Conviene aderire alla previdenza complementare a partire dall’avvio della propria carriera lavorativa
Attraverso la previdenza complementare è possibile dedurre anche i versamenti effettuati a favore di un familiare “fiscalmente a carico”.
Come noto, la previdenza complementare permette ai soggetti
che decidono di aderire, ad esempio, ad un fondo pensione, di accantonare una parte
dei propri risparmi durante la vita lavorativa, al fine di ottenere una
pensione che si aggiunge a quella corrisposta dalla previdenza obbligatoria.
Accantonare un’altra rendita per la pensione
Più nel dettaglio, la previdenza complementare si basa sul
cosiddetto regime della contribuzione definita. Pertanto, come messo in
evidenza da Covip (Commissione di Vigilanza sui fondi pensione), la somma che è
possibile accantonare per la pensione dipende da alcuni fattori, tra cui:
- gli
importi versati nel tempo alla forma pensionistica complementare - la
durata del periodo di contribuzione - i costi
sostenuti durante la partecipazione alla forma pensionistica - i
rendimenti ottenuti con l’investimento sui mercati
finanziari di quanto versato
Aderire
alla previdenza complementare: chi può farlo e come
È bene specificare che tutte le categorie di soggetti
possono aderire alla previdenza complementare e che l’adesione è volontaria.
In linea generale:
- i lavoratori dipendenti del settore privato, entro sei mesi
dall’assunzione, hanno la facoltà di destinare (o meno) il trattamento di fine
rapporto (TFR) alla previdenza complementare o lasciarlo in azienda; - i lavoratori dipendenti del pubblico impiego possono aderire
ai fondi pensione negoziali di riferimento, conferendo il TFR futuro e al tempo
stesso beneficiare del contributo del datore di lavoro oppure aderire ai fondi
pensione aperti e PIP, ma in tal caso possono versare solo il proprio
contributo; - i lavoratori autonomi o i liberi professionisti possono
aderire a un fondo pensione aperto o a un PIP (adesione individuale), decidendo
autonomamente il contributo e la periodicità di versamento.
L’adesione a un fondo pensione può avvenire presso la sede
di lavoro, nella sede dei sindacati che hanno sottoscritto l’accordo, dei
patronati e Caf incaricati dal fondo, nonché via web.
La tassazione dei fondi pensione
Aderire
ad un fondo pensione permette, a certe condizioni, di beneficiare di alcuni
vantaggi fiscali. I contributi versati alle forme pensionistiche, ad
esempio, sono deducibili dal reddito dichiarato.
Dal reddito complessivo si possono dedurre i contributi
versati direttamente nonché (questo vale per i lavoratori dipendenti privati) i
contributi eventualmente versati dal datore di lavoro.
È consentito portare in deduzione, nell’arco di un anno, la
somma massima di euro 5.164,57. Il reddito da cui è possibile dedurre
i contributi può essere di qualsiasi tipo: ad esempio, reddito da lavoro dipendente,
autonomo, d’impresa.
Occorre evidenziare che nel caso di contributi versati ma
non dedotti occorrerà presentare apposita comunicazione all’ente che gestisce
la forma pensionistica entro il 31 dicembre dell’anno successivo, in quanto, la
quota di rendita pensionistica che deriva dai contributi non dedotti, è esente
da tassazione.
Ma non è tutto. È, infatti, possibile dedurre anche i
versamenti effettuati a favore di un familiare “fiscalmente a carico”. Se il
familiare a carico non può dedurre per intero i contributi versati, la parte di
contributo che rimane può essere dedotta dalla persona che lo ha in carico e che
ha effettuato il versamento.