Il metaverso sta a internet come gli attuali smartphone stanno ai vecchi, elefantiaci cellulari di inizio anni ’90
La F bianca e blu vuole nuovi spazi digitali per compensare il deciso calo del suo utilizzo a vantaggio di Instagram, Twitter, Discord
I settori gaming e arte sono già molto avanti rispetto ai colossi americani nello sviluppo di metaversi su blockchain
La sortita di Facebook non è certo nuova: «Di metaverso si parla da oltre un anno», gli fa eco Serena Tabacchi, direttrice e cofondatrice MocDA, coordinatrice eventi BGA (Blockchain Game Alliance), marketing & publishing presso The Sandbox Game, consulente presso Cinello. E Facebook «è solo uno degli operatori coinvolti nella corsa». La F bianca e blu è interessata a questi nuovi spazi digitali per «compensare il deciso calo di utilizzo della piattaforma social a vantaggio di Instagram, Twitter, Discord, decisamente più in voga fra gli amanti del digitale e degli nft». E non solo. L’annuncio del secondo di Zuckerberg era dunque «del tutto prevedibile. Anzi, arriva decisamente in ritardo sulla tabella di marcia», prosegue l’esperta. È da sottolineare infatti che Zuckerberg sta “giocando con i mondi paralleli” già dal 2019, quando ha messo in pista Horizon, sorta di Google Meets VR (fra l’altro, Facebook è anche proprietario di visore virtuale).
«I settori gaming e arte sono già molto avanti rispetto ai colossi americani nello sviluppo di metaversi su blockchain. Avevano iniziato con la progettazione in tempi non sospetti», prosegue Serena Tabacchi. Oltre a The Sandbox Game, Decentraland, Cryptovoxels e Somnium Space, «vi sono Arium, Spatial e la stessa Sotheby’s che hanno recentemente sviluppato spazi espositivi virtuali per gli asset artistici digitali». Il metaverso di Sotheby’s ha fatto il suo debutto nel giugno 2021 con l’acclamata asta “Natively digital: a curated NFT Sale”.
Al momento, le conseguenze economiche e sociali di un metaverso Facebook sono difficilmente prevedibili. Instagram per esempio, al momento dell’acquisizione da parte di Zuckerberg era in perdita da anni. Poi, col supporto della piattaforma social più utilizzata, si è trasformato nel fenomeno mediatico odierno, con la nascita delle nuove figure professionali degli influencer. «Forse», suggerisce Pitzalis, andrebbe steso prima di tutto un codice di condotta etico, da sottoscrivere prima di accedere al metaverso di Facebook».