Il 25% dei consumatori ricerca servizi più veloci, personalizzati e comodi, dichiarandosi disponibili a sperimentare anche prodotti bancari offerti dai nuovi operatori
Ma continuano a fidarsi delle banche tradizionali: il 68% afferma di essere disposto a provare l’offerta unicamente digitale del proprio istituto di riferimento
Berry: “Per rimanere rilevanti, gli operatori tradizionali devono far sì che la finanza sia integrata nello stile di vita dei clienti e abbracciare modelli basati su piattaforme”
Ma è proprio l’adozione globale di modelli digitali innescata dalla pandemia che, secondo gli esperti, ha consentito al settore di guadagnare quote di mercato e accelerare il pressing sui player tradizionali. Il 25% dei consumatori, infatti, ricerca servizi più veloci, personalizzati e comodi, dichiarandosi disponibili a sperimentare anche i prodotti bancari offerti dagli operatori di nuova generazione. Certo, i dati lo dimostrano, continuano a fidarsi anche delle banche tradizionali, con il 68% che afferma di essere disposto a provare l’offerta unicamente digitale del proprio istituto di riferimento. E le incumbent, dal canto loro, continuano a marcarli stretti facendo leva sui propri punti di forza (come la portata globale e la fiducia dei clienti) ma anche lavorando su quelli deboli (come legacy It e customer experience).
Di conseguenza, conclude il rapporto, mentre le fintech conquistano quote di mercato, le banche tradizionali dovrebbero incamminarsi verso un “modello ibrido”, modernizzando le operazioni di middle e back-office e mettendo a terra entità “digital-only” per servire determinati segmenti di clientela. “Gli effetti della pandemia hanno reso il tradizionale contesto del retail banking ancora più esigente”, spiega John Berry, ceo di Efma. “Per rimanere rilevanti, gli operatori tradizionali devono far sì che la finanza sia integrata nello stile di vita dei clienti e abbracciare modelli basati su piattaforme: procrastinare non è più un’opzione possibile”. Sulla stessa linea d’onda anche Monia Ferrari, financial services director di Capgemini in Italia, secondo la quale “sebbene i percorsi digitali delle fintech stiano diventando un modello strategico di riferimento da seguire, le banche devono muoversi in modo accurato e specifico, perché non esiste un approccio unico che possa andare bene per tutti i touch point digitali”.