La classifica generale, che tiene conto di 668 società quotate in 19 paesi europei, svela come nel 2021 soltanto il 35% dei board erano al femminile
Paola Mascaro, Valore D: “Siamo molto lontani dalla parità e c’è ancora tanto lavoro da fare per cambiare la cultura aziendale”
Il soffitto di cristallo continua a incrinarsi, nella forma di cambi della guardia al vertice di primarie istituzioni finanziarie. Restituendo l’immagine di un comparto che fatica ancora a trovare un posto per le donne al tavolo del board. Ma che, comunque, continua a mantenere una posizione di leadership quando si parla di uguaglianza di genere. Secondo la nuova edizione del Gender diversity index 2021 di European women on boards, il settore dei servizi finanziari e assicurativi ha ottenuto lo scorso anno un punteggio pari a 0.62 (contro lo 0.59 del 2020). Una cifra trainata dal 37% di donne nei consigli di amministrazione, il 21% nei livelli esecutivi e il 37% nei comitati di gestione e di controllo.
Sulla stessa linea d’onda anche il settore health care e farmaceutico con un punteggio pari a 0.61 (contro lo 0.58 del 2020) e quello dei beni di consumo e della vendita al dettaglio con lo 0.60 (contro lo 0.58). La classifica generale, che tiene conto di 668 società quotate in 19 paesi europei, svela tuttavia come nel 2021 soltanto il 35% dei membri dei consigli di amministrazione erano donne (in crescita di appena un punto percentuale sull’anno precedente). Un’assenza, quella al femminile, che risulta ancor più evidente ai vertici (dove gli uomini occupano ben l’81% delle posizioni). Tra l’altro, appena il 7% delle aziende analizzate vanta un’amministratrice delegata. Una cifra che fa riflettere se si considera che, stando al rapporto, le realtà a guida femminile contano il doppio delle donne in posizioni apicali (38%) rispetto alla media delle aziende (19%).
L’analisi per paese rivela poi che
Norvegia, Francia e Regno Unito sono più vicini alla parità di genere con un gdi rispettivamente dello 0.72, 0.71 e 0.67. Anche se, ricorda la presidente di European women on boards Hedwige Nuyens, anche in questi casi “il potere economico resta concentrato in una cerchia ristretta che spesso esclude le donne”. Per l’Italia, si parla di un gdi pari allo 0.62, che le consente di mantenere il 6° posto davanti a Danimarca (0.61), Belgio (0.58) e Olanda (0.58). La Penisola, tra l’altro, vanta la più elevata percentuale di donne nei comitati dei cda e dei consigli di sorveglianza (47%) ma è scivolata al 3° posto per numero di donne a capo dei board (15%). Senza dimenticare che anche la quota di donne ceo ha perso un punto percentuale (dal 4% del 2020 al 3% del 2021), facendo cadere l’Italia verso il fondo della classifica insieme a Germania (3%) e Svizzera (2%).
“Il dato del 3% di donne ai vertici delle aziende è preoccupante e dimostra che siamo molto lontani dalla parità e che c’è ancora tanto lavoro da fare per cambiare la cultura aziendale”, osserva Paola Mascaro, presidente di Valore D. “Lo studio parla chiaro: le aziende guidate da una ceo hanno il doppio delle donne in posizioni apicali rispetto alla media delle altre aziende”, aggiunge, sottolineando come sia necessario accelerare, promuovere lo sviluppo della leadership inclusiva e creare una pipeline di talenti femminili. “Al ritmo attuale, ci vorranno decenni prima di raggiungere un livello accettabile di rappresentanza delle donne al timone delle aziende”, interviene Nuyens. “Non possiamo permetterci un tale spreco di talento”.
Ricordiamo che le aziende tricolori inserite quest’anno nel dataset dell’associazione sono 33, contro le 25 del 2020. Guadagnano il podio Unicredit (con un gdi pari a 0.88), Reply (0.87) e Fineco Bank (0.84), che tra l’altro ottengono rispettivamente la 33esima, 39esima e 47esima posizione nel ranking complessivo. Ma non mancano anche altre realtà del settore finanziario e assicurativo, come Mediobanca (che si posiziona 14esima con un gdi pari a 0.62), Intesa Sanpaolo (15esima con lo 0.61), Poste Italiane (20esima con lo 0.56), Assicurazioni Generali (21esima con lo 0.55), Nexi (25esima con lo 0.52) e Banco Bpm (29esima con lo 0.47). Unicredit, in particolare, registra il 42% di donne in posizioni di leadership, il 46% nel board, il 36% nei livelli esecutivi e il 63% nei comitati di gestione e di controllo.
La classifica generale, che tiene conto di 668 società quotate in 19 paesi europei, svela come nel 2021 soltanto il 35% dei board erano al femminilePaola Mascaro, Valore D: “Siamo molto lontani dalla parità e c’è ancora tanto lavoro da fare per cambiare la cultura aziendale”
Il soffitto di crista…