A livello globale, invece, il fatturato a fine 2020 è stimato in 110 miliardi di euro, con un calo del 15,1% rispetto al 2019 (130 miliardi circa)
Il retail e l’hospitality sono i settori dell’immobiliare maggiormente impattati dalla pandemia da covid-19
In controtendenza rispetto al mercato, ci sono: la logistica, gli alternative, l’assistenza sanitaria e il living
In particolare, se si guarda il volume di investimento, gli alberghi hanno registrato un calo del 76%. “Non c’è motivo per cui questo settore, fondamentale per l’economia del nostro Paese, non possa riprendersi dallo shock non appena la situazione sarà tornata alla normalità” spiegano gli esperti di Jll che ritengono che la pandemia abbia accelerato alcune tendenze del settore e abbia incoraggiato gli operatori alberghieri d essere più creativi nell’attrarre ospiti e nel diversificare le entrate. “Alcuni investitori e operatori alberghieri stanno valutando l’opportunità di fornire servizi di co-working, nelle aree prima destinate agli eventi o nelle stanze, o di convertire i loro asset ad altre destinazioni d’uso”, hanno dichiarato.
Il settore retail, invece, ha registrato una contrazione del 18% del volume degli investimenti ma le pressioni sui canoni dovrebbero proseguire anche nel breve-medio periodo con i consumi che torneranno ai livelli pre-covid solamente nel 2023. Una contrazione ancora più accentuata è avvenuta nel comparto office (-34%). “Nel 2021, le aziende rimodelleranno il loro portafoglio immobiliare e rivoluzioneranno i modelli di workplace: la salute e il benessere dei dipendenti saranno le principali priorità di investimento mentre l’ufficio diventerà una parte fondamentale della cultura aziendale. La domanda di qualità, tecnologia e sostenibilità crea l’opportunità per riqualificare e rigenerare lo stock esistente”, ha spiegato Jll.
Non tutte le aree però hanno sofferto. In controtendenza rispetto al mercato, troviamo infatti il settore logistico, che ha raggiunto un nuovo record nel 2020 registrando 2,3 milioni di mq di assorbimento di spazi in affitto, pari al 25% in più rispetto all’anno precedente, e un +3% a livello di investimenti. Decisamente bene, anche se si tratta di aree ancora di nicchia, il settore degli alternative (student housing e senior housing, +45%), l’assistenza sanitaria (+57%) e il living.
Guardando ai prossimi mesi, Breglia ha spiegato che “le prospettive per il 2021 sono ovviamente condizionate al momento della effettiva ripartenza del sistema economico e alla progressiva uscita dalla crisi pandemica” e che se si ipotizza “un ritorno alla quasi normalità nel secondo trimestre dell’anno si stima una ripresa del mercato nazionale del 7,7% arrivando a quasi 119 miliardi di euro, nella media del decennio passato”. Tutti i settori, escluso il commerciale retail, dovrebbero avere rimbalzi dovuti a un accumulo di domanda.