Il fintech ha rivoluzionato negli ultimi anni il modo in cui l’industria finanziaria si interfaccia con la clientela. Ma restano ampi margini di miglioramento. Specie quando si guarda a un pubblico femminile
Secondo una recente indagine globale prodotta da Fintexable, solo l’1,5% delle aziende fintech è fondata esclusivamente da donne
La maggior parte degli imprenditori tech sono millennial. Un cluster che oggettivamente rivela una maggiore sensibilità alle tematiche di genere
Guardando invece alla clientela femminile, continua Alemanni, la duttilità del fintech può consentirgli di creare e impostare delle interfacce personalizzate per un pubblico di donne piuttosto che per un pubblico di soli uomini. “Molto più facilmente di una campagna tradizionale fatta di comunicazione con la clientela”, spiega. Ma se si incontrano agevolmente esempi di realtà che desiderano “dialogare con le donne”, non è altrettanto agevole trovare “esempi virtuosi di una vera e propria coniugazione al femminile del fintech”. Quello che bisogna chiarire, osserva l’esperta, è che non esiste in realtà una finanza pink o blue. “I bisogni finanziari sono tendenzialmente neutri. Ce ne sono alcuni maggiormente concentrati sulle donne o sugli uomini, ma più per ragioni socio-demografiche che di genere: se le donne vivono più a lungo, evidentemente la pianificazione finanziaria deve essere tale da consentire che il capitale duri più a lungo; se posseggono in media un reddito più basso rispetto agli uomini, apparterranno a una categoria con una fragilità più elevata davanti a potenziali situazioni di shock finanziario. Quindi, chi si rivolge a questa tipologia di clientela, dovrà tenere conto di questi fattori”.
“Tornando al tema del fintech, ci sono degli esempi di esperienze di gamification rivolte alle donne. È il caso di Axa che circa 10 anni fa lanciò sul mercato americano un gioco per avvicinare il pubblico femminile al tema delle polizze vita, aumentando la sensibilizzazione sui rischi e i bisogni di protezione”, racconta Alemanni. Ma, intanto, le donne continuano a rappresentare una minoranza nel settore. Secondo una recente indagine globale prodotta da Fintexable e presentata al Palazzo delle Stelline di Milano nell’ambito del Fintech Future 2021 di AssoFintech (i cui dati sono stati diffusi da Claudia Segre, presidente della Global thinking foundation, su FIRSTonline a inizio dicembre) solo l’1,5% delle aziende fintech è fondata esclusivamente da donne. Il che non stupisce, secondo Alemanni, se si considera che gli imprenditori del mondo tech provengono in larga parte dal mondo Stem (Science, technology, engineering and mathematics) in cui le donne risultano tradizionalmente sottorappresentate. Ma c’è un tema generazionale da non sottovalutare. E che potrebbe rappresentare un’ancora alla quale aggrapparsi. “Molti di questi imprenditori sono millennial, un cluster che oggettivamente rivela una maggiore sensibilità alle tematiche di genere. Questo potrebbe favorire una focalizzazione sulle figure femminili, nell’ottica di un superamento delle loro fragilità e di un rafforzamento anche della loro inclusione finanziaria”.
(Articolo tratto dal magazine We Wealth di febbraio 2022)