Non compariva in pubblico da 57 anni, ma è tornato sulla scena in grande stile. Si tratta di un quadro di Francis Bacon – uno dei tanti ritratti fatti al suo amico Lucian Freud – Study for Portrait of Lucian Freud del 1964, rimasto nella stessa collezione privata per oltre 40 anni. Nella serata del 29 giugno 2022 è stato protagonista della serata “British Art: The Jubilee Auction” di Sotheby’s, a Londra. Il risultato ottenuto, 52,8 milioni di dollari (l’equivalente di 43,4 milioni di sterline) guadagna alla tela il titolo di opera a pannello unico più costosa dell’artista: attualmente il lavoro più caro di Francis Bacon è infatti il Triptych Inspired by the Oresteia of Aeschylus, trittico venduto nel 2020 per 84,6 milioni di dollari e opera più cara di quell’anno.
A ispirare molti dei ritratti che Bacon (1909-1992) fece a Freud (1922-2011) furono gli scatti del loro comune amico John Deakin. Successe lo stesso per il dipinto andato in asta, germinato dalla visione di una fotografia del 1964. Nello scatto, si può vedere il nipote del padre della psicanalisi seduto sul letto, con le braccia tese, i pugni chiusi, le maniche della camicia arrotolate fin sopra i gomiti. Un atteggiamento di relativa sicurezza di sé. Il pittore irlandese lo traduce in un atteggiamento più sfrontato: Lucian nel ritratto ha la camicia aperta, il petto in fuori, nudo, lo sguardo verso l’osservatore.
«Realizzai immediatamente che il lavoro (di Bacon) riguardava il suo modo di intendere la vita. Il mio (modo) invece sembrava molto affannoso. Ciò perché qualunque cosa mi costava una terribile fatica – ed è ancora così». Sono parole di Lucian Freud, sull’arte del suo amico Francis Bacon. «Al contrario, Francis aveva delle idee, le metteva giù, le distruggeva e di nuovo le metteva in pratica, velocemente. Un’attitudine che io ammiravo. Essere senza scrupoli rispetto al proprio lavoro. Penso che il modo libero di dipingere di Francis mi abbia aiutato a sentirmi più audace». Dipinto all’apice della sua carriera, lo Studio per un ritratto di Lucien Freud a figura intera trasmette il dialogo potente della profonda amicizia (che sarebbe durata 40 anni) e rivalità fra i due.
Entrambi gli artisti erano profondamente devoti alla rappresentazione della figura umana, dipingendosi reciprocamente più volte nel corso degli anni. In particolare, Lucien Freud divenne uno dei soggetti ossessivamente preferiti di Bacon per i suoi quadri. Quello che contava, per Bacon, era riuscire «a ottenere la qualità vitale. Nel dipingere un ritratto, il problema è quello di trovare una tecnica con cui far emergere tutte le pulsazioni di una persona… Il sedente è qualcuno in carne e sangue, è la loro emanazione a dover essere colta».
Bacon avrebbe conservato le fotografie dell’amico per tutta la vita, anche dopo la rottura, avvenuta negli anni ‘80. Immagini che strappate, sgualcite e schizzate di colore sarebbero state riscoperte dopo la sua morte.
Originariamente concepito come parte centrale di un trittico, il dipinto fu poi isolato dallo stesso Bacon dagli altri due quadri, trattati a tutti gli effetti come opere indipendenti. Le parti sono state appese insieme in una mostra tenutasi prima ad Amburgo e poi a Stoccolma. Ad oggi, il pannello sinistro risiede in una collezione privata, mentre quello destro appartiene al Museo di Israele a Gerusalemme.