Euforia da un lato, angoscia esistenziale dall’altro. Davanti alle potenzialità di ChatGPT le reazioni possono essere diametralmente opposte, ma di sicuro il nuovo prototipo di chatbot ha innescato una serie di riflessioni circa le incredibili potenzialità dell’intelligenza artificiale. I possibili utilizzi di ChatGPT abbracciano anche il mondo degli investimenti in virtù dell’ampissimo ventaglio di informazioni che riesce a processare. Se però andiamo a sfidare il nuovo chatbot sulla costruzione di un portafoglio vincente, scopriamo che non va oltre a informazioni standard, ricordandoci l’importanza di diversificare e suggerendo di scegliere attività in linea con i nostri obiettivi e con il livello di tolleranza al rischio.
Va tenuto a mente che ChatGPT non è stato progettato per prevedere i mercati e nelle sue risposte esorta sempre a costruire un portafoglio d’investimento attraverso un’attenta analisi del mercato; in ultimo consiglia di parlare con un consulente finanziario per ulteriori indicazioni. Di conseguenza, se stuzzicato sull’identikit di un Etf in grado di fare meglio del mercato azionario statunitense, la risposta non sorprende: ChatGPT non fa il nome di nessuno Etf, limitandosi a indicare una serie di titoli candidati a farne parte (Apple, Amazon, Meta, Google e Microsoft) in virtù della loro storia di sovraperformance di lungo periodo.
Funzionamento e performance degli Etf guidati dall’AI
L’intelligenza artificiale, così come noi umani, non conosce quindi il segreto per battere il mercato? Dimenticandoci per un attimo ChatGPT, a ben vedere sull’arena degli Etf c‘è già chi da qualche anno propone dei primi avamposti con l’AI nel motore al fine di generare extra-rendimento. Il primo mese dell’anno ha visto brillare oltreoceano, con un rotondo +12%, l’Etf SPDR S&P Kensho New Economies Composite (oltre 1,6 mld $ di AuM) che utilizza l’intelligenza artificiale per selezionare le aziende dal potenziale più innovativo. Da inizio anno la sovraperformance è netta con oltre +8% (dati al 20/3/2023).
La capacità di analizzare tantissimi dati in poco tempo permette di scovare realtà più piccole che gli analisti tendono a trascurare. “L’intelligenza artificiale serve ad aumentare l’efficienza e la produttività, permettendo di coprire lo scoperto – spiega Matt Bartolini, head of SPDR Americas Research at State Street Global Advisors – . Gli analisti possono coprire solo un determinato numero di azioni in un dato giorno, tralasciando così alcune aziende innovative che fanno cose davvero interessanti all’interno della nostra economia”.
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C’è poi l’Etf AI Powered Equity, presente negli Stati Uniti dal 2017 e che dopo un balzo a doppoia cifra nel primo mese e mezzo dell’anno in queste settimane è andato ad azzerare i guadagni Ytd, sottoperformando rispetto all’S&P 500. Questo clone si basa su un modello quantitativo che analizza ogni giorno oltre 6.000 società statunitensi quotate in borsa. Il fondo si appoggia al supercomputer Watson di IBM raccogliendo informazioni anche da indicatori di sentiment, modelli finanziari, valutazioni, notizie e tweet. Tra gli oltre 100 titoli attualmente presenti nel fondo spicca anche la meme stock Gamestop, forse proprio per la sua fama tra i social.
Non è tutto oro ciò che luccica nel breve. Su un orizzonte temporale pluriennale, l’Etf AI Powered Equity segna un risic ato +11% negli ultimi 5 anni rispetto al +52% dell’S&P 500. Inoltre, presenta dei costi sull’ordine dello 0,75% annuo, decisamente superiori rispetto a quelli dei cloni legati ai classici benchmark azionari.
Articolo tratto dal numero di marzo di We Wealth