrare gli obiettivi della massima occupazione e della stabilità dei prezzi”. Il fatto che l’inflazione sia in modo persistente sotto l’obiettivo del 2% è preoccupante. Un’inflazione troppo bassa può infatti “porre seri rischi all’economia”, aggiunge il governatore. L’obiettivo di lungo termine resta quindi un’inflazione vicina al 2%, valore “che cercheremo di centrare nel tempo”. Il governatore afferma poi che a periodi in cui l’inflazione viaggerà sotto il 2% seguiranno fasi di politica monetaria miranti a “centrare un’inflazione leggermente sopra il 2%”.
Jay Powell afferma pure che un mercato del lavoro forte si traduce in benefici per l’economia in generale. E “un mercato del lavoro robusto può essere sostenuto anche senza incorrere in un’inflazione diffusa”. Prevede poi che la disoccupazione resterà elevata per circa due anni.
I mercati e il dollaro
Wall Street ha aperto positiva sulla mossa storica della Fed, che ha spianato la strada a un’era di tassi bassi con una maggiore flessibilità sull’inflazione. All’apertura, il Dow Jones è salito dello 0,31% a 28.430,23 punti, mentre il Nasdaq e lo S&P 500 volavano a nuovi record. Il Nasdaq avanzava dello 0,18% a 11.685,73 punti mentre lo S&P 500 metteva a segno un progresso dello 0,23% a 3.486,72 punti. Sulle parole di Jay Powell, anche la divisa statunitense si è apprezzata. Può sembrare un paradosso, con rendimenti che si prospettano nulli “in eterno”. In realtà, i mercati hanno mostrato di credere alla mossa della Fed e scommettono che l’economia americana si riprenderà prima di quella europea, nonostante abbia lasciato sul terreno un terzo del Pil nei mesi più cupi dell’emergenza sanitaria.