Nel 2019 gli investimenti in csr hanno sfiorato la cifra di un miliardo e ottocento milioni di euro, in crescita del 25% rispetto al 2017
L’investimento medio nel 2019 tocca i 241mila euro, ma le attese sul 2020 parlano di una riduzione del 16%
“Bisogna reggere l’urto dell’emergenza covid-19 pensando a nuovi modelli di sviluppo, ancora più sostenibili”, commenta Roberto Orsi dell’Osservatorio Socialis
“I dati confermano il radicamento e il valore del fenomeno – commenta Roberto Orsi, direttore dell’Osservatorio Socialis – Ora si tratta di reggere l’urto dell’emergenza covid-19 pensando a nuovi modelli di sviluppo, ancora più sostenibili, più attenti alle persone, all’ambiente, al contenimento degli sprechi, dove la tecnologia e l’innovazione sposano la responsabilità sociale”. Secondo Orsi, sarà necessario un approccio metodico, con il “sostegno di una politica di premialità fiscale dedicata a chi dimostra di operare in ottica integrata: sociale, economica e ambientale”.
Ma dove vanno a finire questi flussi? Secondo i ricercatori, il 66% delle imprese italiane si concentra in particolare sulle iniziative interne all’azienda stessa, come la formazione del personale (49%). Quasi la metà pone l’attenzione sul territorio vicino alla sede dell’impresa, mentre solo l’8% volge lo sguardo verso i paesi esteri, “confermando la volontà delle aziende di migliorare il rapporto con il territorio e le comunità di appartenenza”, si legge in una nota. Un rapporto che, per quattro aziende su dieci, potrebbe migliorare proprio grazie alla csr: il 49% ritiene che tale tipologia di investimenti abbia un impatto positivo anche sulla propria immagine, visto la crescente attenzione dei consumatori sul tema.
Non manca poi l’interesse per l’impatto ambientale. Il 42% delle aziende investe in tecnologie innovative per ridurre l’inquinamento e favorire un migliore smaltimento dei rifiuti, mentre il 38% punta sull’efficientamento del risparmio energetico.
In un’ottica futura, otto imprese su 10 immaginano di integrare la corporate social responsibility nel modello di business, specialmente quelle provenienti dal Nord Italia e attive nei settori della farmaceutica, delle telecomunicazioni, del manifatturiero e della finanza. Se il 70% ha già un responsabile dedicato nel proprio organico, l’80% sostiene che una specializzazione in csr possa rappresentare un plus in termini di competenze. A tal proposito, le comunicazioni interne della direzione (per il 52%) e gli incontri periodici con i dipendenti (per il 42%) sono le strade più utilizzate per diffondere un’adeguata cultura aziendale sull’argomento.