La pandemia ha portato in primo piano la S dell’acronimo Esg, con tutto il suo corredo di temi legati alla diversity e all’inclusione femminile nel mondo economico. Con i progressi degli ultimi anni che potrebbero essere annullati dall’aumento delle nuove povere
Secondo l’Istat in Italia nel solo dicembre 2020 si sono persi 101 mila posti di lavoro, di cui 99mila di lavoro femminile
I fondi di investimento possono promuovere la parità di genere con l’impacting investing e l’engagement. Su circa 1700 fondi aperti ed etf impacting investing a livello globale censiti da Morningstar, 205 sono focalizzati sul tema di gender&diversity. Altri 386 appartengono alla categoria community&development, in cui rientra anche il tema dell’inclusione femminile
Il 2020 con la crisi pandemica ha accesso i riflettori sulla “s” di esg (environmental, social, governance) e in particolar modo sui temi della diversità di genere e dell’inclusione. I progressi fatti negli ultimi decenni potrebbero essere in parte vanificati soprattutto nel momento in cui la crisi economica si rivelerà in tutta la sua drammaticità.
Secondo le Nazioni Unite, entro i prossimi dodici mesi le nuove povere saranno 47 milioni. Per ogni 100 uomini in estrema povertà ci saranno 118 donne nella stessa condizione. Tra dieci anni per ogni 100 uomini che vivono con meno di 1,9 dollari al giorno, parametro che l’Onu utilizza per definire l’estrema povertà, le donne saranno 121. Ma senza andare troppo lontano nel tempo e nello spazio lo scenario non è più confortante. Secondo l’Istat, in Italia nel solo dicembre 2020 si sono persi 101mila posti di lavoro: di questi 99mila erano occupati da donne. Insomma il mondo post-covid sarà un mondo ancora, se non maggiormente, plasmato su un importante divario di genere. Ci vorrebbe forse una rivoluzione affinché l’inevitabile diventi evitabile. Al moto popolare di un tempo si sono sostituiti gli odierni moti finanziari. I cambiamenti oggi infatti possono essere incoraggiati dai flussi di denaro.
Gli strumenti a disposizione dei fondi
Secondo Sara Silano, responsabile editoriale di Morningstar Italia, gli strumenti a disposizione dei fondi di investimento sono due: l’impacting investing e l’engagement. Per impacting investing si intende l’attività di alcuni fondi d’investire non solo al fine di generare risultati finanziari ma anche un impatto che sia sociale o ambientale. L’engagement invece è il dialogo tra gestore e management dell’impresa in cui si è investito, al fine di chiedere trasparenza e in alcuni casi miglioramenti (generalmente tramite voto assembleare, ma non solo) su certe tematiche: diritti civili, condizioni di trattamento dei lavoratori, diversity a livello manageriale, condizioni di lavoro nella catena dei fornitori e inclusione. “Su circa 1700 fondi aperti ed etf impacting investing a livello globale censiti da Morningstar, 205 sono focalizzati sul tema di gender&diversity. Altri 386 appartengono alla categoria community&development, in cui rientra anche il tema dell’inclusione. Sul fronte dell’engagement invece Morningstar ha individuato negli Stati Uniti 48 azioni di engagement nella stagione assembleare tra il luglio 2019 e il giugno 2020” riporta Silano che spiega come in entrambi i casi si tratti di numeri importanti, alla luce della temporalità del fenomeno, e in continua crescita.
L’investimento in diversity paga
Mirova e RobecoSAM, due società di gestione del risparmio di caratura internazionale, sono pioniere dell’investimento al “femminile”: Mirova Women Leaders Equity e RobecoSAM Global Gender Equality Impact Equities Strategy sono i fondi dedicati al tema diversity, lanciati rispettivamente nel 2019 e nel 2015, con l’obiettivo dichiarato di promuovere l’uguaglianza di genere. “Le prospettive delle donne sul posto di lavoro, infatti, sono ancora lontane dal raggiungimento della parità rispetto a quelle degli uomini, sotto molti aspetti: accesso al lavoro, salari inferiori, lavori precari, lavoro a tempo parziale e raggiungimento di posizioni di responsabilità ai livelli più alti dell’azienda” spiega Soliane Varlet gestore del fondo Mirova. La strategia d’investimento conseguente si sostanzia nel selezionare le aziende impegnate sul fronte della diversità. In base a quali criteri si riconoscono le più virtuose? Per entrambi i gestori individuare società il cui consiglio d’amministrazione è equi rappresentato non è sufficiente. “Non investiamo “alla cieca” in aziende che hanno semplicemente più donne nel consiglio di amministrazione. Valutiamo le aziende utilizzando un approccio olistico bottom-up, guardando al benessere dei dipendenti, a programmi come la flessibilità del lavoro, il congedo parentale, le pratiche di parità salariale, la diversità della forza lavoro a tutti i livelli e il mantenimento dei talenti.